Agosto, il lavoro in Veneto prosegue la marcia delle stabilizzazioni

Come è andata sul fronte del lavoro in piena estate?

L’occupazione in Veneto – rivela il report mensile dell’agenzia regionale – ancora non risente del perdurare delle forti tensioni internazionali e delle previsioni di rallentamento della crescita economica per l’anno in corso e, soprattutto, per il 2023. In agosto prosegue la tendenza alla stabilizzazione dei posti di lavoro, con la crescita delle trasformazioni a tempo indeterminato dei contratti di apprendistato e di quelli a termine. Da gennaio si sono guadagnati in Veneto complessivamente 77 mila posti di lavoro dipendente.

Nel dettaglio, nel mese di agosto il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e di apprendistato è, come di consueto per il periodo, negativo per -1.300 posizioni lavorative, ma migliore rispetto alle -1.600 del 2021 e alle -5.200 del 2019. Il bilancio occupazionale negativo è determinato prevalentemente dai contratti in apprendistato (-1.200) e da quelli a tempo determinato (-1.300), a fronte però di un consistente aumento delle trasformazioni (5.800, +41% sul 2021 e +11% sul 2019), che contribuiscono al saldo positivo del tempo indeterminato (+1.200).

Prosegue quindi il processo di stabilizzazione dei posti di lavoro già osservato nei mesi precedenti. Il saldo dell’intero periodo gennaio-agosto 2022 è stato pari a +76.900 unità, un valore in linea con quelli fatti registrare negli analoghi periodi del 2021 e del 2019.

Positivo l’andamento delle assunzioni: nell’ultimo mese sono state oltre 36.500, nettamente superiori a quelle degli anni precedenti, mentre da inizio anno la crescita sul 2021 è pari al +23%. Le cessazioni, complessivamente 37.800 ad agosto, non hanno invece raggiunto i volumi del 2019. Va ridimensionandosi il fenomeno delle dimissioni da tempo indeterminato, che nel mese di agosto hanno interessato 7.900 lavoratori, un numero in crescita del +18% rispetto al 2019 ma lontano dal picco di +41% raggiunto in aprile.

Se l’estate del 2021 ha segnato l’uscita dalla crisi pandemica con una ricostituzione del bacino occupazionale in termini quantitativi, soprattutto attraverso contratti a termine (tenuto conto dell’ancora elevata incertezza che caratterizzava la fase congiunturale), nel 2022 i volumi occupazionali sono tornati ai livelli del 2019 e si è assistito a uno spostamento da forme di lavoro più incerte verso contratti con maggiori prospettive e garanzie. La differenza sta nei picchi della domanda di lavoro, che quest’anno si sono concentrati nei mesi di aprile e maggio in vista di una stagione estiva partita in anticipo.

L’andamento occupazionale dei primi otto mesi dell’anno è particolarmente positivo nei servizi, che guadagnano 53.100 posti di lavoro, la maggior parte dei quali concentrati nel turismo (+40.000) e con una crescita delle assunzioni del 29% rispetto allo scorso anno. Bilancio positivo anche per l’industria (+13.900, assunzioni +20%) e per il settore primario (+9.900), dove anche le assunzioni stanno tornando sugli stessi valori del 2021, sebbene ancora con segno negativo (-0,5%). In particolare, la domanda di lavoro si dimostra vivace nei settori delle calzature (+61%), dell’occhialeria e dell’industria conciaria (entrambe +48%), nei servizi turistici (+45%), nella produzione dei mezzi di trasporto (+43%) e delle macchine elettriche (+34%). Il saldo è positivo in tutte le province e particolarmente significativo a Venezia (+38.800 posizioni lavorative) e Verona (+22.600). Nettamente inferiori, ma comunque positivi, i bilanci occupazionali nelle altre province, con Padova che registra +4.200 posti di lavoro dipendente, Rovigo +4.000, Vicenza +3.300, Treviso +2.600 e Belluno +1.200. Il volume delle assunzioni rispetto al 2021 è in netto incremento ovunque, con un picco del +41% a Venezia e un minimo del +3% a Rovigo.

Nel solo mese di agosto, saldo negativo in tutti i territori tranne Rovigo, con assunzioni in crescita a Treviso, Verona e Vicenza.

Al 31 agosto 2022 i disoccupati iscritti negli elenchi dei Centri per l’impiego del Veneto sono complessivamente 286.000, cui si sommano 104.000 persone in sospensione perché occupate temporaneamente o perché in conservazione della condizione di disoccupazione per ragioni di reddito. Tra i disoccupati prevalgono le donne (60%), gli italiani (75%), gli adulti (50%). I nuovi ingressi in disoccupazione nel corso del 2022 sono stati 84.200, in crescita del +7% rispetto al 2021 a conferma di un mercato del lavoro tornato ad essere particolarmente vivace.

Tutti i dati sull’andamento del mercato del lavoro veneto nel mese di agosto e nei primi otto mesi del 2022 sono disponibili nella Bussola pubblicata nella sezione dedicata del sito di Veneto Lavoro, www.venetolavoro.it.