Ultima chiamata per i risparmiatori delle banche venete liquidate

Sono stati riaperti i termini per consentire ai risparmiatori già ammessi al rimborso del 30% del FIR (il Fondo indennizzi risparmiatori chiamato a indennizzare chi ha subito un pregiudizio ingiusto da parte di banche e controllate con sede legale in Italia, poste in liquidazione coatta dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1. gennaio 2018) di comunicare l’eventuale variazione dell’Iban sul quale ricevere l’ulteriore rimborso del 10%.

Lo fanno sapere Luigi Ugone e Mario Zambon: la riapertura dei termini è il risultato della battaglia portata avanti dall’associazione “Noi che credevamo…”.

Il rischio è che la comunicazione di Consap, uscita da poco, passi sottotraccia e non arrivi a chi ne ha bisogno, magari a risparmiatori anziani o che non seguono i canali social con cui l’associazione informa.

La comunicazione interessa solo chi, dopo avere ottenuto il rimborso del 30%, abbia modificato il proprio Iban. Il nuovo Iban va comunicato entro il 15 ottobre. 

L’associazione apre i propri uffici nella giornata di sabato 7, dalle 10 alle 12 (sede legale e operativa: via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 829 – 36100 Vicenza – 1° piano a destra, ufficio dopo quello di Confartigianato) per chi non ha dimestichezza con stampanti e pc: occorre infatti scaricare un modulo online, compilarlo e rispedirlo.

E’ una buona notizia – sottolinea Ugone – che segue le nostre rimostranze e la tesi portata avanti fin da luglio, quando il 13 di un mese di ferie e con zero pubblicità sono stati riaperti i termini fino al 31 luglio: un periodo insufficiente. Preghiamo tutti di far girare questa informazione.

Non solo: “L’associazione raccoglie anche le istanze di tutti coloro che non hanno ricevuto a oggi il 30% corretto: qualcuno ad esempio non ha ricevuto l’affrancamento, altri hanno ricevuto cifre inferiori al dovuto. Abbiamo aperto un canale per segnalare gli errori”, spiegano ancora Ugone e Zambon.

La procedura di riapertura dei termini vale – e va fatta conoscere – anche per chi dovesse subentrare all’avente diritto.

Qui il video completo. E qui la storia di quello che è accaduto.

Il conto totale, calcolato da Unioncamere, è stato di almeno 4  miliardi di euro persi dalle famiglie venete che possedevano quote di Veneto Banca e di Popolare Vicenza, meno di un miliardo quelli persi dalle imprese: a conti fatti fanno almeno 5 miliardi di euro per la crisi finanziaria che ha colpito l’economia del Veneto.

 

Si parla di #CronacheaNordest. Potrebbero interessarti anche:

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