Una delegazione di imprese di Confindustria Veneto Est dei settori meccanica, chimica, agroalimentare, energia, guidata dalla Consigliere per l’Internazionalizzazione Alessandra Polin, è di ritorno dalla Romania dove si è recata per una missione imprenditoriale a Bucarest, primo seguito operativo al Protocollo per la cooperazione economica e commerciale tra le imprese associate firmato il 21 febbraio scorso da Confindustria Veneto Est e Confindustria Romania, l’associazione a servizio degli imprenditori italiani in Romania e una delle più longeve e consolidate rappresentanze imprenditoriali all’estero, costituita tra il 2001 e il 2003 .
Alla missione partecipano, tra gli altri, il presidente del Gruppo Vinicolo CVE Stefano Bottega e il presidente di FINEST Alessandro Minon. La missione si articolerà in tre direzioni: quella istituzionale, coordinata dal presidente di Confindustria Romania, Giulio Bertola e quelle economiche per le aziende, con un Seminario di studi e gli incontri B2B organizzati dalle rispettive strutture confindustriali.
Ci sono stati anni in cui la Romania era definita “l’ottava provincia del Veneto”: era il periodo della massiccia delocalizzazione, prima dell’ingresso del Paese in Europa, e nel 2001 Unindustria Treviso aveva tenuto la sua prima assemblea all’estero proprio a Timisoara. E oggi?
Le opportunità
Ne hanno discusso nella prima giornata della missione S.E. Alfredo Durante Mangoni, Ambasciatore d’Italia in Romania (foto in alto), la Consigliera CVE per l’Internazionalizzazione Alessandra Polin e il Presidente di FINEST Alessandro Minon. Al centro le opportunità di rafforzamento della cooperazione industriale, commerciale, di investimento e di finanza agevolata, con focus su alcuni settori chiave, come macchine, energie rinnovabili, digitale, agroindustria, infrastrutture, anche alla luce del PNRR romeno, pari 29,2 miliardi di euro in tre anni, ai quali si aggiungono 1,4 miliardi dal RePower EU.
Circa 30 le imprese romene chiamate per intensificare le relazioni industriali e commerciali bilaterali.
Bucarest, piazza della Rivoluzione, foto Wikipedia
Lo scenario
Si parlerà fra l’altro di nearshoring, e cioè il rientro di produzioni e forniture lontane, magari nel Far East, se non in Italia, in Paesi geograficamente vicini, per accorciare le catene messe alla prova nel periodo del Covid e dal tutto quello che è seguito.
«In uno scenario internazionale in rallentamento e incerto, la Romania è il Paese dell’Est Europa con il quale il Veneto ha un rapporto privilegiato – dichiara Alessandra Polin, consigliera delegata Confindustria Veneto Est per l’Internazionalizzazione – sia per i solidi legami che affondano le radici nel passato sia per la vivacità degli scambi. Questa prima missione che segue all’intesa con Confindustria Romania, è frutto della volontà di migliorare l’integrazione e la crescita che lega il nostro territorio a Bucarest e all’area dei Balcani, dove opera da anni un sistema associativo tra i più consolidati. Grazie a questa partnership possiamo offrire alle aziende relazioni istituzionali e di networking che potranno rafforzare le collaborazioni commerciali o di fornitura (nearshoring) con imprese romene, dischiudere progetti e opportunità da cogliere con il Pnrr romeno, nei settori dell’energia e infrastrutture, sostenibilità ambientale, agroindustria e alimentare, sanità. E diventare anche la base per poter dare il nostro contributo alla ricostruzione della vicina Ucraina che va ben oltre i soli interessi economici».
In foto Polin e Bertola
Gli scambi
Forte di una crescita che nel 2022 registra un +21,9% rispetto al 2021, l’interscambio dell’Italia con la Romania ha raggiunto un valore di 19 miliardi di euro, secondo partner commerciale di Bucarest.
Nonostante il leggero calo nei primi sei mesi 2023 (-1,8%), l’interscambio del Veneto con la Romania è cresciuto a doppia cifra negli ultimi anni: +19,4% nel 2022 (+24,5% rispetto al 2019), per un valore di circa 4,2 miliardi di euro, spinto soprattutto dalle esportazioni (2,2 miliardi, +13,6%). Il Veneto Est in particolare, ovvero i territori di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo, concorrono per il 63,7% all’interscambio regionale con Bucarest (e al 14% di quello nazionale), per un valore complessivo di 2,7 miliardi di euro, con esportazioni per circa 1,3 miliardi. Tra le province, trainano le performance di Venezia e Padova: +83,9% (per il balzo dell’import di metalli di base) e +24,7% rispettivamente, l’interscambio 2022 con la Romania.
Se si allarga lo sguardo al complesso dei Balcani occidentali (Romania, Bulgaria, Slovenia, Croazia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia), tra il Veneto e quest’area si è alimentato un vivace interscambio negli ultimi due anni: in lieve flessione nei primi sei mesi 2023 (-0,5%), ma in crescita del 19,9% nel 2022 (+27% sul pre Covid), per un valore prossimo agli 11,3 miliardi di euro. Il Veneto Est concorre per ben il 56,6% a questo risultato, per un interscambio con i Balcani occidentali del valore di 6,4 miliardi (+19,4%). Positive in questo caso le performance di tutte le quattro province di Confindustria Veneto Est, anche per effetto dell’import dei prodotti energetici: Venezia +38,4%, Treviso +17,1%, Padova +16,5%, Rovigo +0,2%,
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