Stessa provincia, stesso settore, stesso distretto produttivo.
C’è un partner per Melegatti, storica azienda del dolciario veronese in concordato. Un partner non solo finanziario, ma strettamente industriale, per la messa in produzione dei prodotti continuativi – le brioche – nella fabbrica acquisita e mai entrata a regime a San Martino Buon Albergo. È la veronese Dal Colle, che entra con la sottoscrizione di una quota del 30% nella società veicolo del fondo maltese Abalone, lo stesso che finanziando la campagna natalizia aveva consentito il salvataggio dal fallimento dello storica azienda dei pandori e panettoni.
L’ufficialità è di ieri, «ma abbiamo già contribuito alla ripresa della produzione soprattutto per la fornitura delle materie prime» spiega Ivan Losio per l’advisor finanziario Sei Consulting (la parte legale è seguita dallo studio Mercanti Dorio) di Dal Colle. L’incontro con il fondo che stava valutando potenziali partner è avvenuto proprio sulla base dell’esperienza di Dal Colle, che fattura oltre 50 milioni con una quota di circa il 60% di prodotti continuativi, a marchio proprio ma non solo.
La campagna natalizia aveva consentito il salvataggio dal fallimento con una produzione di 1,575 milioni di pandori e panettoni – esattamente il numero autorizzato dal tribunale – sostenuta dalla campagna sui social promossa dai lavoratori (senza stipendio da agosto fino al rientro in azienda, alla fine di novembre) e dalla solidarietà dei consumatori.
La svolta
L’annuncio è arrivato dallo stesso fondo Abalone, insieme ad altre novità nel management. “Per attuare al meglio la ristrutturazione avviata in Melegatti il 7 novembre scorso – si legge in una nota – è stato infatti nominato un nuovo procuratore generale, l’ingegner Sergio Perosa, per la prosecuzione delle attività e la predisposizione del piano di produzione per la Pasqua”. L’impegno nell’implementazione della campagna pasquale, ha spiegato il manager, “sarà volto a massimizzare l’efficienza della realtà produttiva e alla valorizzazione e conservazione dei livelli occupazionali”. Entra a far parte del nuovo team anche Carlo Gianani, come chief restructuring officer.
Abalone ha quindi spiegato che “nell’ambito del veicolo Ocpev1 Ltd, struttura societaria del fondo Open Capital, gestita da Abalone asset management, attiva nell’investimento in Melegatti, è stata sottoscritta una quota pari al 30% da parte della società Dal Colle Industria Dolciaria Spa, rilevante realtà del settore dolciario del territorio veronese. “La partecipazione della Dal Colle in Ocpev1 – ha detto Riccardo Teodori, fund manager di Open Capital – è stata selezionata principalmente per lo specifico know how maturato nel settore dei prodotti da non ricorrenza, che ne fa un partner industriale di grande esperienza ed affidabilità. Attualmente Ocpev1 Ltd ha già investito rilevanti risorse per il supporto del fabbisogno finanziario della campagna natalizia e lo stesso si sta apprestando ad effettuare per quella pasquale”.
I sindacati
Molto fredda la reazione dei sindacati, a dimostrazione del fatto che la strada è ancora lunga: “Dopo aver sollecitato a più riprese i tecnici che al momento si stanno occupando del recupero Melegatti per avere informazioni aggiornate sull’accordo quadro e sulla partenza e modalità operativa e gestionale della Campagna Pasquale, siamo venuti a sapere in data odierna da un comunicato stampa del Fondo Maltese che la procedura va avanti guidata da nuovi professionisti indicati dal Fondo stesso e che nella nuova struttura compare anche l’azienda dolciaria Dal Colle per una quota parte pari al 30 per cento dell’investimento scrivono Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – Fa specie anche leggere nel medesimo comunicato che il Fondo, per la mini campagna di Natale, dichiari di avere messo a disposizione ingenti finanziamenti, quando ormai è risaputo che dei 6 milioni annunciati ne ha sborsati solo 850mila, creando non poche difficoltà gestionali, tra cui i pagamenti degli stipendi dei lavoratori. Ci fa piacere rilevare dal comunicato tanto entusiasmo, ma ancora una volta alle luci vediamo presentarsi anche tante ombre. Le ombre delle cose non dette in modo chiaro e trasparente”.
L’invito è a “programmare un incontro con il sindacato per fare chiarezza, su quanto è stato deciso. I lavoratori, che hanno dimostrato sino ad ora grande responsabilità , disponibilità e pazienza, hanno diritto di sapere in modo chiaro come si sta evolvendo la situazione, a chi devono fare riferimento e soprattutto hanno diritto di avere pagata la loro retribuzione con regolare puntualità”.