Sono a San Francisco da tre mesi: una casa grande, che fa da ufficio e da abitazione insieme, per immergersi al 100% nell’avventura della app che sfida i social network “tradizionali” (se di tradizionale c’è qualcosa in questo campo). Una Instagram delle storie che ha già raccolto una community di 150mila utenti; e che è stata inserita da Apple tra le migliori app di Social Networking.
20lines ha mosso i primi passi a H-Farm, l’incubatore-acceleratore di Roncade, Treviso. Il fondatore – Alessandro Biggi, di Modena, 27 anni appena compiuti – aveva un lavoro in tutt’altro settore (la consulenza) quando ha capito che il tempo per leggere un libro in pace non c’era più. 20lines raccoglie storie brevi, 3.500 parole al massimo, ma la media si ferma a un migliaio. Una volta scaricata la app, gratuita, si può decidere di scegliere fra le diverse categorie – il romanticismo è quello che va per la maggiore – e leggere, sfruttando il tempo di una pausa, un’attesa, un viaggio in tram o metro (10 minuti sono il massimo richiesto), oppure partecipare attivamente, scrivendo. E poi scegliere la copertina e tutto il resto.
Lo hanno già fatto anche autori affermati: Licia Troisi, Carmine Abate, Paola Calvetti, Wu Ming, Elisabetta Cametti, anche Giorgio Faletti aveva partecipato.
Una startup per quattro
Al team base – Pietro Pollichieni, di Reggio Calabria, 27 anni; Francesco Scalambrino e Marco Pugliese, entrambi milanesi e 28enni – si sono aggiunti altri collaboratori, per destreggiarsi nelle quattro lingue in cui “parla” la startup letteraria: inglese, spagnolo, francese e italiano (ma la app è anche in russo, portoghese e tedesco). La community è più numerosa negli Stati Uniti (40% degli iscritti), ma altrettanto pesano Sud America e Messico; seguono Francia (20% circa) e Italia. I membri sono principalmente i millennials, ragazzi dai 13 ai 25 anni, e le donne sono la stragrande maggioranza: 85%, pure in crescita.
Il 60% degli iscritti ha pubblicato più di una storia, qualcuno è arrivato a centinaia.
E pensare che tutto è iniziato con uno “storming pizza”, le serate che H-Farm organizzava per dare modo ad aspiranti imprenditori di presentare in pochi minuti, e in un ambiente informale, il proprio progetto. Il trasferimento in America è un passaggio «legato alla necessità di essere nel cuore di quel mondo sociale al quale apparteniamo, alle idee, agli investitori», spiega Alessandro al telefono. Essere scelti fra 1,2 milioni di app e riconosciuti da Apple per il buon lavoro fatto, racconta, «è stata un’emozione».
Cervelli in fuga?
«Più che altro cervelli alla conquista! In Italia c’è un grande fermento intorno al mondo delle startup e questo non può che essere positivo. Noi vogliamo essere da esempio per tutti quelli che ci provano o stanno pensando di provarci». L’ultima novità si chiama #BeAnyone, «un rimedio contro l’appiattimento da schermo: basta stare lì a guardare le foto degli altri o commentare, si può liberare la creatività e diventare chi si è sempre voluto essere. Contro la monotonia degli attuali paradigmi dei social network, proponiamo una interazione nuova, fresca, in grado di contrastare la perdita di creatività indotta negli abitanti della rete da ambienti sociali sempre più simili tra loro».
Scegli chi essere
Da lunedì 20 Ottobre basta collegarsi a www.beanyone.me per trasformarsi: l’utente inserisce a sua discrezione un’identità, un ruolo o un personaggio e può vedere chi e quanti, nel mondo, hanno compiuto la stessa scelta. Da qui, sarà quindi possibile diventare effettivamente chi si è sempre desiderato di essere, semplicemente scrivendo una nuova storia: «Leggere e scrivere non hanno confini, noi siamo le storie che raccontiamo e diventiamo gli eroi di quelle che leggiamo». A oggi la piattaforma 20lines contiene più di 80mila storie pubblicate in sette lingue differenti: «Crediamo sia sempre più importante creare aggregazione attraverso un social network pedagogico, costruttivo, che permetta a chiunque di cimentarsi con una ambizione sviluppando relazioni dialogiche con l’altro. Come 20liners, siamo convinti che non si debba mai smettere di sognare, mai pensare che la vita sia monotona e possa essere una soltanto; per questo, con #BeAnyone vogliamo portare la luce del sogno, della fantasia, della scrittura e della lettura nel panorama mediale di tutti, grandi e piccoli, giovani e adulti».
PS: Per la vostra prossima pausa, questa è una delle storie più lette in Italia. E questa è una bella favola.