L’acqua – fredda o frizzante – come bene comune di condominio, la raccolta differenziata collettiva, l’efficienza energetica degli impianti di uso comune, ma anche locali da condividere per il fai-da-te, il bike sharing, le palestre di caseggiato e gli orti coltivati insieme da tutti i coinquilini.
Avviato nel 2011, il progetto “ECO Courts – cortili ecologici” è giunto a conclusione ed è pronto a tirare le somme. Oggi, 28 novebre, fa tappa a Padova, una delle città capofila.
I risultati parlano di coinvolgimento di famiglie e di cittadini, di riduzione dei consumi e dunque di risparmio, di best practice.
In pratica, inizialmente sono state raccolte le buone pratiche nazionali e internazionali in tema di risparmio delle risorse e riduzione dei rifiuti, anche via web. Poi si è attivata una comunità di condomini associati alla cooperazione di abitanti e accessibile anche a singole famiglie, e parallelamente una web community ECO Courts. Il kit informativo e interattivo per la gestione ecoefficiente degli alloggi e dei condomini ha fornito uno strumento di calcolo e monitoraggio dei consumi e una raccolta di eco-consigli. Sono anche stati scelti alcuni condomini-pilota che testassero tali strumenti, poi il kit è stato dato a tutti i membri dei condomini selezionati e della web community.
Quattro condomini pilota
Sono stati quattro i condomini, selezionati per dimensione e tipologia edilizia, coinvolti nel progetto attraverso le cooperative dei loro abitanti. Sono stati presi in considerazione sia edifici di vecchia costruzione, che necessitavano di interventi di efficientamento energetico, sia caseggiati più moderni. A ciascuno è stato chiesto di sviluppare un Piano di azione condiviso tra gli abitanti, individuando una o più azioni di risparmio che riguardassero il caseggiato e l’intera comunità, e in secondo luogo di partecipare come famiglie compilando un Piano d’azione per la propria abitazione seguendo alcuni degli eco-consigli proposti dal tutorial del progetto.
Le cooperative (AIC-sistema abitare, Ferruccio Degradi, UniAbita, Ecopolis) hanno collaborato al percorso di coinvolgimento degli abitanti, mentre le “comunità” di cittadini diventavanp il luogo ideale dove avviare iniziative in forma collaborativa di riduzione dello spreco di risorse. Così – spiegano gli organizzatori – l’economia sostenibile incontra la cooperazione di abitanti e si fa creativa, contribuendo a cambiare gli stili di vita e anche a rinsaldare rapporti sociali improntandoli alla solidarietà.
Finanziato dalla Commissione europea attraverso il programma LIFE+, il progetto è stato coordinato dal Settore Ambiente del Comune di Padova e realizzato in partnership con Finabita, Legacoop, Associazione nazionale Cooperative di consumatori-Coop, Regione Toscana e Regione Emilia-Romagna: una partnership tra istituzioni pubbliche e mondo della cooperazione.
Pedali e casa si illumina
Sempre oggi si è svolta la premiazione degli “Eco courts awards”, il concorso indetto per premiare le migliori pratiche degli utenti della web community cortili ecologici www.life-ecocourts.it. Qualche esempio?
Alla Fattoria solidale di Brugine (Padova) cinque famiglie condividono tutto: bici, auto, prodotti dell’orto, laghetto di acqua piovana convogliata dalle grondaie per innaffiare le piante, compostaggio domestico. E per il risparmio energetico: pannelli fotovoltaici, stufe a legna e pellet. Una casa aperta all’insegna della condivisione nata dalla donazione di un signore di Brugine – Agostino – che volle donare le proprie proprietà per un fine sociale.
La famiglia di Lavinia Di Francesco, a Torino, ha messo a punto il terrazzo solare: l’impianto fotovoltaico installato alimenta l’illuminazione di casa e si sta realizzando un sistema che trasformi l’energia elettrica in energia potenziale così da immagazzinare il surplus prodotto. Qui, per ridurre i rifiuti, si producono in casa pane, birra, yogurt, marmellate, taralli, dentifricio, crema per la notte e molto altro.
In casa di Adriano Siti a Rubiera (RE), una serie di situazioni sfavorevoli ha portato a una bella idea. Dapprima la necessità di fare una ginnastica specifica per il ginocchio con la cyclette, poi il terremoto e l’alluvione che spesso ha fatto rimanere il signor Siti senza energia elettrica. Alla fine – con un motore a spazzole utilizzato in Cina, pochi accorgimenti per modificare una vecchia Atala e poi la progettazione di un sistema elettrico – il signor Siti oggi pedala, il ginocchio sta meglio e la casa si illumina. Geniale.