Con un post su Facebook, Roncadin – l’azienda delle pizze surgelate di Meduno, Pordenone, devastata da un incendio nel settembre 2017, e tornata alla produzione in sole 72 ore, grazie anche alla solidarietà dimostrata da clienti e fornitori – ha raccontato di avere scelto i pandori Melegatti per il dono di Natale.
“Ultima settimana prima della pausa natalizia, in azienda si consegna la strenna a tutti i dipendenti e collaboratori.
Quest’anno abbiamo deciso di acquistare circa seicento pandori direttamente da Melegatti, per sostenere concretamente un’importante realtà che ha contribuito a creare la storia e la tradizione dell’industria alimentare italiana.
Da Meduno a San Giovanni Lupatoto (VR), i nostri migliori auguri di buon Natale e un 2018 di ripartenza a tutti i lavoratori di Melegatti!”
Questo il post pubblicato il 17 dicembre.
A sostenere Roncadin erano stati in molti: Friulovest Banca aveva congelato delle rate dei mutui ai dipendenti dell’azienda, un segno di solidarietà concreta per il territorio in cui è nata la banca. Non solo: anche i fornitori e i partner si erano mobilitati per dare una mano alla ripartenza. Fra i primi Zerbinati, azienda di Casale Monferrato specializzata in verdure di “quarta gamma” (ovvero le verdure fresche pronte al consumo, quelle che i consumatori chiamano “in busta”) e Autotrasporti Tavano, il partner logistico di Coseano (UD) che sabato 23 settembre, il giorno dopo l’incendio, aveva fatto accorrere i propri mezzi a Meduno per spostare le materie prime di Roncadin nei magazzini decentrati. Ancora, l’aiuto di Henkel Italia, fornitore di circa 30 tonnellate di colla che viene utilizzata per chiudere gli astucci.
“Boccate di ossigeno”, le aveva definite l’amministratore delegato Dario Roncadin. Che oggi restituisce in qualche modo il supporto ricevuto. Storie di mutuo aiuto fra aziende che si sono verificate anche in altre occasioni: come il tornado che ha colpito la Riviera del Brenta nel luglio 2015.
Fra le più colpite c’era la Neon Stefanello srl, produttrice a Dolo di insegne. La forza del vento aveva divelto la copertura dello stabilimento di circa 4metri quadrati. Il crollo aveva provocato oltre 300mila euro di danni e frenato la produzione proprio nel momento in cui, dopo un periodo di crisi, importanti commesse da evadere facevano sperare in una buona ripresa.
“Ci siamo sentiti abbandonati – aveva detto Sonia Stefanello, amministratore di Neon Stefanello-. Le istituzioni non ci considerano una priorità, ci siamo dovuti arrangiare. A tenderci una mano è stata un’altra azienda, Colorificio San Marco Spa: il suo contributo ci ha commosso e ci ha dato la carica per ripartire, più forti di prima”.