Grezzana, provincia di Verona, 11mila abitanti e 110,9 imprese registrate ogni mille abitanti, 23,2 per chilometro quadrato. All’unanimità il consiglio comunale ha deciso di trasferire la sede municipale; da via Roma, in centro, ad Azzago, località a quota 630 metri. Trenta metri in più di quella “quota 600” che decide l’esenzione o meno dei terreni agricoli dall’Imu (terreni privati visto che il Comune non ha terreni agricoli).
«Spostare la sede comunale non è stata una scelta facile e nemmeno presa senza meditare su effetti e conseguenze- spiega il sindaco, Mauro Fiorentini -. Il decreto del governo, che avrebbe dovuto mettere in ordine i comuni montani, era nell’aria da tempo, ma nessuno si sarebbe immaginato che l’individuazione del criterio della “montuositá” sarebbe stato così banale e superficiale: l’altitudine della sede municipale!».
Grezzana – la cui idea sta già facendo scuola in paesi vicini – come molti comuni italiani ha la sede municipale nel fondo valle. «Il nostro fondo valle è caratterizzato dalla presenza preponderante degli abitati e di aziende perlopiù appartenenti al settore lapideo. I terreni agricoli si trovano in “alto” e in molti casi sopra i 600 metri. La nostra speranza era che il decreto prevedesse l’individuazione di micro zone, così che i “montani” continuassero a non pagare, mentre i “non montani” pagassero». Così, invece, vale solo il criterio dell’altezza del munipio, e non conta dove si trova davvero il terreno.
Ma così non è stato. «Il 28 novembre – prosegue il sindaco – esce questo decreto “lunare” retroattivo dal primo dell’anno, contrario allo Statuto del Contribuente, che a causa delle generali proteste il governo promette di cambiare per poi limitarsi a prorogare la scadenza del pagamento senza nessuna modifica sostanziale. Solo promesse. Ai sindaci si chiede nuovamente di fare gli esattori e contestualmente ai Comuni vengono tolti 350 milioni di euro (per noi 126mila euro), valore ottenuto come stima degli incassi, stima assurda e costruita a tavolino. Tali soldi non servono al governo per diminuire il debito pubblico o la tassazione ma per alimentare la spesa. Il nostro comune, per inciso, contribuisce al Fondo di Solidarietà Comunale con una somma molto superiore di quanto riceva dal Fondo stesso».
Oltre il danno anche la beffa, decidono gli amministratori. «Il governo da un lato dice che diminuisce le tasse e dall’altro fa spending review tagliando i fondi agli Enti locali e aumentando la tassazione locale. Troppo facile! E quindi abbiamo pensato che se questo governo, dopo mesi di incubazione, riesce a produrre un decreto che invece di tener conto del territorio si basa sull’altitudine di un punto, un solo punto, allora prendiamo questo punto è portiamolo il più alto possibile. L’idea ci è venuta così, di istinto, come risposta all’arroganza dell’Ente superiore e come provocazione abbiamo inserito anche noi la retroattività della variazione dal 1 gennaio 2014».
La finalità è «mandare un messaggio forte e chiaro al Governo. Il 2015 prevede per i Comuni pesanti tagli che come al solito saranno pressoché lineari. Non so come faremo, ormai si vive alla giornata. Diciamo basta ai tagli indiscriminati, stop all’introduzione di imposte locali che di locale hanno solo il nome, altrimenti i Comuni non saranno più in grado di erogare alla popolazione i servizi essenziali».