La Regione Veneto fornisce ai pastori il materiale per recinzioni anti lupo

Seicento metri lineari di recinzione e 2.400 metri di filo elettrificato sono stati installati dai tecnici della Regione Veneto insieme ai volontari della sezione Grandi Carnivori del CAI Veneto a Malga Campo Cavallo, nella piana di Marcesina, in comune di Enego, per proteggere il gregge dell’azienda Cortese Denis (nella foto il pastore al lavoro) dalle predazioni del lupo. Si tratta dell’ottavo intervento della Direzione Agroambiente Caccia e Pesca della Regione Veneto, in accordo con la Spettabile Reggenza dei Sette Comuni e con il supporto del CAI, a tutela degli allevatori che portano il loro bestiame d’estate nelle malghe dell’Altopiano Vicentino.

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Nella notte del 31 luglio scorso il branco di predatori aveva fatto strage di 43 pecore a Malga Campo Cavallo, cogliendo l’opportunità di assalire il gregge del Cortese all’interno di una adeguata recinzione mobile fornita in comodato d’uso gratuito dalla Regione Veneto, ma che non rispettava i parametri minimi di elettrificazione. All’indomani, nel corso del sopralluogo tecnico per accertare l’entità del danno, il responsabile dell’unità della Regione Veneto distaccata presso l’Unione montana dei comuni dell’Altopiano, Emanuele Pernechele, ha consigliato all’allevatore di installare una recinzione semi-permanente nei pressi della malga per una lunghezza complessiva di circa 600 metri e con almeno 4 ordini di filo, offrendo gratuitamente materiale, supporto tecnico e logistico. “All’interno di questo perimetro – spiega Pernechele, che, assieme al tecnico incaricato dalla Regione Manuele Panozzo, ha diretto i lavori di installazione –  l’allevatore andrà a stabulare le pecore durante la notte che a loro volta saranno rinchiuse in un recinto mobile: ci sarà quindi un doppio recinto, per evitare non solo che i lupi si avvicinino pericolosamente alle pecore, ma anche l’effetto trappola che uno spazio chiuso può ingenerare in un gregge impaurito dalla presenza del lupo”.

La Regione Veneto ha fornito reti, pali in vetro resina, filo elettrificato  ed elettrificatore con pannello solare e tutti gli accessori in comodato d’uso gratuito, fino al termine della stagione di monticazione. L’allevatore invece si è procurato la batteria e ha messo a disposizione i pali di legno già presenti in loco e l’attrezzatura necessaria.

1335-2019-foto-recinto-malga-cavalloAl termine delle operazioni di installazione delle recinzioni, l’impianto di elettrificazione è stato correttamente messo in funzione, consentendo fin da subito l’ingresso delle pecore nell’area di pascolo protetta. “Di fronte alla minaccia arrecata dal lupo alle attività di pascolo e di allevamento all’aperto – dichiara l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan – la Regione sta assicurando non solo il pieno indennizzo dei capi vittime delle predazioni, ma soprattutto pronta assistenza ad allevatori e pastori. In 8 casi su 10 gli attacchi del lupo hanno preso di mira bestiame privo di qualsiasi tipo di protezione oppure contenuto in recinti inefficienti o realizzati in modo inadeguato. Per questo la Regione sta intervenendo, con i propri tecnici e con proprie risorse, per installare protezioni idonee e aiutare gli allevatori ad adottare tutte le strategie di prevenzione a difesa dell’attività delle 700 malghe presenti nel territorio regionale e della sopravvivenza dell’economia montana”.

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(Nella foto la posa con l’aiuto dei volontari)

La Regione Veneto – ricorda l’assessore – ha stanziato quest’anno 200mila euro per gli indennizzi agli allevatori colpiti, ha portato a 160mila euro il fondo per finanziare interventi di prevenzione, come i recinti elettrificati e i dissuasori acustici, e sta sperimentando, prima in Europa, il progetto di barriere virtuali per esemplari geolocalizzabili mediante radiocollare. Inoltre, mette a disposizione un milione di euro del Programma di sviluppo rurale per sostenere al 100%, le spese degli allevatori per recinzioni mobili, semipermanenti e fisse, dissuasori acustici e sistemi di allarme. Sulla base dei parametri minimi stabiliti dalla Regione, sarà l’allevatore stesso a scegliere la tipologia degli strumenti di prevenzione da acquistare a seconda delle caratteristiche del suo pascolo, alpeggio ed allevamento. Per sostenere questa scelta sarà guidato dai tecnici esperti della Regione Veneto. Il bando per presentare domanda di finanziamento (Misura 4.4.3) resta aperto sino al 3 settembre.

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“Nell’ambito delle nostre competenze regionali – conclude l’assessore – abbiamo adottato ogni possibile strumento utile e continueremo a farlo, d’intesa con le associazioni degli allevatori e i rappresentanti del territorio, per difendere l’ecosistema montano e gestire la presenza dei grandi carnivori. Purtroppo non abbiamo trovato alcuna interlocuzione con il ministero dell’Ambiente che, nonostante i nostri pressanti inviti a incontrare allevatori e abitanti dell’Altopiano e della Lessinia e le ripetute richieste istituzionali avanzate con le regioni contermini di un vero piano di gestione e contenimento del lupo, ha continuato a ignorare il problema crescente delle predazioni e tutte le nostre proposte per una gestione attiva della specie predatrice”.

Il primo radiocollare

Intanto all’inizio di agosto, nell’area vicentina del Monte Grappa, è avvenuta la prima cattura in Veneto di un esemplare di lupo al quale è stato apposto il radiocollare satellitare che ne monitorerà d’ora in poi tutti gli spostamenti. Si tratta di una femmina adulta del peso di 35 Kg, in buone condizioni, non allattante: non appena catturata, secondo le modalità del protocollo di intervento approvato dall’ISPRA e dal Ministero dell’Ambiente, la lupa è stata sedata per effettuare le misurazioni biometriche, i prelievi per la genetica e apporre il radiocollare. Subito dopo l’esemplare è stato rilasciato: ora il radiocollare, mediante segnali Gps, consentirà di seguirne con regolarità comportamenti e spostamenti e di attivare, in via sperimentale, nuovi sistemi di allerta rapida, ogni qualvolta l’animale supererà le cosiddette ‘barriere virtuali’ per la sicurezza degli allevatori della zona.

Il monitoraggio del radiocollare rientra nelProgetto sperimentale per la gestione proattiva del lupo in Veneto attraverso catture e telemetria satellitare”, finanziato con 150 mila euro dalla Regione Veneto, e affidato al gruppo lavoro messo in campo dal Dipartimento di medicina veterinaria dell’Università di Sassari, con il coordinamento scientifico del professor Mario Apollonio.

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