Giovani che investono su se stessi, e sul futuro, rendendosi indipendenti dall’aiuto delle famiglie. Il metodo è un prestito personale senza garanzie reali (non serve possedere un immobile o altro), che si ottiene in base alla propria performance accademica. Vale per l’università, ma anche per altre scuole professionalizzanti come la scuola per piloti Alitalia, ed è sufficiente essere maggiorenni.
In Italia è poco conosciuto, e ancor meno diffuso, eppure il prestito per lo studio è ormai una realtà consolidata in molti Paesi, con una percentuale di richiedenti che varia dal 25 al 40%. Per spingere sull’utilizzo di questo strumento è nata Habacus, la startup innovativa – forse l’avete incontrata anche venerdì 29 a Job & Orienta, in fiera a Verona – costituita alla fine del 2017 e attiva nel campo della finanza per l’istruzione con lo scopo di rendere le risorse finanziarie accessibili agli studenti di università e scuole professionalizzanti, per promuovere l’istruzione di alto livello.
Di fatto diventa un interlocutore privilegiato tra l’ecosistema universitario e il mondo della finanza: il primo certificatore in Italia della performance accademica degli studenti, che, attraverso una piattaforma di proprietà, monitora e analizza i dati sull’andamento scolastico dei candidati per garantire l’accesso al credito.
Come funziona? Bisogna riuscire a centrare almeno l’80% dei crediti del semestre. Le verifiche sono appunto semestrali, e il prestitio viene erogato a scaglioni. Se si è al primo anno, basta attendere i primi sei mesi.
Habacus non punta solo a sbloccare le risorse finanziarie per gli studenti, ma si prefigge lo scopo di fornire supporto necessario ai candidati nell’ottica di un percorso di life long learning (non si smette mai di imparare) e di empowerment (miglioramento). La startup intende infatti responsabilizzare gli studenti sull’importanza di investire in sé stessi, non solo per conseguire una formazione di alto livello, ma anche per insegnare a credere nelle proprie capacità per essere competitivi nel lavoro del futuro.
A fondarla a fine 2017 è stato Paolo Cuniberti, che ha declinato la sua trentennale esperienza nella finanza internazionale a servizio dell’innovazione creando una piattaforma in grado di connettere il mondo dell’istruzione a quello delle finanza sostenibile ponendo al centro lo studente. Ad affiancarlo Camilla Budelli, COO, che ha capitalizzato un’esperienza di successo di gestione di due startup innovative a capitale estero. “Il nostro è un approccio assolutamente laico – spiega Cuniberti – Non ci interessa la situazione personale o familiare dello studente, e nemmeno se abbia una famiglia che può supportarlo. Basta essere residenti in Italia, anche se si sceglie di studiare all’estero. Il prodotto finanziario è studiato con Intesa Sanpaolo, ma noi non vendiamo un finanziamento, lo’obiettivo è dare uno strumento di crescita”.
Habacus conta a oggi 9 dipendenti, ha uffici italiani a Milano e Treviso e un ufficio estero a Londra, in contatto con le principali associazioni studentesche d’Italia. In pochi mesi di operatività, da febbraio 2019, ha già erogato oltre 2.600 certificazioni con un massimale di 50mila euro a studente, previa valutazione dei requisiti di accesso. Un risultato incoraggiante e in crescita costante, con un +197% nel solo mese di settembre.
Habacus si rivolge a un pubblico di circa 3 milioni di studenti in Italia e collabora con 130 istituti tra Università, Afam, Its e scuole superiori specializzate, come la Scuola per Piloti di Alitalia, e 220 enti formativi all’estero.
Gli studenti vengono accompagnati step by step: nella richiesta del prestito, nella produzione della documentazione necessaria, nella gestione delle procedure amministrative con gli atenei, nel monitoraggio del percorso di finanziamento, per il perseguimento della maggiore employability (l’occupabilità) possibile.
Per ottenere la certificazione da parte di Habacus non conta la media scolastica dello studente bensì la costanza e la puntualità nel rispettare gli impegni e le tempistiche accademiche. Al centro sta la responsabilità dello studente: per candidarsi ed ottenere il bollino di qualità è sufficiente infatti avere la residenza in Italia, non è di alcuna rilevanza la cittadinanza dello studente, così come sono irrilevanti il reddito o la condizione sociale di partenza nella valutazione complessiva del candidato.
Habacus ha avviato una collaborazione strategica con Intesa Sanpaolo per l’erogazione di Per Merito. Il finanziamento offre agli studenti l’accesso – senza dover fornire garanzie personali o familiari – a una linea di credito a tasso fisso, pari al 2%: fino a 5.000 euro l’anno per i fuori sede e 3.000 euro per chi studia in sede, per cinque anni, per coprire spese di studio, mobilità, residenza e periodi formativi all’estero. Per università all’estero o master si può arrivare fino a un massimo di 50.000 euro.
E come si restituisce? “Abbiamo pensato a un periodo ponte, quello fra la fine degli studi e l’inizio di un lavoro – spiega il fondatore – Di fatto si può iniziare la restituzione due anni dopo la laurea, con la possibilità di cercare impiego senza l’assillo delle rate; è inoltre possibile restituire il credito fino a 30 anni“. Gli studi disponibili finora indicano però che la maggioranza estingue il prestito in sette-dieci anni.
Perché un prestito studentesco?
- Perché è un investimento personale: un modo per i candidati di conquistare la consapevolezza di sé e il controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni.
- Perché è un investimento culturale: un modo per aiutare a cambiare la mentalità di tanti giovani italiani a “uscire dal guscio” familiare, e per rivalutare il concetto stesso di prestito: non più “male necessario” ma una chiave che apre le porte del proprio futuro.
- Perché è un investimento sul capitale umano: un modo per arricchire il percorso accademico con esperienze formative valorizzando il proprio talento.