L’emergenza Covid 19 sta portando a ripensare gli spazi di vita e di lavoro, in modo probabilmente strutturale anche dopo l’attenuarsi dell’allarme per la pandemia.
Un esempio di come gestire la situazione è quello della Rotas Italia, azienda trevigiana attiva dal 1967 nella produzione di etichette ‘intelligenti’ (e ora anche dispositivi di protezione sanitaria), con oltre 150 collaboratori, sedi anche a Firenze e Barcellona e una produzione nel 2019 più di 500 milioni di pezzi, in 18mila varianti, per vino, alimenti, cosmetici, farmaci e altri usi. Qui si potrà lavorare all’aperto, in una area verde di quasi due ettari dietro lo stabilimento, che sarà disponibile anche come zona relax per tutti i collaboratori dell’azienda e i loro famigliari.
L’inaugurazione lo scorso fine settimana, con una cerimonia alla presenza del sindaco di Treviso Mario Conte e della presidente di Assindustria Venetocentro Maria Cristina Piovesana, ora Vicepresidente di Confindustria con delega ad Ambiente, Sostenibilità e Cultura.
“E’ uno spazio nuovo – spiega il fondatore e titolare di Rotas, Francesco Celante – in cui sarà possibile lavorare, naturalmente in piena sicurezza, con la garanzia di una potente connessione wi fi, e in cui ciascun collaboratore troverà la postazione più idonea per lavorare con il giusto benessere. Al tempo stesso, per i collaboratori impegnati in produzione il nuovo parco sarà un’area di relax e pausa. Vi potranno accedere anche i famigliari, soprattutto i più piccoli, in occasioni di festa e condivisione. Chiedo solo educazione e rispetto, e per questo non ho messo cestini dando responsabilità a ognuno di eventuali rifiuti”.
Il progetto ha un importante valore ambientale, perché lo spazio ora destinato ad ‘ufficio’ en plein air, tra i fiumi Pegorile e Botteniga in una zona di grande pregio naturalistico, era, fino a poco tempo fa, in stato di forte degrado e abbandono. Francesco Celante (in foto), ha acquistato nel tempo i terreni dai proprietari, provveduto allo sgombero di rifiuti (‘diversi camion di roba’, racconta) e iniziato il ripristino ambientale, con il sostegno del Comune di Treviso che ha offerto 125 alberi delle varietà che caratterizzano l’ambiente fluviale di risorgiva nella pianura veneta: 5 tigli, 15 bagolari, 26 olmi, 14 frassini, 26 ontani neri, 14 carpini betullus, 10 lecci e 15 salici. Altri 100 li ha piantati direttamente Rotas.
La nuova area verde copre 18mila metri quadrati e sarà al tempo stesso un innovativo luogo di lavoro (anche nel rispetto delle disposizioni anti covid 19) e zona relax per i collaboratori dell’azienda e i loro famigliari.
“Anche per questo – continua Francesco Celante – abbiamo realizzato un nuovo ponte sul fiume Pegorile, progettato dal noto progettista Enzo Siviero, che collega il parco all’azienda, in un punto dove è possibile visionare al meglio la bellezza di questo ambiente fluviale ed è pure simbolo di un nuovo legame tra lavoro e natura che da sempre auspichiamo”. Il ponte in questo modo assume positivamente un significato simbolico.
Si tratta di un investimento importante, anche dal punto di vista economico, e un nuovo esempio dell’impegno pluriennale di Rotas per la sostenibilità: “Disponiamo fin dall’inizio della nostra attività di un impianto di depurazione delle acque, ricicliamo i panni di pulizia e aderiamo al progetto Rafcycle che consente di riutilizzare i sottoprodotti generati dalle etichetta nella produzione di nuovi materiali, anziché destinarli alla discarica. Da sempre la sostenibilità è un fattore differenziante della nostra produzione, insieme alla ricerca e innovazione. Lo è anche nell’impegno per il territorio e per il benessere dei nostri collaboratori”, spiegano in azienda.
“Rotas è un esempio di azienda socialmente responsabile e sostenibile, capace di collegare le ragioni dell’ambiente e del lavoro, e va dato merito a Francesco Celante per avere avuto visione e capacità di concretizzare un progetto così impegnativo. Per la rigenerazione ambientale e la sostenibilità, come ho già detto, la speranza si chiama impresa e occorre raccontare, ed esserne orgogliosi, le storie virtuose come quella di Rotas”, dichiara Maria Cristina Piovesana.
Il Sindaco di Treviso Mario Conte ha ringraziato Rotas per il progetto (e anche per la donazione di mascherine prodotte dall’azienda.
Sul nuovo ponte interviene il progettista Enzo Siviero, ingegnere e docente universitario: “Francesco Celante mi ha chiesto un ponte ‘bello’ e insieme a due miei allievi, Alessandro Stocco ed Emanuele Culatti per la componente architettonica e paesaggistica, e a due ingegneri del mio studio, Federico Zago e Luigi Rebonato per la parte strutturale e di cantiere, abbiamo subito elaborato un’idea e poi in breve presentato il progetto. Abbiamo voluto interpretare insieme l’azienda e il paesaggio, con l’accostamento di legno e acciaio, elementi curvi ad altezza variabile e un accesso all’area verde che consentisse di apprezzare la bellezza del fiume. Purtroppo, l’entusiasmo iniziale è stato colpito, nella fase di realizzazione, prima da ostacoli burocratici e poi dall’emergenza Covid 19. Ma adesso il sogno del rendering è diventato realtà e lo presenteremo a Footbridge 2021 di Madrid per il premio specificamente previsto per i ponti di piccola luce per le componenti estetica e tecnologica”.
Il ponte Rotas sul Pegorile si sviluppa in circa 21 metri per 4 metri di larghezza con un tracciato che si innalza al centro, permettendo di guardare al fiume Pegorile all’altezza di un metro rispetto al livello dell’acqua. Inoltre la geometria rispetta la normativa sulle barriere architettoniche, permettendo il facile superamento del dislivello anche a persone su sedia a rotelle.
Per tutta la lunghezza del ponte, ai bordi, è posizionata una cordolatura che nella parte centrale si trasforma in seduta in legno e si conclude con fioriere che degradano verso il terreno. La struttura è in acciaio ma tale materiale non viene percepito, in quanto i prospetti sono composti da costolature lignee, curvilinee che coprono l’impalcato metallico.
Le politiche innovative in tema di benessere aziendale sono una costante a Nordest: alla Steelco, sempre nel Trevigiano, sono stati aperti orto e palestra aziendale.