Un’amicizia forte, nata «ancora prima di iniziare il Master, durante i colloqui di selezione, e via via cresciuta durante le lezioni». Daniele Piccinini e Daniel Squillaci hanno frequentato il Master in Economia del turismo (CISET, a Oriago, per la prossima edizione selezioni a settembre) nell’anno 2003/2004. Poi le loro carriere hanno preso strade differenti.
«Nel 2007, dopo alcuni anni di esperienza, prima all’estero poi in altre realtà italiane ci ritroviamo, quasi per caso, a Venezia, entrambi con una valigia ancora da aprire e piena di sogni ed aspettative. Le idee non mancano e la voglia di realizzare qualcosa di nostro cresce lentamente. Al termine di una lunga stagione turistica, nel gennaio 2011, decidiamo di prenderci una settimana di ferie e passare alcuni giorni al caldo a Playa del Carmen».
Qui, proprio nell’ultimo giorno, Daniel conosce quella che diverrà la donna della sua vita, Karla, e dopo circa 10 mesi e molti viaggi in Mexico sulle spalle decide di trasferirsi a Merida, Yucatan.
«Chiaramente un’amicizia così forte non può essere limitata dalla distanza: decido di passare da Merida per conoscere qualcosa in più sulla città dove vive Daniel – spiega Daniele -. Durante la mia terza visita, per caso, conosco quella che diverrà mia moglie, Fabiola». Un altro incrocio d’amore fra Italia e Messico, raccontato in questi giorni via mail «dalla calda e soleggiata Merida: oggi, come ieri e domani, sono attesi più di 35°C; qui la primavera e l’inverno hanno davvero ritmi, colori e clima differenti rispetto alla nostra bella Italia».
«Ormai entrambi trasferiti a Merida decidiamo finalmente di aprire la nostra valigia e di realizzare uno dei nostri sogni, aprire un nostro boutique hotel, una struttura semplice ed elegante allo stesso tempo, italiana ma che richiami l’arte coloniale, dove ogni dettaglio abbia un significato e sia correlato agli altri, il tutto con un chiaro obiettivo, quello di creare un nuovo concetto di ospitalità, più che un hotel una casa in cui accogliere i nostri ospiti e amici, un’accoglienza tipicamente italiana nel cuore di una delle città più coloniali e più messicane del Paese».
Contattiamo uno dei migliori architetti locali ed a settembre 2014 inauguriamo il nostro boutique hotel, Casa Italia Yucatan. Poi da cosa nasce cosa e così da poco abbiamo intrapreso un nuovo cammino, dare una svolta al ristorante del nostro hotel, con l’appoggio dello Chef Federico Morchio, con l’obiettivo di portare a Merida, nel cuore del Messico, un angolo di una cucina di casa italiana, proprio quella cucina dove la domenica si prepara la pasta fresca, per creare un luogo in cui poter assaggiare i sapori dell’Italia amalgamati con un tocco di caraibico e di sapori e colori locali. Oggi siamo classificati come il secondo hotel di Merida in Tripadvisor ricevute dai nostri amici, gli ospiti che hanno abbiamo avuto la fortuna di ospitare nella nostra casa.
Al ristorante il menu è basato principalmente su differenti tipologie di paste (tutte preparate secondo ricette 100% italiane), piatti di carne e pesce, dessert. La materia prima la comperiamo in 2/3 negozi specializzati dove si posso trovare prodotti italiani, i vini arrivano da un importatore italiano, frutta e verdura direttamente dai vari mercati al 100% locali, ovvero a kilometro 0.
Daniele, neo quarantenne, laureato in Biologia, e Daniel, 35 anni, laurea in Lingue, hanno messo nell’impresa tutte le loro risorse: «Qui è molto difficile accedere a finanziamenti se si è stranieri, qualcosa si inizia a muovere dopo i primi due anni di attività quando si può comprovare con il bilancio aziendale di poter pagare le rate. I fondi che abbiamo utilizzato per avviare l’attività, compresi quelli per i lavori di ristrutturazione dell’immobile, sono stati interamente apportati da noi».
Anche la parte burocratica è “impegnativa”: «I permessi richiesti sono numerosi e spesso concatenati (cioè alcuni permessi sono indispensabili per poi poter ottenere i successivi). Sono richiesti permessi di uso del suolo (valutano la vicinanza di scuole, altre attività commerciali, viabilità, parcheggi, ecc ecc), permessi rispetto ambiente, salubrità, sicurezza, conservazione del patrimonio artistico».
Un iter lungo: «A noi hanno chiesto, se non mi ricordo male, 22 differenti permessi. Inoltre vanno considerati le differenze culturali e il “rapporto umano”: nell’ottenimento dei permessi è importante anche come si richiedono». Per chi volesse tentare una simile avventura, «il nostro consiglio è quello di affidarsi ad una persona fidata del luogo, specialista nel settore. Detto tutto ciò, quando si hanno tutti i requisiti necessari, si può partire».