Il primo attrezzo, un tornio comprato dai tedeschi in ritirata, grazie al prestito di un amico poi diventato socio. Settant’anni dopo, quell’azienda nata il 25 aprile 1945 assume e progetta di ingrandire il capannone. La “Dalla Riva Giannino”, a San Martino Buon Albergo, provincia di Verona, oggi ha 19 dipendenti ed è specializzata in meccanica di precisione, lavorazioni di fresatura e alesatura: qui i giovani lavorano al fianco di quelli che hanno visto la storia e la crescita dell’azienda, «perché quando un dipendente rimane per anni vuol dire che a essere contenti sono in due, il lavoratore e il datore di lavoro», diceva il fondatore.
Giannino Dalla Riva, classe 1910, per fondare l’impresa fondata su quel tornio si era licenziato dalla Saifecs di San Giovanni Lupatoto. Libertà a 360 gradi, anche nel lavoro. Qualche tempo dopo a lui si era aggiunto il socio Ezio Airaghi, e la ditta aveva cambiato nome in Gamma. Ma c’erano due figli da avviare al lavoro: sono gli attuali proprietari, il primogenito Ferruccio e Carlo. Così la Dalla Riva tornò nelle mani della famiglia per non uscirne più, con il capostipite al comando fino a settant’anni suonati. Reinvestire i capitali nell’azienda, produrre a casa propria, e che l’azienda resti in famiglia: con questi principi, oggi, è entrata anche la figlia di Ferruccio, Silvia.
«Altri avrebbero magari preferito vendere e realizzare un bel gruzzolo da lasciare ai figli», racconta Ferruccio, la cui moglie, Luciana, per trent’anni ha lavorato al fianco del marito e del cognato, «ma mio padre non poteva pensare di far finire una storia così, proprio nel suo paese, dopo tanti sacrifici. Un modo per dare una buona posizione ai figli, ma anche a tanti altri giovani, che anche oggi imparano il mestiere».