Le imprese di Padova e Treviso, riunite in Assindustria Venetocentro, prendono l’iniziativa per capire se il sistema imprenditoriale possa avere un ruolo nel «creare occupazione ed accoglienza per qualche profugo o famiglie afghane che in questi anni abbiano collaborato con la nostra ambasciata, con i corpi diplomatici, militari e umanitari e che, per le competenze che hanno maturato e per la condivisione dei nostri valori, possano essere inseriti nelle nostre imprese e nelle nostre comunità». E già nelle prossime settimane questi temi saranno approfonditi – nelle diverse possibilità e modalità – tramite l’Ambasciata e la Presidenza del Consiglio.
«La complessa e repentina evoluzione della situazione in Afghanistan, pone tutto l’Occidente di fronte ad uno scenario geopolitico imprevisto e imprevedibile – scrive in una lettera aperta il presidente di Assindustria Venetocentro Leopoldo Destro (in foto) -. A prescindere dal giudizio politico sugli accadimenti, che ciascuno può legittimamente esprimere, l’Europa e il nostro Paese non possono voltarsi dall’altra parte e rimanere indifferenti rispetto ai profili umanitari che la vicenda afghana sta assumendo. In particolare, non si possono non tenere in considerazione il punto di vista umanitario e il rispetto dei diritti umani, delle donne e dei bambini e di tutti coloro che – in questi anni – hanno collaborato con i Paesi occidentali, tra cui il nostro, con l’obiettivo di favorire l’introduzione in Afghanistan di diritti universali come il diritto alla salute e all’istruzione, la tutela dell’infanzia e delle donne.
Per queste ragioni, principalmente umanitarie, ci sentiamo coinvolti e chiamati in causa, come cittadini e come sistema imprenditoriale, nel non lasciare soli e nel non tradire la fiducia di coloro del popolo afghano che hanno visto nella nostra presenza in quel territorio un segnale di speranza collaborando all’affermazione di questi diritti. Tutte persone che oggi potrebbero trovarsi esposte a ritorsioni, repressioni e privazione delle libertà fondamentali.
Partendo da queste considerazioni, negli ultimi giorni abbiamo avuto contatti con la Presidenza del Consiglio per approfondire tempi e modi di possibili iniziative a sostegno di questa parte della popolazione Afghana. Una volta conosciute le necessità, l’obiettivo è quello di verificare – assieme alle imprese associate sensibili a queste problematiche – se ci siano le condizioni per creare occupazione ed accoglienza per qualche profugo o famiglie afghane che in questi anni abbiano collaborato con la nostra ambasciata, con i corpi diplomatici, militari e umanitari e che, per le competenze che hanno maturato e per la condivisione dei nostri valori, possano essere inseriti nelle nostre imprese e nelle nostre comunità»,