Alla ripresa dell’attività industriale dopo le Festività, nelle fabbriche venete il 9,4% dei lavoratori in media è risultato assente per effetto di contagi oppure obblighi di quarantena, e per più di un’azienda su dieci (11,9%) manca oltre il 20% del personale.
È la fotografia di una indagine rapida condotta da Assindustria Venetocentro tra l’11 e il 12 gennaio su un campione rappresentativo di 628 imprese associate delle province di Padova e Treviso, per un totale di 53.242 dipendenti. Il risultato visibile è l’impatto della quarta ondata pandemica che rischia di raffreddare la ripartenza economica, combinandosi con lo shock energetico e la scarsità materie prime. L’impennata delle assenze sul lavoro registrata al 10 gennaio, +53,7% in media rispetto alle due settimane precedenti (ma per il 7,8% del campione l’assenteismo è aumentato più del 100%), ha già comportato oneri aggiuntivi o conseguenze sull’operatività per oltre metà delle aziende (53,2%): per il 33,9% la modifica di turni o orari di lavoro, per il 10,4% la ricerca (a ostacoli, a volte insormontabili) di personale da inserire temporaneamente o la chiusura temporanea o parziale di reparti produttivi per l’8,6%. Il tutto senza compromettere la prosecuzione regolare di attività e servizi e soprattutto senza fermi.
In questa condizione di incertezza la larga maggioranza degli imprenditori intervistati (75,8%) si dice d’accordo con l’introduzione dell’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori del settore privato e del pubblico. «Le aziende hanno risposto, ancora una volta, in maniera positiva alla recrudescenza dei contagi e agli inevitabili disagi per l’assenza di personale in quarantena – dichiara il presidente di Assindustria Venetocentro, Leopoldo Destro – grazie allo sforzo organizzativo messo in campo e alla responsabilità della larghissima maggioranza dei lavoratori. Siamo in una fase cruciale: dobbiamo evitare che la nuova ondata pandemica rischi di compromettere la ripresa economica e sociale».
Quanto alle misure per frenare l’impennata dei contagi, sottolinea Destro, «dopo il primo segnale sugli over 50, è il momento di considerare la decisione coraggiosa di estendere l’obbligo vaccinale a tutti, per difendere il lavoro e la sicurezza di tutti, e al contempo di risolvere questioni urgenti, come la proroga della cassa Covid nel turismo e in quei settori più colpiti dalla crisi, la proroga dell’equiparazione della quarantena alla malattia per evitare di gravare ulteriori costi sulle imprese e sui lavoratori».
Le imprese sono state in questi due anni presìdi di sicurezza grazie a protocolli e controlli serratissimi, e così è tuttora: fra le iniziative per contenere la possibilità di contagi interni si segnalano la generale riorganizzazione interna (per il 29,5% delle imprese), l’obbligo di mascherine FFP2 in azienda (per il 27,5%), l’incremento del ricorso al lavoro agile dove possibile (22,9%), l’effettuazione massiva di tamponi antigenici rapidi (13,7%).