**Aggiornamento del 9 marzo**
Si è tenuto stamattina un incontro urgente con la proprietà del gruppo Pro-Gest, come richiesto dalle organizzazioni sindacali, per analizzare nel dettaglio la situazione alla luce delle notizie sulla fermata delle cartiere a seguito della fiammata dei costi energetici.
“Consideriamo molto positivamente – hanno dichiarato Gianluca Carrega (Slc Cgil nazionale) e Nicola Atalmi (segretario generale Slc Cgil Veneto) – la scelta del presidente Zago di confrontarsi subito con i rappresentanti dei lavoratori. L’azienda ha condiviso con noi le preoccupazioni per il momento delicato e instabile.
Abbiamo ribadito con forza che i costi di questa crisi non possono essere scaricati sui lavoratori e il nostro timore che la fermata di un gruppo come Pro-Gest, per la sua primaria presenza in Italia in tutta la filiera, possa avere un effetto domino su tutto il settore.
Il presidente Zago ha assicurato innanzitutto che le lavoratrici e i lavoratori del gruppo avranno copertura per queste giornate di fermo e ha comunicato che sta predisponendo una serie di trattative con i clienti per riavviare la produzione (che alle condizioni attuali sarebbe in perdita) già dall’inizio della prossima settimana.
Abbiamo condiviso la necessità di sensibilizzare il Governo affinché si mettano in campo tutti gli strumenti disponibili per stabilizzare e contenere i costi energetici.
È già convocato un ulteriore incontro per martedì della prossima settimana“.
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*Pezzo aggiornato alle 18 dell’8 marzo in fondo (posizione sindacale)*
I riflessi dei rincari dei costi energetici sono sempre più pesanti per le imprese.
Pro-Gest – base a Ospedaletto d’Istrana (Treviso), il più importante produttore italiano di carte per ondulato e gruppo italiano leader nel riciclo con una capacità produttiva di oltre 1 milione di tonnellate di carta all’anno, attivo con sei Cartiere in Italia e un’integrazione a valle che comprende 20 stabilimenti che producono cartone e packaging dal Trentino alla Puglia – annuncia che la produzione delle sei cartiere del Gruppo attive in Italia sarà sospesa a causa dell’ulteriore aumento dei prezzi del gas naturale. A seguito della rapida escalation delle quotazioni del metano, ora ai massimi storici, Pro-Gest invoca la forza maggiore e decide di interrompere temporaneamente la produzione di tutte e nove le macchine continue di carte per ondulatore (i cartoni all’interno di molte confezioni anche alimentari) e tissue (il tessuto non tessuto, ad esempio dei fazzoletti di carta).
Accanto ai rincari energetici, la situazione dei prezzi delle materie prime, ancora in crescita, e l’aumento del costo dei trasporti impediscono infatti di mantenere il costo della produzione entro i limiti consentiti dal mantenimento dell’equilibrio finanziario complessivo.
Si tratta di una decisione presa con enorme rammarico dal Gruppo di proprietà della famiglia Zago (nella foto), in queste ore totalmente impegnata a cercare una soluzione nel minor tempo possibile e salvaguardare la solidità e stabilità del Gruppo, per questo costretta a una decisione immediata con grande senso di realismo. La carta, venduta a circa 680 euro a tonnellata, richiede oggi infatti circa 750 euro di soli costi energetici, al netto degli importanti investimenti effettuati dal Gruppo negli ultimi anni che consentono a Pro-Gest di avere un parco macchine all’avanguardia e stabilimenti allo stato dell’arte.
“È un momento di straordinaria e drammatica criticità che vogliamo superare quanto prima. Stiamo monitorando da vicino la situazione della guerra e siamo profondamente addolorati per il popolo ucraino, auspicando una soluzione immediata del conflitto armato. Anche a causa di queste gravi tensioni, il prezzo del gas naturale oggi è di oltre dieci volte superiore rispetto a dodici mesi fa ed è triplicato in poco più di una settimana. Ci auguriamo sinceramente di poter riprendere la produzione non appena le condizioni lo consentiranno e chiediamo alle istituzioni di intervenire per salvaguardare interi comparti produttivi, messi oggi fuori mercato da un aumento incontrollato dei costi”, afferma Francesco Zago, ad del Gruppo Pro-Gest.
Per il momento nessuna sospensione riguarderà invece gli impianti del Gruppo destinati alla produzione degli imballaggi. Pro-Gest gestisce anche 4 macchine per carta tissue con una capacità totale di 130.000 tonnellate all’anno.
Al momento non è stata attivata la cassa integrazione: “Sono state informate le sigle sindacali – spiega ancora Francesco Zago – e i lavoratori faranno qualche giorno di ferie, augurandoci che la fermata possa essere breve”. Difficile, però, individuare soluzioni nel medio e lungo termine: “Noi abbiamo impianti all’avanguardia basati o sulle tecnologie delle rinnovabili, principalmente per il packaging, o sul gas naturale per le cartiere che hanno bisogno di più energia e con le sole rinnovabili non sarebbero in grado di funzionare. Queste sono praticamente le uniche opzioni disponibili in Italia, pertanto al momento non abbiamo altre possibilità. Pensiamo che una strategia in questo senso vada pensata a livello di Paese, non di azienda, lasciando poi scegliere alle aziende fra diversi strumenti che, pensiamo sia ormai chiaro, non possono essere solo gas e rinnovabili”.
Il sindacato
Il giorno successivo all’annuncio del fermo si è espresso Nicola Atalmi, segretario generale Slc Cgil Veneto: “Da giorni il sindacato lancia l’allarme sul caro energia, dovuto in gran parte a manovre speculative ma anche alla terribile guerra in Ucraina, e sui rischi che corre il nostro settore produttivo.
La scorsa settimana la Slc Cgil ha organizzato una tavola rotonda sul tema, segnalando la necessità di dotarsi come Paese di un piano e di una strategia per affrontare problemi che potrebbero determinarsi sul rifornimento di gas, che rappresenta soprattutto per le aziende del ciclo della carta una fonte energetica fondamentale.
Sorprende e allarma molto, però, l’annuncio da parte del gruppo Pro-Gest della famiglia Zago del fermo di tutte le proprie cartiere, perché il costo dell’energia sarebbe già diventato insostenibile.
Tutte le altre aziende del settore, infatti, stanno continuando a lavorare nonostante l’aumento dei costi.
Segnaliamo inoltre che questa decisione potrebbe avere un effetto a catena, perché il gruppo Pro-Gest è fornitore anche di altre imprese.
Ci risulta infine strana la richiesta della cassa integrazione per sostenere il salario dei dipendenti, visto che è l’azienda ad aver deciso di fermare gli impianti.
Abbiamo chiesto, come organizzazione sindacale, un incontro urgente alla dirigenza del gruppo per affrontare la situazione.
Crediamo che il governo debba intervenire con la massima urgenza, perché i costi energetici rischiano di colpire in maniera pesantissima la ripresa economica post pandemica“.