Ha lavorato nel settore edile per quasi 40 anni e continuerà a farlo, per i due anni che ancora gli rimangono prima della pensione, ma per sole 24 ore a settimana anziché 40, consentendo così l’assunzione di un giovane lavoratore che era nelle graduatorie per la selezione degli operai.
In Trentino parte con un accordo sindacale tra il Servizio Bacini Montani e la Filca Cisl la prima staffetta generazionale tra operai nell’ambito del personale assunto dalla Provincia con contratto di diritto privato. Un accordo che soddisfa tutti: il lavoratore beneficia di una riduzione dell’orario di lavoro più adatta alle proprie esigenze personali e familiari; il Servizio Bacini montani può inserire nel proprio organico una forza nuova e giovane, contrastando il progressivo invecchiamento dei dipendenti in forza; e naturalmente il neo assunto e l’organizzazione sindacale, che ha assistito e sostenuto il lavoratore nella delicata fase propedeutica alla stipula dell’accordo sindacale.
La possibilità di attivare patti generazionali anche tra il personale assunto da soggetti pubblici con contratto di natura privatistica è stata disciplinata la scorsa primavera dalla Giunta provinciale di Trento (deliberazione n. 734 del 19 maggio 2015) con una modifica alle norme che regolano, all’interno del Piano degli interventi di politica del lavoro per il triennio 2011-2013, le azioni per l’incremento dell’occupazione mediante contratti di solidarietà e patti generazionali nonché l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza.
In sostanza si dà la possibilità, a lavoratori dipendenti vicini alla pensione, di ridurre il proprio orario lavorativo, consentendo ai giovani di entrare nel mercato del lavoro con un contratto a tempo indeterminato. Ai lavoratori coinvolti nella riduzione dell’orario di lavoro, in applicazione dei patti generazionali, l’Agenzia del Lavoro eroga un sostegno economico, per un massimo di tre anni, per far fronte alla perdita contributiva e retributiva conseguente alla riduzione dell’orario di lavoro, nella misura pari alla quota di contribuzione volontaria e al 50% della perdita retributiva derivante dalla riduzione dell’orario di lavoro, nell’ambito di un importo massimo di 7.000 Euro annui per lavoratore. Anche la Cassa Edile interviene per il riconoscimento contributivo delle ore di riduzione dell’orario di lavoro, sia per le ferie, la tredicesima e il premio di anzianità professionale.
In Veneto, a conquistare la scena è ancora una volta Luxottica: qui la staffetta è per la verità solo una parte – il sesto capitolo su 15 – dell’accordo raggiunto con il sindacato. L’azienda ha alle spalle 50 anni di livelli occupazionali crescenti, ma “il normale processo di turn over è stato frenato da riforme pensionistiche e di ammortizzatori sociali”. La staffetta serve dunque a ribilanciare la composizione della forza lavoro, favorendo nuovi ingressi e al tempo stesso un equlibrato “trasferimento di competenze”.
La sperimentazione, triennale, scadrà il 31 dicembre 2018 e riguarderà al massimo 100 persone in Italia. In sostanza l’azienda offre, su base volontaria, ai lavoratori prossimi alla pensione la possibilità del part time fino alla cessazione del rapporto di lavoro, garantendo di sostenere il costo dei contributi previdenziali volontari per la parte che viene a mancare. La staffetta si completa con l’assunzione – contestuale alla trasformazione in part time – di un giovane scelto fra chi è già inserito in azienda o cerca occupazione. L’assunzione a tempo parziale prevederà “clausole elastiche” che permettano di estendere l’orario per far fronte a esigenze produttive (stagionalità, ad esempio).
Le persone interessate a questa forma di accompagnamento alla pensione potranno candidarsi manifestando interesse tramite un bando annuale promulgato dall’azienda; è possibile l’estensione della staffetta a dipendenti con disabilità certificata o con patologie gravi o invalidanti.