Una idea innovativa e sostenibile: separare “a secco” la sabbia dalle alghe. Se ne è parlato a Villasimius del progetto portato avanti da due ditte bolzanine, associate di CNASHV Alto Adige, in collaborazione con NOI Techpark e Libera Università di Bolzano. Perché la sostenibilità non conosce confini.
Il progetto Posidonia partito da Bolzano propr
(foto Wikipedia)
In questi giorni ha fatto tappa a Villasimius, in Sardegna, dove è stato presentato a una platea internazionale che ha partecipato all’evento finale del progetto Interreg POSBEMED2. Nel corso del convegno, al quale hanno partecipato i più importanti istituti di ricerca del Mediterraneo e rappresentanti politici internazionali, da Cipro alla Costa Azzurra solo per citarne alcuni, sono stati presentati i risultati del progetto targato Alto Adige.
Nata dalla proposta di due aziende associate di CNA-SHV Alto Adige, ovvero MC System e Boden Service, l’idea è quella di realizzare un macchinario innovativo che permetta di separare “a secco” la sabbia dalle alghe direttamente in spiaggia. Un’innovazione che permetterebbe da una parte
di non rimuovere insieme alla Posidonia anche la sabbia, che rimarrebbe così sulle spiagge in un’ottica di conservazione e tutela dell’ecosistema costiero, e dall’altra di risparmiare importanti risorse finanziarie.
Basti pensare che un Comune come quello di Villasimius arriva a spendere anche 250mila euro l’anno per rimuovere le migliaia di tonnellate di Posidonia che ogni anno si depositano nel territorio comunale. Un progetto che ha trovato l’appoggio di NOI Techpark, dell’Università di Bolzano e dell’Area Marina protetta di Capo Carbonara, la più vasta d’Italia e il finanziamento dall’Ufficio Innovazione della Provincia Autonoma di Bolzano.
Durante il convegno a Villasimius sono stati presentati i risultati della fase di ricerca dello studio bolzanino, appena conclusa. “Un ringraziamento – commenta Claudio Corrarati, titolare di Mc System e presidente regionale di CNA Trentino Alto Adige – va in particolare alla Libera Università di Bolzano e all’ingegnere Patuzzi per l’ottimo lavoro illustrato in documenti scientifici apprezzati durante il convegno. Ora si passa alla pratica con la realizzazione del prototipo del macchinario quanto mai innovativo. Una volta realizzato rappresenterà un unicum a livello internazionale. L’eccellenza della ricerca bolzanina si mette a disposizione per risolvere un problema irrisolto dei Paesi mediterranei con un progetto che, siamo sicuri, potrà fare scuola”.