Prima della caduta del Governo Draghi, il traguardo sembrava finalmente vicino: la tanto attesa legge quadro per la montagna, con il necessario per il rilancio. E ora, dopo il voto, la montagna ha pronta l’agenda per il nuovo Governo, che tiene conto del lavoro fatto fin qui.
Lo scorso marzo, dopo 30 anni, il disegno di legge collegato alla manovra di bilancio era stato approvato dal Consiglio dei ministri, pronto per essere votato in Parlamento e già con le necessarie coperture finanziarie. Molti i contenuti per sostenere le “terre alte”, dagli aiuti fiscali alla spinta sui servizi sanitari e scolastici, dalle agevolazioni per giovani e imprese alle misure per contrastare il fenomeno dello spopolamento, incluse iniziative per attrarre medici e insegnanti.
E a giugno, proprio a Belluno in visita, la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini aveva annunciato di attendersi entro sei mesi il risultato finale. Poi c’è stata la crisi di governo, che ha penalizzato, fra l’altro, proprio la montagna, costringendola a rinviare al prossimo esecutivo la salvaguardia della propria specificità.
Perfino la riduzione del numero dei parlamentari rischia di giocare contro: lo ha detto chiaramente, subito dopo l’ufficializzazione dei candidati in vista delle politiche 2022, Lorraine Berton, presidente degli Industriali bellunesi: «Tra taglio degli eletti e scelte delle segreterie di partito, il Bellunese e la montagna italiana più in generale rischiano la marginalità istituzionale. È evidente che – nella stragrande maggioranza – sono prevalsi altri criteri rispetto a quelli della rappresentanza territoriale. Sia chiaro però che non lo permetteremo. Sono convinta che gli stessi corpi intermedi delle aree montane – associazioni di categoria e sindacati – saranno chiamati a far sentire ancora più forte la loro voce. Come industriali, faremo la nostra parte fino in fondo. Davanti abbiamo un autunno difficilissimo. I costi dell’energia, in particolare nelle terre alte, sono una bomba sociale a orologeria. Occorre farsene immediatamente carico».
L’energia è solo un esempio su tutti: è chiaro che salendo di quota le temperature scendono e i costi aumentano per imprese e famiglie. «Qui l’inverno arriva prima: può sembrare una constatazione banale ma – con gli aumenti di questi giorni – è un vero e proprio dramma per famiglie e imprese», sottolinea Berton. Le altre sfide riguardano il calo demografico è marcato e la mancanza di infrastrutture adeguate, segnalate ormai da tempo in aree economicamente vivaci come il cuore del distretto bellunese dell’occhialeria.
Eppure non mancano le opportunità, dai cambiamenti imposti dalla pandemia, con paesi che si rivelano più attrattivi per lo smart worlking grazie alla qualità della vita offerta, ai grandi eventi, a cominciare dalle Olimpiadi 2026. «Il termine anticipato della legislatura ha fatto cadere la possibilità di concludere l’iter in Parlamento della legge quadro sulla montagna, proposta dalla ministra Gelmini e alla quale abbiamo lavorato intensamente, presentata alcuni mesi fa a Belluno – sottolinea Marco Bussone, presidente Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) – Molti contenuti della legge dovranno essere ripresi nella prossima legislatura: penso ad esempio agli incentivi per medici e insegnanti che operano nei Comuni montani, garantendo qualità della vita e benessere, sicurezza e facendo sentire lo Stato vicino a tutti. Cogliamo però l’importanza di aver aumentato, un anno fa nella legge di bilancio 2022, il fondo nazionale per la montagna. Quest’anno verranno ripartiti alle Regioni e poi agli Enti locali, oltre 100 milioni, che raddoppiano nel 2023. L’agenda per il prossimo Governo e il prossimo Parlamento riparte da molti di quei punti del Ddl già approvato dal Governo. Servizi, digitalizzazione, diritto allo sviluppo, transizione green dei territori, superamento della parcellizzazione fondiaria, attuazione della Strategia forestale. Siamo convinti che questi siano i temi veri per il Paese, che riparte dai territori».