L’innovazione è creativa, collaborativa, condivisa: creare un punto di incontro fra chi la pratica può servire a creare reti, moltiplicare le idee e i risultati. Il PalaExpo di Venezia, da oggi (13 ottobre) e per tre giorni, è la sede dell’International Inventors Exhibition: non solo il luogo della esposizione di “idee geniali”, ma anche di confronto sulle innovazioni che stanno cambiando il mondo. Il progetto è di “Dnest web”, spin off dell’Università di Verona, e questa manifestazione è solo un tassello di un piano più ampio: costruire una piattaforma globale dell’innovazione.
Gli espositori – le richieste sono arrivate fino all’ultimo giorno – arrivano anche da Giappone ed Emirati Arabi, Polonia e Spagna, Egitto e Colombia. Alcuni settori di ricerca sono stati privilegiati: fra tutti quello degli ausilii alla disabilità, e dei dispositivi wearable (indossabili). A Venezia arrivano ABBI, realizzato a Genova, un audio-braccialetto, pensato per permettere mobilità e pari opportunità a chi, soprattutto bambini, ha gravi deficit visivi, e – dalla Sardegna – “IntendiMe”, invenzione per persone con udito minorato, capace di rilevare, tramite una placchetta applicata, qualsiasi sorgente sonora ed avvisare l’utente attraverso un bracciale.
Ai segnali sonori dei delfini si rifà Iruka Tact, innovativo guanto da immersione giapponese che, localizzato un oggetto, manda impulsi sonar alle dita della mano.
Rimanendo in acqua, sarà esposta anche “Just men”, la più recente imbarcazione capace di garantire assoluta sicurezza di navigazione anche a chi ha problemi deambulatori.
In una sessantina di presenze c’è di tutto: l’ex politico che ha inventato la cottura su zeolite, cioè senza gas, nè energia; l’inventore veneziano di “6th Element”, resina subacquea, che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’edilizia; il “pianista fuori posto”, ex imprenditore che si è votato al “pianoforte da strada” ma, per farlo ha dovuto inventare un argano per trasportarlo ovunque in autonomia; ci sarà anche una mostra sugli zampironi, inventati a Mestre dal signor, appunto, Zampirone.
Ci sono anche una madrina e un padrino: lei è Irene Scarpa, ricercatrice veneziana a Ca’ Foscari, inventrice del “Nanogel”, prodotto che può rivoluzionare la pulizia dei monumenti (e in prospettiva di molto altro); lui è Alfonso D’Ambrosio, professore a Monselice (Padova), insignito dal presidente della Repubblica del titolo di “Docente innovatore d’Italia 2015-2017”.
Le tecnologie indossabili (wearable technologies) saranno al centro del convegno, epilogo della Venice Design Week, previsto nel pomeriggio di giovedì 13 Ottobre; si tornerà così a parlare di come rendere accessibili al grande pubblico creazioni, che abbinano alte prestazioni e gusto estetico, soprattutto nei settori sportivo e socio-sanitario.
Venerdì 14 Ottobre, invece, sarà la volta dell’agricoltura del futuro con il simposio internazionale dedicato a “Smart agriculture for a sustainable world”, organizzato dall’Università di Bologna ed in cui si parlerà delle “colture celesti”: dalla trasformazione dei tetti in orti alle coltivazioni spaziali; a confrontarsi saranno esperti di Spagna, Belgio ed Italia.
Sabato 15 Ottobre sarà invece la volta di “Innovation & digital teaching” con un confronto internazionale su come preparare i più giovani alle sfide della società informatica; previsti relatori anche dall’Università polacca Konrad Maj e dal prestigioso Massachussets Institute of Technology (M.I.T.) di Boston. Nel pomeriggio, invece, si parlerà di “Urban development e smart living”, cioè di come adeguare le città alle innovazioni possibili per migliorare la vita degli abitanti; saranno poste a confronto esperienze italiane e svedesi.
Infine, domenica 16 Ottobre, giorno di chiusura, spazio alle giovani generazioni con il talent tree, grande laboratorio sull’innovazione a misura di bambino.
I convegni saranno affiancati da specifici workshop di approfondimento ed esperienza pratica.
Il programma completo è consultabile sul sito della manifestazione.