Ferie solidali nell’azienda di stampi: i colleghi donano 198 giorni alla mamma di una bimba malata

Un messaggio nella bacheca aziendale: qualcuno vuole donare ore o giorni di ferie alla collega in grave difficoltà, che ha esaurito ogni giornata e permesso per accudire la figlia malata? Alla Brenta Pcm di Molvena, Vicenza, costruzione di stampi e stampaggio componenti plastici nel settore dell’auto e dell’elettrodomestico, lavorano 200 persone: praticamente la metà ha bussato alla porta di Manuela Brendolan, direttrice delle Risorse umane, nel giro di un mese. Una raccolta di 198 giorni di ferie “solidali”, che hanno una duplice valenza: c’è il fattore tempo, a disposizione per la cura e la vicinanza alla figlia, e c’è il fattore economico, perché in queste giornate, “addebitate” ad altri, la lavoratrice è come se fosse presente.

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L’idea è nata in Francia, dove la legge 459 del 9 maggio 2014, nota come “Legge Mathys” (dal nome di un giovane, gravemente malato, che non poteva essere assistito giornalmente dal padre dopo la fine delle ferie e dei permessi disponibili), prende spunto dalla scelta fatta dai colleghi di lavoro che avevano messo spontaneamente a disposizione parte delle proprie ferie e dei propri riposi. L’iniziativa, formalizzata in un accordo aziendale, divenne poi legge statale stabilendo che “i dipendenti possono donare, in modo anonimo, parte delle ferie e dei permessi non fruiti ad altri colleghi di lavoro che ne abbiano necessità per assistere i loro figli malati o bisognosi di cure”.

Fra i pionieri c’è Banca Intesa, che nell’ottobre 2015, in seguito a un accordo sindacale, ha messo 50mila ore in una “banca del tenpo” destinata ai dipendenti che hanno specifiche esigenze (terapie, assistenza). Fra coloro che ne hanno beneficiato, c’è Maria Teresa Donadio, anche lei con un bambino che ha bisogni speciali. Le ferie solidali nel caso dell’azienda vicentina sono nate da un moto spontaneo e da una esigenza specifica: in altri casi – spesso nel settore dei trasporti, ad esempio – i contratti collettivi nazionali le hanno previste espressamente. In questo stesso filmato Carolina Cortellini, fondatrice con il marito di Microdata (Cremona) racconta le 1.055 ore donate da 300 dipendenti per una collega.

Lo stesso Jobs act si è mosso in questo senso: per i, lavoratori dipendenti è stata prevista la “possibilità di cedere, a titolo gratuito, ai colleghi che svolgono mansioni di pari livello e categoria, i riposi e ferie maturati destinati a fini di assistenza dei figli minori (esclusi i giorni di riposo minimi previsti per legge)”. Il rimando è  alle “condizioni e modalità stabilite dai contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, applicabili al rapporto di lavoro”.

Su Change, la piattaforma delle petizioni (qui ad esempio la battaglia di Manola contro l’ingiustizia fiscale ai danni di figli rimasti orfani), Giovanna Lenzi ha lanciato una raccolta firme che ha già superato quota 8mila: “Questa norma potrà essere applicata nella misura, alle condizioni e secondo le modalità stabilite dai contratti collettivi. Quindi occorre solo un piccolo sforzo di buona volontà da parte delle Organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro, affinché vengano sottoscritti questi contratti collettivi richiesti dalla legge. Questo piccolo sforzo di buona volontà darebbe un aiuto importante alle famiglie già impegnate in varie difficoltà dovute ai problemi si salute dei propri figli. Non dovrebbe essere difficile trovare un accordo sulla questione, visto che la soluzione è a costo zero per i datori di lavoro, soprattutto per le Pubbliche amministrazioni“.

All’interno delle aziende, poi, basta la buona volontà: “Non c’è stato bisogno di accordi particolari, solo la disponibilità del personale – spiega Manuela Brendolan, da 21 anni alla Brenta – Questa è una azienda nata come familiare, che ha conosciuto negli ultimi anni una svolta industriale e una crescita; ci sono persone che lavorano qui da sempre e altre da poco. Non direi che sia stato fondamentale il clima interno o una particolare conoscenza o amicizia fra i dipendenti: hanno aderito alla raccolta ferie anche donne assunte da poco, straniere, che semplicemente si sono immedesimate in questa madre in difficoltà, cosa più difficile per chi ancora non ha famiglia”. Grazie a loro la mamma, aiuto magazziniera, potrà seguire continuativamente la figlia colpita da una patologia degenerativa.