La sua tesi di laurea, per il momento, è sotto copyright “perché spesso poi questo tipo di studi viene brevettato”.
Giulia Zannon, padovana, neolaureata in Ingegneria Informatica all’università di Padova, ha partecipato con la tesi dal titolo “Stima in linea della quantità di carico su lavatrici ad asse verticale” alla prima edizione del bando Electrolux lanciato per valorizzare e coinvolgere giovani neolaureati sui temi dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, ritenendo cruciale il loro contributo allo sviluppo di nuove idee.
Electrolux – leader globale nel settore degli elettrodomestici, sviluppati in base ad approfondite ricerche sul consumatore e in collaborazione con gli utenti professionali – vende ogni anno oltre 50 milioni di prodotti ai consumatori di più di 150 Paesi. L’innovazione è uno dei pilastri su cui si basa la strategia del gruppo, che punta a sviluppare soluzioni sempre più smart, più accessibili ed eco-friendly. Il primo Premio di laurea è nato per coinvolgimento giovani neolaureati nel processo di innovazione, ed è stato destinato all’autore della miglior tesi specialistica o magistrale nell’ambito di specifiche aree tecniche.
“Tutto è iniziato per caso: ho trovato in bacheca all’università un volantino che pubblicizzava temi innovativi su cui svolgere la tesi di laurea e mi ha appassionato molto il fatto di approcciarmi per la prima volta a problemi così vicini alla realtà, il cui riscontro si sarebbe potuto trovare nella vita di tutti i giorni”. Caricare la lavatrice, appunto.
“L’idea – spiega Giulia – è nata infatti da un problema reale, uno dei moltissimi investigati all’interno del team di ricerca e sviluppo di Electrolux che produce lavatrici a Porcia (Pordenone): ossia la capacità di una lavatrice di stimare il peso del carico della biancheria immessa all’interno del cestello senza che gli venga fornito dall’esterno, cioè senza che l’utente finale debba impostare il dato. Questa informazione può essere utilizzata principalmente per migliorare i processi di lavaggio (utilizzo di acqua, operazioni diversificate ecc) e per fornire all’utente una stima accurata del tempo impiegato per completeare il ciclo”.
La domanda sorge spontanea: non basta inserire una bilancia all’interno della lavatrice per conoscere il peso della biancheria?
“La risposta è si – spiega Giulia – ma questo impatterebbe notevolmente sul piano economico, non solo per il costo della bilancia, quanto perché l’intero processo di produzione delle lavatrici dovrebbe essere modificato. Lo studio infatti presuppone che la conoscenza del peso si debba basare solamente sulle informazioni già in possesso dalla macchina, quindi su tutte quelle misurazioni ottenute dai sensori già installati. La mia tesi progetta un cosiddetto “Soft sensor”, un sensore virtuale che è in grado di misurare una grandezza senza esistere fisicamente e basandosi solamente su un algoritmo“.
Il lavoro di Giulia si è limitato ad analizzare solo un determinato tipo di lavatrici, ossia quelle ad asse verticale, in cui l’asse di rotazione del cestello è posto appunto perpendicolarmente al terreno e la carica avviene dalla parte superiore: una tipologia di lavatrice maggiormente diffusa negli Usa, nei Paesi dell’America Latina e in Australia, ma “ovviamente la ricerca può essere estesa alla conoscenza non solo del peso ma anche della tipologia del carico in macchina e può essere inoltre trasferito su altri tipi di macchine, nell’ottica di creare elettrodomestici sempre più smart“.
Il premio Electorlux ha assegnato al vincitore, oltre a 2.500 euro (al lordo delle ritenute fiscali) la possibilità di svolgere un tirocinio aziendale per una durata massima di sei mesi.
Intanto per Giulia il lavoro è arrivato in fretta: “Ho trovato posto appena mi sono laureata, cioè proprio due giorni dopo, lavoro in una grande azienda come sviluppatrice software, al momento nell’area mobile. Ho sempre pensato di studiare Ingegneria fin da quando ero più piccola, anche se solo dopo la laurea triennale mi sono convinta che Ingegneria Informatica fosse la mia strada”, spiega.
I dati Almalaurea per gli studi scientifici dicono che le studentesse iscritte a lauree del gruppo STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono il 34,8% mentre la percentuale crolla al 15,2% per le scienza tecnologiche e informatiche: “Nella mia esperienza personale, scolastica e universitaria all’Università di Padova, sebbene il numero di ragazze fosse sempre un po’ esiguo, non ho riscontrato questo genere di resistenze, anzi sono sempre stata incoraggiata sia dai miei professori sia dalla mia famiglia ad intraprendere questa strada. In prima fila la mia più grande fan, la mia mamma matematica 🙂 Forse sono stata fortunata!”