L’idea era farsi raccontare il suo brevetto salva pedoni, pubblicizzato nei giorni di Pasqua. Ma il veronese Angiolino Marangoni non è solo un imprenditore: è un Archimede Pitagorico che di brevetti – da solo – ne ha registrati una decina, italiani e internazionali, con un filo conduttore che è la sicurezza di chi lavora, gioca a calcio e perfino cammina per strada. E ogni invenzione – racconta come un fiume in piena – porta nel nome un omaggio alla famiglia: la mamma, i figli, il primo nipote. A dire il vero manca la moglie, ma Marangoni giura che nel cassetto c’è pronto un marchingegno da dedicare anche a lei (e ci mancherebbe).
Riassumendo: dal suo laboratorio sono usciti la macchina per lavare le scarpe da calcio “JessyClean” (dedicato al figlio Jessie), la macchina ingrassa e lucida scarpe da calcio ” GiuliPulisher” (dal nome dal figlio Giuliano), la macchina che traccia i campi da calcio “Angelica” e c’è pure il colore per fare le strisce sull’erba, il “Bianco Angelica” (in onore della figlia). Il carrello per trasportare le porte da calcio in sicurezza si chiama “Noemi” come la nipote, e le porte da calcio antinfortunistiche antiribaltamento “Alessandro”, come l’altro nipote.
Il vulcanico Angiolino ha iniziato presto, prima ancora di fare il militare “che non avrei neanche dovuto fare perché ero il terzo fratello”, quando lavorava in una azienda di scarpe: allora si usavano le macchine per lavorare il sughero che serviva a sagomare le calzature, “ma a toglierlo si rischiava di farsi male”.
Finito il periodo di leva decide che vuole lavorare in proprio: con la moglie apre un bar, fa esperienza nella meccanica e e avvia una azienda che oggi è “leader italiana per la fornitura di macchine, attrezzature e prodotti per la demarcazione dei tappeti erbosi naturali dei campi sportivi”. Nel frattempo sono arrivati due figli, maschi, “e si sa che il pensiero è sempre per loro: meglio non lasciarli giocare a pallone in strada”. Marangoni va in Comune dal sindaco e ottiene un pezzo di terra dove realizzare un campo da calcio. Già che c’è fonda la società sportiva la “Jovanese”, che è tuttora in attività.
Qui si mettono a segno le prime idee: c’è la porta di calcio che non si ribalta (quanti bambini si sono fatti male così?) e il sistema Anaconda per tenere ferme le reti a terra senza usare uncini di ferro, pericolosi per i calciatori in scivolata. Poi arrivano per pilure scarpe da calcio e palloni. Da un errore – una striscia bianca per segnare il campo che durava da più di una settimana, tracciata dalla figlia quando aveva tre anni – arriva il brevetto per la macchina che traccia tutte le linee del campo da gioco in un’ora (se non vi sono linee già fatte), in 15 minuti se vi sono le linee precostituite. Iniziano a copiare il suo apparecchio? E lui brevetta e vende la pittura bianca atossica ed ecologica (che propone tricolore in occasione dei mondiali).
Sul sito si vede l’imprenditore nei principali impianti delle società di serie A e B: la Marangoni è oggi nota come l’azienda con i suoi brevetti ha cambiato il volto dei manti erbosi degli stadi italiani, sia dal punto di vista tecnico che estetico, con una produzione tutta made in Italy.
Ma i figli crescono, e mamma Elvia invecchia: “E’ mancata a 98 anni, ero certo sarebbe arrivata a 120, era già deciso: comunque, ero preoccupato quando usciva e soprattutto attraversava la strada. Pensateci: se una macchina vuole svoltare a destra o a sinistra te lo dice la freccia, ma se ha intenzione di frenare o meno come lo capisci?“.
Elvia 98 è un dispositivo luminoso applicabile a qualsiasi tipo di veicolo, accanto alla targa anteriore e posteriore. All’azione del conducente – frenare o meno – corrisponde l’illuminazione della barra elettrica che permette ai pedoni di capire le intenzioni del guidatore.
Il brevetto è composto da un portatarga anteriore, uno posteriore e un box di governo. I dispositivi si illuminano in base agli ostacoli che “percepiscono” attorno a loro. Quando un veicolo rallenta in prossimità di un pedone, le barre Elvia 98 si illuminano istantaneamente sia di fronte con la scritta lampeggiante “Pedoni vi aiuto”, sia nel retro mostrando la scritta “Ostacolo pedoni”.
In questo modo, oltre ad allertare il pedone avvisa anche l’automobilista che segue: se il conducente tocca il pedale del freno, la luce verde si illumina anteriormente e il pedone sa di poter attraversare la strada, e contemporaneamente l’illuminazione posteriore segnala alla macchina dietro che sta frenando. Il box di governo, che viene installato all’interno del veicolo, è la centralina che attiva tutto il meccanismo e che permette l’inserimento tramite Usb delle parole da utilizzare (fino a 16), in tutte le lingue del mondo.
Stando ai dati diffusi dall’Istat, nel 2015 si è ridotto il numero degli incidenti stradali, tuttavia è aumentato il numero dei morti in strada: 3.428. I bambini e gli anziani sono le categorie maggiormente esposte al rischio. Marangoni viaggia su due furgoni che montano il brevetto: “Non sa quante volte mi hanno fermato: vigili e poliziotti dicono che non hanno mai visto niente del genere, fanno fotografie, mai una multa. Dicono che segnaleranno il mio metodo ai loro vertici, ma non è facile farsi ascoltare. Io però vado avanti, ho registrato l’invenzione anche all’estero: ormai con i brevetti ci so fare”.
Intanto, il sistema Marangoni viene già testato due comuni nel Veronese, Vigasio e San Martino Buon Albergo, che hanno applicato il dispositivo a scuola bus e veicoli adatti a persone diversamente abili.