Di paglia, poi di legno e infine di mattoni, l’unica capace di resistere all’assalto del lupo nella favola dei Tre porcellini. Nella realtà la direzione è quella inversa: in crisi l’edilizia tradizionale, sempre più affermata la nicchia delle costruzioni in legno: e ieri 50 architetti – in maggioranza dalle province di Belluno e Bolzano, ma con richieste anche da Lecce e Firenze – hanno frequentato il corso teorico con workshop “Costruire case in paglia”organizzato dalla Fondazione architettura Belluno Dolomiti con gli Ordini di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine.
(nella foto, San Prospero della Secchia, realizzazione di un cappotto)
Per i frequentanti, otto crediti formativi per otto ore di lezione e una visita al cantiere di La Valle, dove è in costruzione una abitazione unifamiliare realizzata in legno e balle di paglia.
Due i docenti: Emanuele Cavallo, architetto e artigiano, spesso docente in corsi simili ma anche sul campo di lavoro, fra terra cruda e calce (intonaci, pavimenti, forni per pizza, cupole in mattoni, etc. Il suo sito è http://architetturedallaterra.it, dove racconta: «Esercitandomi su architetture in calcestruzzo e vetro ho scoperto la passione per la Terra come materiale da costruzione e da allora non me ne sono più distaccato»), e Giacomo Mencarini, impresario, socio di CasadiPaglia.it, prima impresa di costruzione, in forma di cooperativa artigiana, nata nel 2011 e specializzata in interventi edilizi con paglia, in grado di progettare e realizzare veri e propri edifici, base a Bolzano.
Mencarini collabora anche con La Boa, il sito di riferimento per le case in paglia di Stefano Soldati, il primo a importare da Usa e Regno Unito questa tecnica (lo slogan è: «Meglio ridere in una casa di paglia che piangere in un castello», antico proverbio giapponese).
«Tengo corsi e campi di lavoro in cui insegno a persone di qualunque genere ad autocostruirsi le pareti in balle di paglia; parallelamente svolgo attività con il bambù: assieme ad un socio gestiamo un bosco in Versilia, da cui traiamo le canne che vendiamo e che utilizziamo per le nostre realizzazioni: www.bambuseto.it», spiega Mencarini.
L’alta affluenza al corso tenuto a Nordest si spiega «con il rilascio dei crediti, certo, ma anche la curiosità e la voglia di capire se, in questa crisi, ci sono novità da esplorare».
In generale – racconta – una casa in paglia è così fatta (nella foto una casetta a Badia Cavaleva, realizzata in autocostruzione): struttura in legno (ma è possibile anche in cemento o in acciaio); tamponamenti in paglia; intonaci esterni in calce (non cemento!) e intonaci interni in terra cruda (magari la stessa terra di scavo del sito di costruzione)
Centrale è l’aspetto dell’autocostruzione, per cui almeno alcune fasi possono essere realizzate da personale non del settore, se adeguatamente formato (ed ecco perché fioriscono corsi e campi di lavoro): mettendo al lavoro amici e parenti, in sostanza, allora il risparmio diventa consistente, ma anche affidandosi a terzi restano fattori come l’efficienza termica (classe A), comfort e sicurezza di una struttura elastica e antisismica.
E i primi esempi non mancano: la casa di Soldati è a Portogruaro, Venezia, una sorta di laboratorio a cielo aperto dove vedere i primi tentativi e le pareti perfettamente riuscite grazie all’esperienza. Altre realizzazioni, dopo le prime limitate al Nord Italia, vanno dalle pendici dell’Etna all’Abruzzo.