In questa seconda edizione non si vedono tute blu, scioperi o casi aziendali particolari: nessuna storia operaia in senso stretto. Ci sono, però, le frontiere, come spiega il vicepresidente dell’associazione Lies Laboratorio dell’inchiesta economica e sociale Giulio Todescan: “Da un lato la frontiera tecnologica dell’automazione, che sta rivoluzionando molti settori e generando grandi opportunità, ma anche ripercussioni negative sull’occupazione. Dall’altro la frontiera superata da chi, richiedente asilo, raggiunge l’Italia e l’Europa per costruirsi una nuova vita, aspirando a trovare un lavoro dignitoso. Un incontro tutt’altro che facile, fra gli ostacoli delle normative e il rischio di cadere in una condizione di clandestinità di fatto quando la domanda di asilo viene respinta”.
Fra i tre film fuori concorso in programma c’è Refugee in Italy e Cittadini del nulla di Razi Mohebi e Soheila Javaheri, registi rispettivamente afghano e iraniana, che vivono e lavorano da rifugiati politici a Trento, cui è dedicato un omaggio la sera del 28 aprile. I due vivono a Trento dal 2007 quando sono stati costretti a non tornare in Afghanistan perché la loro casa di produzione era stata attaccata dai talebani. Ora fanno film e laboratori di cinema in Italia (hanno fondato l’associazione Socio Cinema a Trento https://sociocinema.wordpress.com/) fra grandi difficoltà dovute agli ostacoli burocratici che rendono molto difficile per loro spostarsi fuori dai confini italiani.
Il festival non si limita a portare sullo schermo opere mai viste a Vicenza: ben 21 fra registi e produttori sono ospiti in città e presenteranno in prima persona i propri film, dialogando con il pubblico e dando vita a un’atmosfera di autentico scambio culturale e artistico. Razi Mohebi e Soheila Javaheri fanno anche parte della giuria, formata anche da Francesco Clerici, dalla giornalista di Alias/il manifesto Maria Grosso e dalla critica cinematografica Chiara Zanini: a loro il compito di assegnare due distinti premi: uno per il migliore fra i 7 film “lunghi” (sopra i 50 minuti di durata), e uno per il più bello fra i 10 “corti” (sotto i 50 minuti).
Le proiezioni si tengono tutte al Cinema Primavera (via Ozanam 11), venerdì 28 aprile in orario serale (alle 21), sabato 29, domenica 30 e lunedì 1° maggio fin dal pomeriggio (con tre fasce orarie: 16.30, 19 e 21). Il biglietto d’ingresso costa 5 euro, con la possibilità di abbonamento a 10 ingressi (38 euro) e a 5 ingressi (19 euro). Il Primo maggio alle 21 andranno in scena le premiazioni.
Il premio consiste in un oggetto di artigianato digitale ideato e realizzato ad hoc dal FabLab Dueville. Un riconoscimento speciale, il Premio Campo Lungo, sarà offerto da Coldiretti Vicenza al film che, fra quelli in concorso a tematica “verde”, meglio racconta il lavoro nell’agricoltura, nella pesca, nell’allevamento, e il rapporto fra il lavoro e l’ambiente naturale. Infine, la sera del Primo maggio saranno proiettati i documentari cortometraggi realizzati dagli studenti della classe 5D del Liceo Artistico a indirizzo audiovisivo e multimediale Boscardin, al termine di un laboratorio di linguaggio audiovisivo sul cinema documentario curato da Marina Resta da gennaio ad aprile 2017.
Qui il programma completo.