Un mestiere tutto nuovo e uno vecchio da riscoprire: accompagnatori di montagna e calzolai 2.0

Una figura professionale tutta nuova, voluta per creare opportunità di lavoro (e una nuova leva per evitare lo spopolamento della montagna); un mestiere antico che cambia faccia (e prospettive) grazie alle nuove tecnologie. Ecco come si diventa accompagnatori di montagna o calzolai 2.0

UN LAVORO AD ALTA QUOTA – Il Consiglio regionale del Veneto ha dato via libera all’accompagnatore di mezza montagna, ovvero «colui che svolge professionalmente, anche in modo non esclusivo e non continuativo, attività di accompagnamento in escursioni su terreno montano, con l’esclusione delle zone rocciose, dei ghiacciai, dei terreni innevati e di tutti gli itinerari che richiedono l’uso di tecniche e materiali alpinistici ed illustra ai turisti le caratteristiche dell’ambiente circostante». Sostanzialmente senza alcun costo per le istituzioni, si raggiungono più obiettivi: qualificare l’offerta turistica, dando opportunità di lavoro ai giovani che vogliono restare a vivere in queste zone nonché a tutte quelle figure professionali impegnate nella sola stagione invernale, come i maestri di sci; migliorare la sicurezza per gli escursionisti che, anche se non particolarmente esperti e avvezzi alle ostilità dell'ambiente alpino, potranno effettuare le loro uscite accompagnati da professionisti riconosciuti.
Sul piano giuridico è una figura professionale già prevista da norme statali e che altre Regioni hanno già riconosciuto e regolamentato; sarà inserito in una lista speciale dell’albo delle guide alpine, con lo stesso tariffario (circa 45 euro all’ora, per una prestazione che non dura mai un’ora, dunque mediamente sui 250 euro al giorno). Gli interessati devono tenere d’occhio l’uscita del bando di concorso regionale; superata la prima selezione, partirà in corso di formazione, che durerà una cinquantina di giorni (ormai per la prossima estate 2013). Per informazioni si può chiamare Lio De Nes, presidente delle guire alpine del Triveneto (339 1330005).

CALZOLAI 2.0 – Il punto di partenza è che il settore è in crescita: i calzolai hanno registrato nel 2012 un saldo positivo tra nascite e cessazioni di imprese in gran parte delle regioni del Nord. In Veneto sono nate 34 nuove imprese, che hanno compensato le 24 chiusure con un saldo di 8 imprese in più (il tasso di sviluppo è pari al 2%). Molto bene è andata anche in Liguria (+6,7%) e in Friuli-VG (+4%). «La profonda crisi economica e di consumi in atto – dichiara Paride Geroli, presidente regionale veneto della categoria – da un lato ci avvantaggia perché la gente è portata a riparare le proprie scarpe invece che cambiarle, dall’altro ci penalizza per la scarsa qualità delle calzature che ci arrivano in riparazione, per i prezzi esigui che i clienti sono disposti a spendere e soprattutto per il peso burocratico/fiscale insopportabile a cui anche noi come artigiani siamo soggetti». La prospettiva più interessante è la calzature su misura: un mercato a portata ei calzolai – 2.650 imprese nel Italia – da aggredire grazie all’aiuto della tecnologia, come il foot-scanner, che aiuta a realizzare scarpe su misura in modo più semplice e veloce.
Il progetto Calzolai 2.0 è una nuova associazione di mestiere che avrà lo scopo di dare una rappresentanza nazionale alla categoria. Per chi è già del settore l’idea è fare dei corsi mirati a insegnare le nuove tecnologie; per chi invece ci sta pensando, una volta raggiunto il numero di adesioni minimo, si organizzerà una formazione completa, probabilmente associandosi a una scuola già esistente. Informazioni: Confartigianato veneto, 041 2902911.