Marta e Stefano posano la prima pietra della prima casa “low cost” da mille euro al metro quadro (così la rete di imprese artigiane dà una scossa all’edilizia)

Stefano e Marta, futuri sposi, 29 e 25 anni, residenti in provincia di Treviso: con i genitori hanno posato la prima pietra della loro casa “low cost”, che nascerà grazie a un progetto innovativo. Poco meno di due anni fa la Confartigianato della Marca Trevigiana aveva acquistato una pagina sui quotidiani locali per lanciare le “case low cost”, ovvero abitazioni di tutto rispetto, al costo di 1000 € al metro quadro (ne avevamo scritto qui). L’idea aveva fatto il pieno di curiosità e richieste di informazioni in Italia e anche dall’estero. Nei giorni scorsi, la rete di imprese “Rete di Marca – Contratto Costruzioni Castelfranco 3C” ha tagliato il nastro del primo cantiere per la costruzione di un’abitazione a costo contenuto ed ad alta efficienza energetica a Fanzolo di Vedelago.

La prima pietra della casa low cost

La prima pietra della casa low cost


La definizione di case low cost “non voleva significare affatto case sottoscosto, ma abitazioni a costo contenuto e, per diversi aspetti, qualitativamente migliori di quelle prodotte in una stagione edilizia che si stava chiudendo”, spiega il presidente di Confartigianato Marca Trevigiana, Renzo Sartori.
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Le imprese artigiane del settore, alle prese con una crisi senza precedenti e con poche vie d’uscita, grazie al supporto di un team di competenze interne ed esterne all’associazione, avevano deciso di riflettere sulle caratteristiche del “bene casa”, sui nuovi bisogni, sulla fattibilità di un edificio dalle ottime caratteristiche energetiche anche in logica di km zero e replicabile.
Le esperienze maturate altrove, ad esempio in Germania e in Alto Adige, sul recupero nei costi grazie al lavoro fatto in squadra e a una buona organizzazione di cantiere, ha portato a condividere e a sottoscrivere un capitolato che facesse da base e da garanzia per la casa mille euro al metro quadrato, escluso il costo del terreno (e gli oneri di urbanizzazione che dipendono dal Comune). “Al risultato non era estranea una disponibilità delle stesse imprese a sintonizzarsi con la nuova realtà di mercato e a rivedere margini di possibile guadagno, quasi a condividere una sorta di nuova sensibilità sociale della categoria”, aggiunge Sartori.
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Ancora non bastava. Occorreva individuare i gruppi di imprese costruttrici e fornitrici di serramenti e impianti, e la modalità per passare da una lunga abitudine ad agire come impresa singola ad una nuova modalità di lavoro in gruppi organizzati. La soluzione ci veniva data dallo strumento di “rete d’imprese”, possibile anche grazie alla recente novità legislativa.
Prima l’associazione di Castelfranco con la rete 3C RETE DI MARCA, costituita da 19 imprese, poi le associazioni mandamentali di Treviso e AsoloMontebelluna con le reti ARTINRETE e VENETICA hanno contribuito a fare di Treviso la provincia italiana leader in fatto di numero di reti e numero di imprese aderenti alle stesse. Oggi ci sono tre reti, con 49 imprese e poco meno di quattrocento addetti di potenziale lavorativo: un autentico record.

Ora – superato anche l’ostacolo della burocrazia, dei permessi, dell’atteggiamento non sempre disponibile verso questo tipo di novità – si posa la prima pietra di un progetto che ha ottenuto tutte le autorizzazioni e con un proprietario intenzionato ad andare fino in fondo.
case2“Come presidente di Confartigianato continuo a dire che dobbiamo fare ogni cosa sia in nostro potere per far ripartire il settore e per convincere gli interessati che possono affrontare l’ impegno casa sia che si tratti di una nuova costruzione che di restauro, a condizioni sostenibili e compatibili con le loro tasche. Da Vedelago, parte quindi un messaggio forte e positivo, grazie all’innovativo impegno delle imprese del settore, verso componenti sociali che aspirano ad una abitazione, di classe A, flessibile nel suo utilizzo, che rinuncia a fronzoli esteriori per recuperare un importante concetto di qualità del vivere e della convivenza”.

La casa base ha una struttura ripresa dalla tradizione locale: struttura portante in laterizio, camino al centro, camere al primo piano, soggiorno esposto a sud-ovest dietro al portico, per una superficie lorda di 150metri quadrati (100 netti). La casa è pensata per essere combinata in schiera da due a quattro moduli, senza che una unità faccia ombra all’altra. Marta e Stefano hanno scelto di aggiungere un garage: la loro pratica è stata avviata circa un anno fa, la consegna è attesa entro sei – otto mesi (a settembre dovrebbe essere pronta al grezzo). Altre sei o sette case sono nella fase medio-avanzata della procedura. Solo da sabato, giorno della cerimonia, sono arrivate 15 richieste di informazioni alla Confartigianato, anche da oltre provincia: “Ci chiedono: davvero ha il solare termico? Il pavimento in legno? Il cappotto esterno? Sembra impossibile a questo prezzo. Noi rispondiamo: ve la diamo anche con lo zerbino sulla porta”, racconta scherzando Gianni Bordignon , segretario Confartigianato Castelfranco Veneto.