La Taco Italia Srl è una azienda che fa parte del gruppo Taco Comfort Solutions Inc., leader nella produzione e commercializzazione di sistemi per il riscaldamento e la climatizzazione negli Stati Uniti. Taco Italia si trova a Sandrigo, in provincia di Vicenza, dove c’è il sito produttivo delle pompe per il riscaldamento nelle caldaie e nelle centrali termiche.
Da qui è partita l’idea di fare qualcosa per la Regione Marche, dove il terremoto non ha provocato solo vittime, ma anche danni ai beni materiali. Il ceo Wil Vande Wiel e i manager, Luca Bolcati e Stefano Salvi, hanno suggerito di aiutare la regione del centro Italia con un contributo in beni materiali.
«Inizialmente – raccontano – abbiamo contattato la Protezione civile di Ancona per sapere cosa fosse necessario a livello di materiale. Ci è stato proposto di essere informati di volta in volta sul bisogno di alcuni beni di prima necessità, che avremmo potuto donare. Chiaramente per un’azienda non è semplice gestire interventi a “chiamata”
di questo tipo e quindi abbiamo chiesto cosa si potesse fare di più incisivo e risolutivo per dare un sensibile aiuto alle popolazioni terremotate».
A quel punto la Protezione civile ha messo in contatto diretto l’azienda con la Regione Marche, in particolare con il dottor Talarico dell’ufficio Turismo Commercio e tutela dei consumatori: «Lui ci ha messo al corrente di una serie di situazioni di emergenza per alcune famiglie. In particolare c’era la possibilità di aiutare la famiglia Carucci, nelle persone delle sorelle Cristina e Marina, che hanno perso sia l’abitazione che l’attività. Per quanto riguarda la casa sono state aiutate con una sistemazione momentanea, ma per quanto riguarda l’attività ancora non avevano avuto alcun aiuto. Si tratta di un laboratorio che produce biancheria intima di alta qualità, “Confezioni Cristina” sito in Frazione Chiesa S. Martino a Fiastra , e che dà lavoro a ben sette persone».
Questa è stata l’occasione di un aiuto concreto: «Collaborando con i funzionari della Regione siamo riusciti a fornire un container completo e funzionante per far ripartire questa attività», spiegano dalla sede vicentina. Come si vede nelle foto allegate la ditta è ripartita a pieno regime «e ci è stata dedicata anche una targa a nome Taco Italia Srl.
Tengo a precisare che parte della donazione sotto forma di acquisto del container e dei servizi accessori è stata donata da tutti i dipendenti di Taco Italia che hanno ceduto un’ora della propria busta paga di dicembre, mentre l’azienda ha compensato il restante con un proprio contributo».
Marina Carucci è stata ospite della cena di fine anno dell’azienda, lo scorso 16 dicembre, «e per l’occasione e per “smaltire” lo stress di questi giorni le abbiamo offerto un soggiorno a Venezia». Solo pochi giorni dopo, il 19 dicembre, si è tenuta l’inaugurazione della ripresa attività alla presenza del General Manager di Taco Italia, Stefano Salvi, che è andato presso Fiastra per l’occasione.
Non è l’unico auto concreto partito dal Nordest per le zone terremotate: tre camion carichi di generi alimentari donati dai cittadini sono partiti domenica 11 dicembre da Roma alla volta di due campeggi delle Marche, a Porto Recanati e a Porto Sant’Elpidio, dove hanno trovato alloggio le popolazioni colpite dal terremoto a Preci (Perugia), Visso e Ussita (Macerata). La Protezione Civile Arvalia per il trasporto dei prodotti ha chiesto aiuto a Bofrost, la più importante azienda italiana della vendita diretta a domicilio di specialità alimentari surgelate senza interruzione della catena del freddo, 2.400 addetti in tutta Italia, sede centrale a San Vito al Tagliamento (Pordenone).
«Quando la Protezione Civile si è rivolta a noi, ci siamo subito messi a disposizione –commenta Andrea De Angelis, dipendente di Bofrost e volontario a.v.p.c. Arvalia, che ha svolto il ruolo di referente nel progetto e ha fatto parte della delegazione arrivata nelle Marche con due colleghi di Bofrost, il personale della Protezione Civile coordinato da Emiliano Musumeci e il consigliere del Municipio Roma XI Valerio Garipoli. «Portare un aiuto concreto è un dovere e un motivo di orgoglio –continua De Angelis–. Domenica i nostri mezzi hanno viaggiato con le celle frigorifere spente, carichi non di surgelati, ma di generi alimentari non deperibili. Passata la prima fase dell’emergenza, ora è fondamentale organizzare in modo efficace il trasporto e la distribuzione di quanto raccolto grazie alla generosità di tutti».
Arrivati in giornata, i prodotti donati – circa 70 pacchi tra riso, latte, pomodori pelati e vestiario per uomini, donne e bambini, oltre a materiale scolastico – sono stati presi in carico dalla Protezione Civile per essere distribuiti successivamente a seconda delle necessità. Sempre dal Friuli VG, esattamente da Pradamano (Udine), sono partiti in direzione Cessapalombo (Macerata) 15 strutture modulari per le popolazioni colpite dal terremoto del 26 ottobre in centro Italia. Con un decreto firmato dall’assessore regionale alla Protezione civile Paolo Panontin e dalla presidente Debora Serracchiani, l’Amministrazione regionale ha accettato la cessione da parte della Danieli Construction International Spa di Buttrio di 15 moduli per realizzare due strutture di openspace da adibire a mensa. I due prefabbricati sono rispettivamente composti da 8 moduli l’uno e da 5 l’altro. I rimanenti due moduli abitativi e i relativi arredi sono destinati alla Colonna mobile regionale di Protezione civile.
La Danieli il 21 novembre di quest’anno aveva espresso formalmente la volontà di donare alla Regione queste strutture dotate di riscaldamento e di impianto elettrico a norma, allocate presso la sede operativa della società nel Comune di Pradamano (Ud). Le attività di ripristino e di pulizia sono state a carico della Protezione civile regionale, così come le spese di trasporto che trovano copertura attraverso precedenti decreti. Quella fra la Danieli e la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia è una collaborazione già collaudata in occasione del post terremoto del Lazio, quando lo scorso settembre nelle zone di Amatrice e Accumuli sono stati collocati 70 moduli destinati agli allevatori e agli agricoltori per consentire la continuità dell’attività produttiva.