A Padova la finale del torneo di “Botta e risposta”: studenti in gara per difendere le proprie idee

Domenica 7 maggio dalle 10, nell’Auditorium dell’Orto Botanico di Padova (all’interno del Giardino della Biodiversità) si tiene la finale dell’11° Torneo Regionale di dibattito “Palestra di botta e risposta”.

Da quest’anno anche il Miur (ministero dell’Università e della ricerca) ha iniziato a valorizzare questa attività di formazione promuovendo le prime Olimpiadi di dibattito; a Padova, l’università ha anticipato di oltre un decennio questa scelta, avendo attivati progetti di formazione al dibattito regolamentato nelle scuole, in modalità di torneo,  dal 2006. E dal 2001 l’ateneo di Padova ha introdotto in Italia il primo insegnamento di Teoria dell’argomentazione.

A confrontarsi sono giovani delle terze, quarte e quinte di scuola superiore di ogni ordine (classico, scientifico, linguistico, artistico, tecnico): una palestra che per loro vale “come dieci corsi messi insieme – spiega il prof Adelino Cattani, che cura il progetto – Tutte le scelte importanti della vita, in un ambiente civile, si prendono dopo una discussione che ha ponderato i pro e i contro facendone emergere valore e limiti. Perfino quando siamo soli con noi stessi interpretiamo più ruoli: quello di chi propone, di chi dissuade, e alla fine quello di chi giudica”. Nel dibattito i giovani mettono in gioco e affinano più competenze: “Cognitive, comunicative, critiche, di relazione, di lavoro in squadra, di autostima: gli insegnanti ci dicono che il cambiamento nei ragazzi è immediato, cosa difficile da vedere in ambito formativo. Imparano a difendere con convinzione le proprie idee e a trovare i punti deboli nelle tesi altrui, ma anche nelle proprie. Cose che servono non solo in aula, ma nella vita di tutti i giorni,  soprattutto in situazioni di controversia, di polemica e di contestazione“.

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Un modo di crescere cittadini che giocano secondo le regole: “Gli studenti imparano diritti e doveri di chi discute: a cominciare dal dovere di ascoltare l’altro, e poi di lasciarlo parlare: “Una tecnica che non è solo un dovere – sottolinea Cattani – ma consente di apparire come una persona aperta e disponibile, mentre si guadagna tempo per mettere a punto la propria risposta”.

sl-02Del discutere emergono anche i rischi: “Un buon dibattito è fatto di consistenza logica e di argomenti fondati, ma anche della capacità di farsi riconoscere le proprie  ragioni, perché non basta avere ragione. E sappiamo che saper parlar bene, pur avendo torto, è tragico: una grande abilità di parola può arrecare molto male. Con questa palestra affiniamo le capacità dei futuri cittadini, non solo di chi è naturalmente dotato, e questa è anche una contromisura rispetto ai rischi di farsi convincere da oratori esperti ma poco affidabili”.

Si impara ad argomentare, ad ascoltare, a controllare l’ansia e molto altro: non a caso i professori delle scuole che partecipano riferiscono voti all’esami di maturità più elevati fra le classi che hanno imparato l’arte del botta e risposta.

 bottaeIl torneo di dibattito, che si svolge tra gennaio e maggio dopo una formazione trimestrale, da ottobre a dicembre, si configura come una vera e propria gara sportiva a gironi: partendo da una fase di eliminatorie, e dopo diversi incontri, vengono scelte le quattro migliori squadre per la fase di semifinale. Da queste, per eliminazione diretta, emergono le due squadre che si contenderanno il “titolo” di Magnifico Disputante dell’anno. Ogni incontro prevede il coinvolgimento di due squadre composte da sette elementi ciascuna. Già da ottobre vengono stabiliti la composizione dei gironi, il calendario degli incontri di dibattito, le questioni su cui le squadre dovranno dibattere e quale squadra avrà l’onere di sostenere il pro e quale il contro. Quest’anno sono risultate finaliste la squadra “Le civette del Da Collo” del Liceo linguistico “F. Da Collo” di Conegliano e la squadra “I Guaivi dea Riviera” del liceo scientifico “G. Galilei” di Dolo.

S’intende per «questione» la proposizione, posta in forma interrogativa, su cui le squadre dovranno contendere. La scelta della questione è molto importante poiché da essa dipende il buon andamento del dibattito. A tale scopo, essa deve rispettare alcuni criteri formali e contenutistici. Dal punto di vista formale deve essere formulata evitando l’impiego di termini ambigui e caricati di una precisa connotazione; dal punto di vista contenutistico essa può vertere su questioni di attualità o filosofici. Al tempo stesso essa deve individuare un problema effettivamente controverso per non avvantaggiare una delle due squadre.

L’11° Torneo Regionale di dibattito “Palestra di botta e risposta” ha avuto temi di discussione quali “L’importante non è partecipare, ma vincere?”, “Vive meglio chi si illude?”, “Fine pena, mai: è giusto l’ergastolo?” e nelle semifinali “Il fine giustifica i mezzi?”. debate-2-630x300L’argomento di discussione scelto per la finale è quanto mai attuale, visto che il 9 maggio è la Giornata europea dedicata all’Europa. Si tratta di dibattere su “Europa: una comunità possibile?”.

Nel corso dell’anno scolastico 2016/17 l’Associazione per una Cultura e la Promozione del Dibattito  – A.C.P.D. ha erogato oltre 160 ore di formazione per 18 scuole e 500 studenti di tutto il Veneto. Al Torneo regionale hanno preso parte i seguenti team di ragazzi, allenati nell’anno da uno o più  docenti, dei seguenti licei: Liceo “Da Collo” di Conegliano con Le civette del da Collo (Prof.ssa Novella Varisco), Liceo “Galilei” di Dolo con  I Guaivi dea Riviera. Prof. Nicola Donà (Prof.ssa Agnese Barbato), Liceo “Cattaneo” di Monselice con gli Accademici della Rocca (Prof.ssa Rossella Giolo), Liceo “Curiel” di Padova con Panta Rei (Prof.ssa Raffaella Dal Moro), Liceo “Marchesi” di Padova con gli Optimates (Prof. Giulio Zennaro), Liceo “Maria Ausiliatrice” di Padova con La Gang del Bosco (Prof. Luca Bianchi), Liceo “Tito Livio”  di Padova. Scacchi Matti (Prof. Roberto Falduti) e il Liceo “Pigafetta” di Vicenza con La navicella dell’ingegno (Prof. Marzo Zanini – Prof. Nicola Curcio – Prof.ssa Mara Meneghini).