A Marghera la prima azienda certificata contro deforestazione e incendi dell’Amazzonia

Prima l’Amazzonia, poi la California e l’Australia. Immagini di roghi che aggravano l’emergenza climatica e spingono, dove possibile, a una reazione.

Così Cereal Docks è diventata la prima azienda italiana  del settore della trasformazione delle materie prime agricole a certificare la soia importata dal Brasile come soia sostenibile, ovvero coltivata senza depauperare l’ambiente e le risorse naturali.”La deforestazione – spiega Giacomo Fanin che si occupa di Business Development per il Gruppo Cereal Docks – avviene per due motivi: pern fare spazio all’allevamento di bestiame e per la coltivazione di soia. La nostra fabbrica di Porto Marghera importa dal Sud America il 30-40%  della soia, per sei mesi all’anno. La certificazione ci garantisce che la provenienza non sia riferibile a terreni deforestati”.

Gli auditor della RTRS (Round Table Responsible Soy) sono arrivati direttamente dal Brasile in Veneto per la certificazione, che è una garanzia, fornita dall’azienda,  rispetto al tema degli incendi in Amazzonia, ed esclude il rischio che vengano utilizzati terreni rubati alla foresta per la coltivazione della soia.

©Carlo Perazzolo/carloperazzolo.com

©Carlo Perazzolo/carloperazzolo.com

RTRS certifica la responsabilità delle produzioni, dei processi e del trading di soia a livello globale escludendo le origini sensibili e soggette a deforestazione. Lo standard di produzione della soia “responsabile” – che può essere utilizzata per le filiere food (cibo), fedd (nutrizione animale) e biocarburanti – si estende al mantenimento di aree geografiche ad alto valore, all’implementazione di buone pratiche agricole e a condizioni di lavoro eque e al rispetto dei diritti dei proprietari terrieri.

“Siamo rimasti molto colpiti dai recenti fatti in Amazzonia – sottolinea Fanin  – e abbiamo pensato che, anche se siamo lontani, non potevano restare indifferenti. Non solo: siamo la prima azienda che può garantire di ricevere e trasformare semi che non hanno a che fare con queste problematiche, e ora stiamo lavorando per far certificare a loro volta altri nostri fornitori. Vogliamo poter contare su una coltivazione a impatto controllato”.

La notizia è stata data per primi ai dipendenti, tramite il notiziario interno e un pezzo intitolato “Greta e noi”: il 2019, ha scritto l’amministratore delegato Mauro Fanin – “sarà ricordato per la discesa in campo di questa ragazza a favore dell’ambiente,  capace di diventare la portavoce di milioni di persone contro il cambiamento climatico, e al tempo stesso per le immagini delle foreste in fiamme in Amazzonia. Al di là dell’eco mediatica di questi fatti, è un dovere morale per tutti riflettere su come contribuire nel concreto a un sistema economico più equilibrato. Abbiamo scelto un sistema di certificazione basato su elevati standard di sostenibilità per garantire che la soia, sia come materia prima che come derivato, abbia origine da un processo ecologicamente corretto, socialmente responsabile cereal-docks-marghera_soy_2ed economicamente sostenibile”.

Nell’impianto di Porto Marghera tutto il materiale lavorato arriva dall’estero: viene utilizzato per produrre mangimi e per l’ìindustria alimentare. L’impegno alla sostenibilità coinvolge i diversi livelli e va da un approccio plastic free negli uffici alla startup Dembiotehc, impegnata nella produzione di principi attivi vegetali attraverso una piattaforma tecnologica e sostenibile. Qui si fanno crescere cellule vegetali destinate a farmaci e prodotti cosmetici (ma anche alimentari) senza sprechi nè di suolo nè di acqua.

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