Quando le carote erano rosse: la startup delle cellule vegetali che non inquinano nè sprecano acqua (per integratori, alimenti e cosmetici)

In principio le carote erano rosse: “Poi in Olanda, in omaggio alla dinastia degli Orange, hanno selezionato una varietà arancione, che oggi è la più largamente diffusa”. Elena Sgaravatti è l’amministratore delegato di Demethra Biotech, la startup green che coltiva botanicals  in vitro per la produzione di attivi  attraverso la tecnica delle colture di cellule vegetali. C’è l’acido rosmarinico contenuto nella salvia e, appunto, nel rosmarino, flavonoidi e antociani (gli stessi presenti nei mirtilli e lamponi) da carote rosse, con usi diversi che vanno dagli integratori alimentari ai conservanti o coloranti naturali fino alla cosmetica.

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Gli estratti vegetali vengono usati da sempre, ma da sempre presentano dei problemi: intanto la disponibilità, perché spesso sono presenti in quantità minime e sono presenti solo in determinati momenti dell’anno; poi la qualità e la sicurezza, perché sono esposti a contaminanti ambientali che si possono ridurre ma non integralmente, ed il rischio di adulterazione  è sempre possibile. I principi attivi possono derivare da piante rare e protette, e la grande richiesta può dare adito a comportamenti scorretti “. In molti  casi il   principio attivo si trova nella pianta in percentuali minime 0,1% 0,2% e quindi : per averne 100 chili occorre produrre 100.000 chili, con enorme utilizzo di terreni, acqua e solventi con conseguenti rilevanti impatti in termini  di sostenibilità ambientale.

thumbnail-2E poi c’è il tema della standardizzazione, cruciale per ottenere la riproducibilità dell’effetto biologico  e per avere la garanzia di ottenere un prodotto sicuro ed efficace (le stesse piante infatti  generano composti diversi anche solo in base all’altitudine o al luogo). Demethra ha sviluppato CROP®, (acronimo di Controlled Release of Optimized Plants), una piattaforma biotech che consente la produzione di fitocomplessi da cellule vegetali con standard qualitativi molto elevati. Questa tecnica abolisce completamente l’uso di pesticidi, fertilizzanti e solventi e riduce di tre ordini di grandezza il consumo di acqua e suolo. È la filiera più̀ corta in assoluto: dalla coltivazione al prodotto finale tutto avviene nello stesso stabilimento. Il risultato sono ingredienti, coloranti o conservanti totalmente naturali utilizzati principalmente in tre settori, il cibo (food), la cosmesi e la farmaceutica.

elena_sgaravattiUna azienda biotech green tutta italiana: verde è il prodotto, verde è la modalità sostenibile di produrlo. Italiana è la co-fondatrice, farmacista, 25 anni di lavoro in aziende farmaceutiche multinazionali: “Nel 2009 sono stata chiamata a gestire un’azienda di biotecnologie nel Vicentino che era ad un bivio: o si riusciva a lanciarla o si doveva chiudere. Abbiamo valorizzato  progetti molto innovativi e sostenibili grazie alle conoscenze di un team di esperti ricercatori, siamo stati riconosciuti come eccellenza tanto che nel 2012 è stata acquisita da una multinazionale. Il mio personale percorso si è interrotto nel 2016 perchè la proprietà ha deciso di trasferire parte della ricerca e produzione  all’estero. Il rischio era di veder svilite innovazione e capacità che invece potevano rimanere e crescere in Italia. Ho deciso – continua Sgaravatti – di intraprendere una nuova avventura, questa volta da imprenditrice e non da sola, ovviamente. Infatti, con Giovanna Pressi, biologa di esperienza ventennale nel settore, e grazie a  Mauro Fanin, fondatore e presidente della Cereal Docks di Camisano Vicentino, leader nel settore della prima trasformazione agro-alimentare,   che ha creduto nell’idea  – coerente alla volontà di innovare e di diversificare-, abbiamo trasformato  in realtà un sogno. Il Mise, al quale ho presentato il progetto, lo ha ritenuto di rilevanza strategica nazionale  e  per tale ragione ha  avuto  accesso ad alcuni milioni di euro di finanziamenti agevolati, cui ha contribuito anche la Regione Veneto”.

La start-up 100% italiana è nata nel 2016 ed è controllata dal Gruppo Cereal Docks; oggi ci sono 20 dipendenti, tutti laureati, fra chimici, farmacisti, biologici, biotecnologi, anche ingegneri. Strettissimi i legami con il mondo dell’università e della ricerca per lo sviluppo di progetti innovativi, come quelli avviati con il CREA, il principale ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari con cui Demethra Biotech ha recentemente firmato una convenzione.

La società ricerca, sviluppa e produce principi attivi vegetali usando la piattaforma tecnologica CROP® basata sulle colture cellulari. Alla base di questa tecnologia, raccomandata dalla FAO dal 1994, e alternativa alla coltivazione tradizionale, in campo, c’è l’innata capacità delle piante di autorigenerarsi. “In questo sono più indipendenti ed evolute rispetto al mondo animale – spiega Sgaravatti – Le piante hanno radici, sono costrette all’immobilità, e questo le ha portate a sviluppare sofisticati meccanismi di comunicazione e di difesa. Possono fare a meno di una intera parte se viene strappata, e da una piccola parte può nascere un nuovo intero esemplare”.

thumbnail-7In laboratorio, dove ogni passaggio è controllato, si preparano terreni di coltura specifici per ogni specie botanica: da qui arriva il nutrimento necessario alla crescita delle cellule vegetali, le stesse presenti in particolare nel tessuto di crescita, come quello delle gemme. Tutto comincia con un frammento di tessuto vegetale – una foglia, un seme, un germoglio – raccolto in condizioni di sterilità, poi sali minerali e zuccheri formano il terreno di coltura creando le condizioni idonee alla crescita della biomassa in fermentatori.  Alla fine del processo si potranno ricavare gli stessi principi attivi che in natura sono prodotti dalla pianta per proteggersi dagli stress esterni, ma ottenuti in modo sostenibile e a garanzia di alti standard qualitativi.

thumbnail-4Queste stesse sostanze sono utili anche all’uomo e costituiscono la parte attiva del fitocomplesso. In tal modo si ottiene un prodotto privo per processo di contaminanti ambientali, come metalli pesanti o pesticidi, senza depauperare la flora ottenendo in pochi mesi quello che in coltura tradizionale  richiede anni di coltivazione. A regime l’impianto di produzione di Demethra Biotech avrà la maggiore capacità produttiva nel suo campo in Europa: “Al momento stiamo lavorando su molti fronti: due progetti in campo farmaceutico sono al momento riservati, mentre in campo nutrizionale stiamo studiando antiossidanti e per l’alimentare estratti vegetali da utilizzare come conservanti naturali, come l’acido rosmarinico, con sapore molto più neutro per poter essere usato sia in prodotti dolci che salati. Sempre più l’industria alimentare, ad esempio, chiede estratti vegetali con proprietà coloranti che abbiano oltre al colore funzioni salutistiche, antiossidanti e protettive”. E qui ritorna il gioco la carota rossa, insieme ad altri frutti, per colori capaci di restare invariati durante la cottura.

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