A Venezia l’immigrazione è materia di (alta) formazione

Fare del calcio un laboratorio di integrazione e lotta al razzismo sembra un po’ come schierare Diabolik a spiegare ai giovani la legalità. E invece proprio lo sport più amato d’Italia può dare il peggio, ma anche il meglio di sé nei messaggi che trasmette. E oggi a Venezia, a presentare un corso unico nel suo genere – il master in Immigrazione, fenomeni migratori e trasformazioni sociali – c’erano Lilian Thuram, campione del mondo 1998, ex giocatore di Parma e Juventus, e Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione italiana calciatori.

UN MASTER PER 50 – Iniziamo dal corso: i posti disponibili complessivi sono 50, dura un anno, da febbraio a dicembre 2014. Si tiene a Venezia, la scadenza per la presentazione delle domande di ammissione è fissata al 10 dicembre 2013. Il costo è di 2.500 euro. Istituito nel 1999, il master forma alti profili di "esperti dell’immigrazione e delle relazioni interculturali", destinati a operare con funzioni di orientamento, progettazione, ricerca e intervento nelle istituzioni pubbliche, nel privato e nel terzo settore. Inoltre ha l’obiettivo del perfezionamento, aggiornamento e riqualificazione culturale e professionale del personale impiegato nella scuola e nei servizi sociali, socio-sanitari, socio-culturali.
A chi si rivolge: laureati che intendono inserirsi come operatori esperti di immigrazione nelle amministrazioni pubbliche, nelle aziende sanitarie, nelle imprese, nel terzo settore, nelle cooperative sociali, nei sindacati, o che vogliono avviarsi alla ricerca sulle tematiche connesse all’immigrazione. Inoltre a operatori sociali, culturali e sanitari impegnati in servizi interessati da utenza straniera (psicologi, sociologi, assistenti sociali, operatori del comparto sanitario, infermieri, ostetriche, mediatori linguistici e culturali, addetti nei centri e nelle biblioteche interculturali, operatori del terzo settore; a formatori che vogliono acquisire una preparazione adeguata sui temi dell’immigrazione; a operatori del diritto e del sistema giudiziario (operatori delle strutture di accoglienza, dei centri per rifugiati e richiedenti asilo).
Sono previsti tirocini in Italia e all’estero, ed esiste una banca dati dei corsisti delle varie edizioni per facilitarne l’accesso al lavoro. Informazioni: www.unive.it/masterim, mail masterim@unive.it, telefono 041 2346019.

VENEZIA CONTRO IL RAZZISMO – A Ca’Foscari nasce anche l’Osservatorio "calciatori sotto tiro", frutto dell’iniziativa dell’Associazione italiana Calciatori con la collaborazione dell’ateneo veneziano, per vocazione da sempre attento ai temi dell’internazionalizzazione, delle lingue e culture del mondo.
Il debutto dell’Osservatorio vedrà il master e l’università coordinare una rete di scuole e associazioni sportive per coinvolgere in modo permanente le nuove generazioni anche attraverso lo sport in una prospettiva di integrazione. Una iniziativa fortemente voluta «per sensibilizzare l’opinione pubblica – in primis i giovani e gli studenti – sulla necessità di contrastare e segnalare qualsiasi gesto di intimidazione, offesa e minaccia che abbia per oggetto i giocatori di calcio, tanto a livello professionistico quanto dilettantistico», ma anche per segnalare quanto di positivo avviene sotto questo aspetto proprio nel calcio, a cominciare dalle squadre di paese dove giocano i più piccoli.

UN LIBRO, UN’AZIENDA – La trevigiana Lotto Sport Italia ha messo a disposizione una borsa di studio a favore di uno studente meritevole che voglia frequentare il master sull’immigrazione: «Convivenza e prosperità si basano su principi essenziali: libertà e rispetto delle persone e delle tradizioni dei territori, equità e merito, tolleranza e eguaglianza – dichiara il presidente Andrea Tomat – Sono principi che lo sport può sostenere e diffondere perché naturalmente connessi alla competizione sportiva dove vince il migliore, ma dove la partecipazione è ancora più importante, come affermano i principi Olimpici».
"Le mie stelle nere", scritto da Lilian Thuram, racconta storie, biografie, scardinando luoghi comuni e ignoranza, «perché il modo migliore per combattere l’intolleranza è arricchire le proprie conoscenze. Rispetto al razzismo è indispensabile seguire modelli adeguati. Dobbiamo tutti chiederci cosa significa essere nero o essere bianco, e chiederci perché al nero viene sempre dato un valore negativo e al bianco uno positivo. Le persone non vanno costrette in un genere, ma guardate per quello che sono».