Un prodotto non si vende solo per il prezzo o l’aspetto: contano tutti e cinque i sensi, tanto che paradossalmente una qualità inferiore può trasmettere sensazioni migliori e risultare preferita dal cliente. Ecco perché nelle aziende entrano i giudici sensoriali: dall’alimentare all’edilizia, panel di persone selezionate fanno da test a tutto campo. Nell’ultimo corso per giudici sensoriali qualificati, ad esempio, si sono analizzati scarpe e contenitori per cosmetici, ma presto toccherà ai materassi (e ci si può candidare).
A Treviso Unis&F, la società di servizi e formazione degli industriali della provincia, ha creato Euroisa, un Istituto europeo di analisi sensoriale finora unico nel suo genere nel panorama Confindustriale. A oggi questo tipo di analisi è stata largamente impiegata nella grande distribuzione: tipico esempio, i profumi diffusi nei grandi store per rilassare e facilitare gli acquisti. Ma ad averne vantaggi potrebbero essere molti altri settori.
L’edilizia, ad esempio: un intonaco, per colore e consistenza, dà un senso di maggiore o minore benessere. Nei locali pubblici, ristoranti o gelaterie, il volume e la scelta della musica, i colori dell’arredamento e la comodità degli spazi determina quanto si sta bene (e di conseguenza se si tornerà). Nel turismo e nel settore alberghiero gli spazi di applicazione sono enormi.
«Vogliamo portare questo servizio a misura delle piccole e medie imprese, perché possano portare un prodotto sul mercato avendo più elementi di valutazione» spiega Giuseppe Antonello, direttore di Unis&F. Così capita che una azienda di produzione di alcolici voglia testare un digestivo secondo i gusti scandinavi: in quel caso si metterà a punto un panel di testatori identificati, ad esempio, fra i clienti di calzature sportive di una azienda trevigiana che ha una rete di distribuzione proprio nei Paesi del Nord.
Eccezioni a parte, i panel di giudici sensoriali vengono scelti tra la popolazione e assemblati in Veneto. Recentemente si sono realizzati una analisi e un profilo sensoriale di una scarpa da trekking di una nota azienda dello sportsystem di Montebelluna. Per questo panel di persone sono stati arruolati designer e casalinghe, professori universitari, pensionati e studenti, uomini e donne di tutte le fasce di età per dare un giudizio il più possibile completo, oltre che indipendente.
«Prendiamo il caso di una brioche – spiega Tiziano Casanova, che segue il progetto – Una azienda può volersi accertare che determinate caratteristiche piacciano: va bene la quantità di glassa? E la marmellata all’interno? Si sente il burro la cui presenza è indicata in etichetta come un fattore distintivo? E rispetto ai concorrenti, piace di più?».
A Treviso le analisi in corso procedono appaiate alla formazione di sempre nuovi giudici sensoriali per i diversi ambiti. Fra le prime aziende che hanno deciso di rivolgersi a questa nuova figura ci sono Dersut caffè e la Latteria Perenzin, Enopiave e la Nuova industria biscotti Crich, e altre ancora.
I giudici mettono in campo vista, udito, tatto, olfatto e gusto: allenarli tutti richiede un corso di formazione specifico, che dura almeno tre o quattro giorni, con il quale – dopo aver superato i test abilitanti – queste persone saranno in grado di valutare la forma di un cruscotto automobilistico o la presa di una bottiglia di buon vino.
La norma Iso non prevede alcuna retribuzione per i giudici sensoriali qualificati, ma si aprirono opportunità di lavoro per nuove professioni come ad esempio il panel leader, il Responsabile sensoriale aziendale, il brand ambassador e la guida sensoriale.
Per informazioni:
Tiziano Casanova – Tel. 0422 916469
E-mail: impresa@unindustriatv.it