Si chiama Skill scout, ed è un software che testa le competenze dei candidati a un posto di lavoro. Serve alle aziende, ma anche a chi cerca lavoro: lo hanno pensato cinque laureandi dell’università di Padova – facoltà di psicologia, informatica, matematica – che nei mesi scorsi hanno incrociato le esigenze di una azienda, la Zucchetti (specializzata in soluzioni software, hardware e servizi innovativi), 2.500 dipendenti in Italia e, nella sede veneta, un team di 15 addetti alla ricerca e sviluppo.Aggiorna la connessione con Facebook
L’azienda ha sottoposto la propria idea, ed è stato selezionato un team multidisciplinare: Letizia Angeli, 22 anni, di Cesena, e Alberto Fiori, coetaneo, di Rimini, studenti in matematica e allievi della scuola Galileliana di studi superiori di Padova; il 26enne Emanuele Giordano, di Tauria Nova, studente di Ingegneria informatica, e le due studentesse di psicologia sociale e del lavoro Giulia Scocciolini (24enne di Perugia) e Sonia Medici (23enne di Lecco). Insieme hanno partecipato – e vinto – la quinta edizione di MImprendo, l’incubatore di microimprenditorialità promosso dai giovani di Confindustria Padova e dal collegio universitario Don Nicola Mazza con Esu, università di Padova, Parco scientifico Galileo e la camera di commercio.
“Inizialmente ci hanno solo detto che volevano sviluppare un nuovo software e ci hanno chiesto di buttare giù tutte le idee possibili, anche le più strane o irrealizzabili – racconta Giulia – Online ci sono già dei giochi che permettono di sfidare qualcuno sulle diverse competenze, ma sono più che altro dei giochi. I matematici hanno sviluppato degli algoritmi specifici per rendere validi dei test in 20-30 domande, noi psicologhe ci siamo messe più che altro dalla parte del candidato che deve essere giudicato”.
Dalla parte dell’azienda, spesso chi fa i colloqui non conosce i dettagli di ogni posizione lavorativa da coprire, e una griglia di riferimento può servire a capire chi è davvero preparato, perdendo meno tempo possibile.
Se sei un candidato, preparati a un colloquio per una specifica posizione rispondendo a delle domande può servire ad autovalutarsi, e se si decide di andare avanti di arriva al colloquio finale più sicuri.
Ora Skill out, il cacciatore di competenze, è un diventato un prototipo che verrà testato nei prossimi mesi: “Non tutte le idee diventano prodotti – spiega Gregorio Piccoli, consigliere di Zucchetti delegato a ricerca e sviluppo – ma il lavoro fatto con gli studenti ha aperto a possibilità concrete, anche di integrazione con software che già esistono”. Perché già all’università c’è un mondo di talenti inespressi “e la sfida è valorizzare al massimo le competenze e l’entusiasmo degli studenti, mettendoli all’opera su progetti concreti e di frontiera all’interno delle aziende” dice Rodolfo Cetera, presidente dei Giovani di Confindustria Padova. Contaminazioni che aprono le porte a opportunità per entrambi.
Il passo in più è l’idea di rendere social il colloquio di lavoro: chi è in cerca di un impiego potrebbe così mettersi alla prova sui diversi test, capire dove ha le maggiori probabilità di successo, e anche suggerire domande e integrazioni alle domande già sulla piattaforma. Un test che può rendere più sicuri nelle risposte al momento decisivo, e ridurre lo stress che spesso altera le prestazioni magari danneggiando proprio chi è più preparato.