I giovani dell’Ipsia Galileo Galilei di Castelfranco Veneto, Treviso, saranno tra i primi in Italia a sperimentare da settembre il FireFly6, l’aerodrone di ultima generazione prodotto dalla statunitense BirdsEyeView Aerobotics www.birdseyeview.aero. Oggi, ultimo giorno di luglio, la consegna nella sede degli Artigiani castellani. A ricevere il dono il team del professor Daniele Pauletto, già in prima linea nella sperimentazioni di droni innovativi (quello per fare le pulizie in luoghi impossibili da raggiungere, ad esempio).
Il FireFly6 fatto arrivare dall’America è un modello leggero ed elastico grazie alla struttura in polistirolo, potente con i suoi sei motori, ha un raggio di spostamento fino a 1,5 chilometri e unisce la funzionalità dei droni e la manovrabilità degli aeromodelli, permettendo un’espansione delle possibilità e delle applicazioni di questo tipo di “oggetti volanti” ancora tutte da esplorare e sperimentare.
Proprio quello che sta facendo il Dronelab dell’Ipsia Galilei che in questi anni, grazie all’inventiva degli studenti, si è fatto notare a livello nazionale per avere costruito diversi droni inventando nuovi fantasiosi utilizzi, dalla consegna di farmaci a domicilio al drone-sommelier, dalla guida turistica a quelli adibiti a sorveglianza, pulizie e altro ancora. Tanto che una start-up Usa ha copiato l’idea del team di Pauletto avviando a San Diego un business sulla consegna dei farmaci a domicilio.
«Gli artigiani di Castelfranco, che collaborano da decenni con il “Galilei” aprendo agli studenti le porte delle proprie aziende per tirocini e stage – dice Roberto Ghegin, direttore della CNA castellana – ritengono strategico per il futuro dell’artigianato l’attività di ricerca e sperimentazione sulle nuove tecnologie applicate alla produzione, dai droni dalle stampanti 3D ad Arduino. Per questo l’associazione ha acquistato e donato FireFly6 alla scuola, incentivandola a continuare su questa strada, e a mettere a disposizione le nuove conoscenze delle imprese artigiane».
La “contaminazione tecnologica” tra studenti e artigiani è già cominciata nei mesi scorsi con gli incontri organizzati da Ipsia, CNA e Treviso Arduino Group su stampanti 3D, droni e Arduino. E proseguirà in autunno con l’avvio di una aggregazione informale di piccole imprese interessate ad approfondire il tema dell’innovazione tecnologica e a tentare di implementarla nei propri processi produttivi. Al percorso, finanziato dal Fondo sociale europeo, potranno partecipare anche giovani inoccupati o disoccupati.
La stretta collaborazione tra studenti e imprenditori sull’innovazione tecnologica porterà beneficio anche ai ragazzi che potranno cominciare a lavorare nelle imprese del territorio, sperimentarsi e verificare la fattibilità di nuove idee imprenditoriali. Artigiani digitali del futuro, insomma, che dovranno coniugare il saper fare – il prezioso patrimonio della nostra manifattura – con l’innovazione tecnologica spinta.
«Obiettivo di questa collaborazione – spiega il presidente della CNA castellana Flavio Ballan – è colmare il gap tecnologico di molte piccole imprese del territorio creando le condizioni per aumentarne la competitività. E allo stesso tempo quello di trasferire il “saper fare” artigianale alle giovani generazioni che dovranno innervare la manifattura italiana di conoscenze avanzate legate alle nuove tecnologie e ai nuovi linguaggi per non dissipare questo tesoro dal valore inestimabile. Solo così il nostro sistema produttivo potrà rimanere competitivo e avere futuro. Lo sforzo che stiamo facendo come CNA castellana è quello di mettere in rete competenze, progettualità, potenzialità presenti sul territorio».
Le tappe del percorso per creare nuovi makers digitali è dunque avviato. La CNA è convinta che creerà anche opportunità di lavoro in un territorio, quello castellano, in cui la disoccupazione giovanile è al 22% ma i neodiplomati Ipsia e Itis “vanno a ruba”, segno di un bisogno delle aziende e anche della loro capacità di assorbire manodopera.
FireFly6 verrà utilizzato dagli studenti dell’Ipsia, a partire da settembre. Verrà studiato e analizzato nelle componenti tecnologiche, meccaniche, elettroniche, ed eventualmente implementato per sperimentare nuovi usi e applicazioni.
«Il 90% dei droni nel nostro Paese è utilizzato per scattare foto ed effettuare riprese video – dice il professor Daniele Pauletto –. In realtà questi oggi oggetti possono avere tantissimi altri usi. Ad esempio, il Germania vengono già utilizzati a fini di soccorso per portare velocemente i defibrillatori, in Svizzera hanno sperimentato degli usi come “badanti” o dogsitter. Ma gli utilizzi possibili sono tantissimi e mano a mano che si svilupperà la tecnologia capiremo ancora meglio come impiegarli nella quotidianità. Una della possibilità sarà il trasporto delle merci, che abbatterà costi e tempi».