Sette istituti (c’è anche Mestre) sperimentano la convenzione scuola-azienda: studenti assunti (e retribuiti) come apprendisti – E a Trento reddito di qualificazione per chi già lavora e vuole studiare

Gentile famiglia, desidero informarvi di una possibilità veramente innovativa che il nostro Istituto (e altri sei in diverse regioni d’Italia) offrirà ai suoi studenti che frequenteranno la classe quarta dell’indirizzo Elettrotecnica ed Elettronica a partire dall’anno scolastico 2014/2015.
Si tratta della sperimentazione di un percorso integrato di apprendistato e alta formazione, nato da un progetto congiunto di ministero e Enel, che consentirà agli studenti motivati, dopo un colloquio di selezione, di essere assunti da Enel con un regolare contratto di apprendistato (per il 50% delle ore del contratto nazionale, e con il 50% della retribuzione) durante gli ultimi due anni del loro percorso scolastico, durante i quali gli studenti frequenteranno la scuola con un orario ridotto di una percentuale significativa, mentre contemporaneamente amplieranno la loro formazione tecnica in azienda.
Al conseguimento del diploma, visti gli esiti del percorso in apprendistato, è prevista la stipula di un ulteriore contratto annuale che prelude all’assunzione.
Vi prego di considerare questa opportunità, che per parte nostra abbiamo deciso di offrire alla nostra utenza, anche con riguardo al maggiore impegno che, senz’altro, questo percorso comporta.

È questa la lettera che molte famiglie di Venezia e delle province vicine hanno ricevuto dall’istituto Pacinotti di Mestre. Qui, nel mese di luglio, si sono svolte le selezioni, e ora la classe è pronta. Il progetto di apprendistato scuola – lavoro è pronto al debutto: «Sono stati selezionati 20 giovani, 12 già frequentavano la nostra scuola, altri otto avranno il nulla osta per trasferirsi da altri istituti», spiega il preside Massimo Zane. Fra i criteri è stata valutata comunque la vicinanza, oltre ad attitudini e motivazione: impensabile arruolare giovani di Treviso Nord da far studiare a Mestre per poi inserirli in azienda nel Polesine: il limite è stato fissato al Da Vinci di Portogruaro e al Fermi di Treviso.

Enel è stata la prima grande azienda (possono partecipare sia pubbliche che private, anche in rete) a presentarsi alle scuole: il decreto ministeriale che avvia il programma sperimentale per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda rivolto a studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di II grado, per il triennio 2014-16,è del 5 giugno scorso. Qui si stabiliscono requisiti delle aziende che accoglieranno gli studenti, criteri per l’individuazione di questi ultimi e loro diritti e doveri.

Le città in cui si parte sono, oltre a Mestre, Piacenza IS Marconi), Torino (IIS Avogadro), Firenze (IT Meucci), Civitavecchia (IT Marconi), Brindisi (IT Giorgi) e Napoli (IT fermi – Gadda) per circa 150-200 ragazzi coinvolti.
Oltre al perito elettronico, in futuro la sperimentazione potrebbe allargarsi alla meccanica, oltre che a nuove sedi. Per Enel, l’obiettivo è ottimizzare il turnover delle posizioni cruciali dell’azienda attraverso un nuovo percorso formativo, anticipare l’acquisizione di competenze tecniche e al tempo stesso dare priorità al conseguimento del diploma, anche in prospettiva di un proseguimento degli studi universitari.

La durata del periodo di apprendistato professionalizzante è di 36 mesi, e il riferimento è l’accordo sindacale del 13 febbraio 2014. Scuola e azienda condivideranno programmi di studio e formazione, con una presenza al lavoro di 1-2 giorni medi a settimana; il raccordo fra le due realtà sarà garantito da due tutor, uno scolastico e uno aziendale. Gli apprendisti, assunti al primo livello di inquadramento del contratto collettivo del settore elettrico, avranno un trattamento economico mensile in base alle ore svolte in azienda, ma usufruiranno anche del sistema di welfare benefit come assistenza sanitaria integrativa, previdenza complementare e attività ricreative, culturali e sportive.

Intanto, a Trento, su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi, la Giunta provinciale ha approvato alcune modifiche alla disciplina del reddito di qualificazione, un’indennità riconosciuta ai giovani lavoratori di età non superiore ai 35 anni che, in accordo con il datore di lavoro, sospendono o riducono l’attività lavorativa al fine di conseguire un titolo di studio: a questi giovani viene concessa un’indennità di 600 euro mensili in caso di sospensione totale dal lavoro, proporzionata in caso di riduzione di orario, per un massimo di otto mesi per ciascun anno scolastico e di sei mesi in caso di laurea. Naturalmente l’indennità viene riconosciuta solo in caso di buon esito degli esami.
Il reddito di qualificazione è uno dei quattro pilastri su cui si reggono le politiche provinciale in materia di “nuovi ammortizzatori” e si rivolge specificamente ai giovani; la sua particolarità è di rivolgersi a quella fascia di giovani che già lavora ma vuol continuare a studiare, mentre le altre misure si rivolgono a chi sta cercando un lavoro oppure lo ha perso.
In prospettiva questo dovrebbe diventare uno strumento di politica attiva permanente, per valorizzare quel segmento di popolazione giovanile che, pur avendo già un impiego, punta ad accrescere il suo bagaglio di competenze e a conseguire un titolo di studio più elevato.

Riferimenti:

L’apprendistato di 3° livello   di alta formazione (art. 5, D. Lgs. n. 167/2011) è utilizzabile per il conseguimento di un diploma di scuola secondaria superiore.
L’art. 8 bis del D. L. n. 104/2013 c.d. “decreto istruzione” convertito in legge 8 novembre  2013  n.  128
Il decreto firmato il 5 giugno 2014 dai Ministeri dell’Istruzione, università e ricerca, del Lavoro e politiche sociali e dell’Economia e finanze che avvia il programma sperimentale