Se studio, perché non trovo un lavoro? 10 consigli per genitori e figli (e un convegno a Padova, 14 ottobre)

Tutto il mondo è paese e un po’ dappertutto le occasioni di lavoro scarseggiano. Ma quello che sta accadendo in Italia ai giovani under 30 ha dell’incredibile: la ricerca “Studio ergo Lavoro”, realizzata da McKinsey – , ci dice che la probabilità di essere disoccupato per un giovane under 30 è 3,5 volte superiore a quella di una persona che ha superato la soglia dei 30 anni, e che ogni 10 nuovi posti di lavoro solo uno viene occupato da giovani.

“Non c’è crisi economica che tenga: il nocciolo della questione è strutturale” spiegano gli autori. In questo contesto, spesso si dimentica il disagio che provano i genitori, quando i loro figli non riescono a trovare un lavoro adeguato al percorso formativo compiuto: non si capacitano del perché tutto questo succeda e non riescono a supportare i figli in questa delicata fase di transizione.

Per le famiglie, in attesa che la situazione migliori:

1) Tenetevi informati su come sta cambiando il mercato del lavoro (giornali, seminari, convegni), per non rischiare di dare ai vostri figli quei consigli che “erano buoni 20 anni fa” e che, se replicati oggi, fanno solo danni

2) Entrate nell’ordine di idee che è normale cambiare più lavori nei primi anni dell’esperienza professionale e, se ci riuscite, supportate i vostri figli nel dare un significato a questa collezione di esperienze, invece di evidenziarne l’apparente incoerenza (che li demotiva)

3) Mettete i vostri figli nelle condizioni di sperimentarsi durante gli anni dell’università (dall’Erasmus allo stage, dall’associazione di volontariato al lavoro stagionale), affinché possano prendere consapevolezza dei contesti di lavoro in cui riescono a esprimere il meglio di sé stessi

4) Considerate che il futuro professionale dei vostri figli è “nelle mani della loro capacità di imparare nel tempo” e non di quello che sanno fare oggi, per cui, se proprio volete far loro un buon regalo, optate per le opportunità di continuare a formarsi

5) Tenete a mente che i lavori di oggi hanno identità mutevoli e quindi non preoccupatevi se i vostri figli fanno un mestiere che non capite: forse è il miglior indicatore che sono sulla strada giusta!

indexPer gli studenti, i laureandi e i neolaureati, invece, i consigli sono di altra natura:

1) Tu vali per quello che sai fare e che potrai fare e non per quello che sai: sforzati per dimostrarlo e così aumenterai le tue possibilità di impiego

2) Il mondo in cui sono cresciuti i tuoi genitori è ormai storia e non esiste più: viviamo in un’epoca piena di opportunità: devi imparare a destreggiarti, ma per farlo devi avere le idee “poco confuse” sulle tue attitudini e sui tuoi obiettivi

3) Il mondo del lavoro cambia rapidamente (se non fosse così, potresti usare ancora lo smartphone di 5 anni fa) e quindi devi tenere sempre le antenne alzate per captare i segnali di cambiamento e adattare il tuo percorso formativo

4) Lavorare vuol dire stare in situazione: sfrutta tutte le occasioni che la tua università ti offre per sperimentarti in situazioni di lavoro e per capire chi sei e come sei quando ti trovi in ambito professionale; pretendi dalla tua università di avere il massimo su questo fronte perché qui ti giochi una parte delle tue possibilità di ingresso rapido ed efficace nel mercato del lavoro

5) L’economia è globalizzata e lo è anche il mercato del lavoro. Anche se parecchia gente pensa il contrario, ricordati che: se andrai a lavorare in un Paese dell’Ue non sarai un cervello in fuga; se andrai in qualche altra parte del globo, sarà un evento normale (e non un fatto epico); se troverai un impiego in Italia, tieni presente che sarai comunque inserito in filiere globali!

Consigli messi a punto da Paolo Gubitta, Dipartimento di Scienze economiche e aziendali, Università di Padova, che via Facebook  (www.facebook.com/paolo.gubitta/posts/10154669153490371) invita i genitori degli studenti a prendersi mezza giornata per parlare delle decisioni da prendere.

Il convegno si tiene domani, martedì 14 ottobre alle 9.30 in Aula Magna “Galileo Galilei” di Palazzo Bo, via VIII febbraio 2 a Padova. si intitola “Studio, ergo perché non lavoro? Strategie per facilitare la transizione Università-Lavoro” ed è organizzato da Stage & Career Service dell’Università degli Studi di Padova. Dopo i saluti di Giuseppe Zaccaria, Rettore Università di Padova, Elena Donazzan, Assessore Istruzione e Formazione della Regione Veneto, Daniela Lucangeli, prorettore Orientamento Tutorato e Placement dell’Ateneo, verranno presentati i principali risultati della ricerca McKinsey “Studio ergo Lavoro” da Paolo Gubitta, docente del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Padova, e Luca Pancaldi, Partner McKinsey & Co. E a seguire tavola rotonda.

Info e iscrizioni – www.unipd.it/convegno14ottobre
Stage & Career Service, 049 8273901 (dott.ssa Boaretto), placement@unipd.it