Lezioni in stalla e fra le botti: parte il master in Cultura del cibo e del vino (mica solo per neolaureati)

Li aspettano lezione in malga e fra le botti di rovere; è una formazione “sul campo” quella dei 31 iscritti al Master in Cultura del cibo e del vino di Ca’ Foscari. Oggi l’inaugurazione, con la lectio magistralis “Expo 2015, la grande sfida del cibo” di Paolo De Castro (Parlamentare europeo, presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale) e una parata di stelle del food & beverage nazionale, da Giovanni Rana, patron del pastificio veronese, ad Andrea Sartori dell’omonima casa vinicola, passando per Antonio Auricchio, erede dell’azienda casearia.

Un terzo delle domande di iscrizione è arrivato da fuori regione Veneto, e c’è anche un messicano; ci sono neolaureati (la maggioranza), ma anche un paio di presenze classe 1965, determinate a trasformare una passione in un mestiere. L’ultima edizione si è chiusa a dicembre: troppo presto per fare un bilancio degli inserimenti nel mondo del lavoro, ma intanto circa il 50% dei diplomati ha proseguito in forme diverse (assunzione, collaborazione, stage retribuito) il tirocinio svolto nelle aziende.

Christine Mauracher

Christine Mauracher

E a proposito di aziende: è ancora aperta la possibilità di offrirsi per far fare pratica a un iscritto al master. Un’opportunità, finora, colta soprattutto da piccole e medie imprese. «Il nostro obiettivo è trovare collaborazioni e partner anche all’estero – spiega Christine Mauracher, direttore del master per il secondo anno – Possiamo già contare su partner che rappresentano le eccellenze di questo settore».

A fare di questo uno dei master più gettonati – e finanziati – ci sono nomi come i Bibanesi (che già ospita ogni anno oltre mille studenti a visitare l’azienda, per toccare con mano un processo produttivo che è la sintesi tra la migliore tradizione artigianale e l’innovazione tecnologica)  e Friuladria, Bisol e Nonno Nanni  (fondata nel 1947  da Giovanni Lazzarin, detto appunto “Nanni”, oggi leader nel segmento premium del mercato stracchini in Italia), Lattebusche e Dersut caffè.
L’attività didattica prevede 400 ore in cui si studiano il sistema agroalimentare, Storia e cultura dell’agricoltura e del cibo, Prodotti agroalimentari tipici, Marketing strategico e comunicazione delle risorse enogastronomiche, Strumenti e tecniche di comunicazione enogastronomica, Ristorazione e Turismo enogastronomico. E poi c’è l’attività tecnico-pratica di stage di 300 ore in aziende o enti del settore agroalimentare per un’esperienza diretta.
Gli iscritti che svolgono un lavoro inerente alle tematiche del Master possono effettuare l’attività di stage presso la propria sede lavorativa, previa presentazione di una dichiarazione del proprio datore di lavoro.

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