«Fare di una bella azienda una grande azienda»: il Friuli saluta uno dei suoi imprenditori

L’imprenditore che da «ottimo rugbista in gioventù, ha portato in azienda le qualità di questo sport: la capacità di fare squadra, la volontà di raggiungere gli obiettivi prefissati con la massima energia, la ricerca del costante miglioramento».
L’industria friulana ha perso una delle sue figure di riferimento; l’ingegnere Vittorio Pilla, 52 anni, direttore generale dall’aprile del 2006 di Friulsider Spa di San Giovanni al Natisone, azienda leader nella produzione di ancoranti plastici e metallici, fissaggi per le coperture, fissaggi in legno e viteria varia per il settore edilizia.

Originario di San Donà di Piave, aveva contribuito alla crescita dell’azienda friulana, fondata nel 1966, oggi divenuta una realtà di 160 dipendenti con solida presenza nei mercati europeo, russo, Middle East, India, Australia, Giappone e SudAmerica e con 41 linee di prodotto certificate CE per un totale di 1.500 articoli certificati.

Pilla voleva “fare di una bella azienda una grande azienda”, come spesso ripeteva: ci era riuscito, e sotto la sua guida Friulsider è diventata una realtà di primaria importanza nel settore del fissaggio, raggiungendo una dimensione tale da poter competere con i leader mondiali del settore, con una struttura progettuale d’avanguardia, una divisione Ricerca & Sviluppo sempre impegnata nella elaborazione di nuovi prodotti attraverso i più moderni strumenti informatici CAD 3D, in grado di simulare l’espansione dei tasselli nei vari supporti.

Vittorio Pilla

Vittorio Pilla

Il saluto è sul sito dell’azienda ed è nella lettera scritta dai dipendenti: «Con la sua moderna e straordinaria visione, ha fortemente orientato l’azienda al mercato. Un mercato che, nonostante la crisi, ha sempre saputo cavalcare con autorevolezza e determinazione. Durante i nove anni della sua direzione, Friulsider non ha mai smesso di crescere. Tutti i progetti di maggiore successo portano la sua firma e rimarranno scolpiti nella storia dell’azienda». Un ricordo allo sport e ai valori che gli aveva trasmesso, e l’omaggio «a una carica umana straordinaria, che lo rendevano un manager capace di motivare, prima di tutto con l’esempio, i suoi collaboratori. Chi ha avuto il privilegio di stargli vicino non ne dimenticherà mai le doti di uomo e di manager, e lo ringrazia dal profondo del cuore. Addio capitano, hai fatto di una bella azienda una grande azienda».