Avete provato a cercare casa online? Si trova un po’ di tutto, annunci doppi, vecchi, senza informazioni essenziali come il prezzo.
Pietro Pellizzari, 26 anni, di Castelfranco Veneto (Treviso), ha lavorato due anni e mezzo per la Tree Real Estate del Gruppo Gabetti, dove era entrato grazie alla tesi di laurea, seguendo la comunicazione e il marketing sul web del settore immobiliare. Prima ancora, durante gli studi alla Bocconi, a Sidney per otto mesi è stato impiegato al Rocket Internet, l’incubatore di startup dove è nato, fra l’altro, Zalando. A fine 2014 ha dato le dimissioni dal posto fisso (a tempo indeterminato) per sviluppare la propria idea: una piattaforma online dedicata agli agenti immobiliari regolarmente abilitati e iscritti alle Camere di commercio, ma anche ai clienti.
«Ho proposto l’idea direttamente al mio capo di allora, e Gabetti Property Solutions ha deciso di finanziarla. Poi si è aggiunto un altro socio, Antlia, software house specializzata nell’immobiliare e nel finanziario-assicurativo». L’idea è però di andare oltre i singoli gruppi, le singole agenzie in franchising: «Questo genere di soluzione ha senso solo se esce dai confini del singolo per aprire a una logica di sistema: per questo nei prossimi mesi, forse anche settimane, puntiamo a coinvolgere altri nomi importanti dell’immobiliare».
Sono previste due sezioni: nella prima, Wikire.it, dall’impronta molto social, ogni agente può condividere il proprio portafoglio con gli altri colleghi registrati, o anche solo con il proprio network privato. E perché mai un agente immobiliare dovrebbe condividere con altri? «Perché in Italia c’è un problema strutturale che ostacola questo genere di approccio: l’obiettivo è incassare la mediazione del 3% da entrambe le parti. Altrove, invece, è normale che ci sia un agente per chi compra e uno per chi vende: essere in rete consente di moltiplicare i contatti e, alla fine, gli affari, arrivando più facilmente e velocemente alla conclusione».
E poi c’è Wikicasa.it, la parte aperta che punta a diventare il portale degli annunci immobiliari garantendo che l’inserimento sia curato da professionisti, che ci siano aggiornamento e precisione delle informazioni (mai più “trattativa riservata”, per dire), unendo trasparenza e affidabilità.
Pietro racconta il suo progetto dall’ufficio, dal quale spesso non esce fino a tardi: «Ma non è questa la difficoltà principale del lavoro in proprio: il vero trauma è stato la prima fattura, passare dal cedolino bello comodo che ti arriva a casa, e lo stipendio in banca, al doversi arrangiare con la burocrazia», racconta.
La startup ha come partner anche Boraso.com, agenzia web specializzata nel settore, ed è supportata dall’incubatore milanese Digital Magics, con l’obiettivo di portare innovazione anche nei campi di attività più tradizionali.