La parrucchiera digitale e le altre Brave! (un progetto che prende per mano le future imprenditrici)

Francesca ha iniziato a frequentare la scuola per parrucchiere dopo gli esami di terza media. Un percorso lungo tre anni durante il quale ha alternato scuola e lavoro «e ho fatto la cosiddetta “gavetta” – racconta -. Decidere di aprire un salone tutto mio all’età di 23 anni non è stata una scelta facile, soprattutto perché non ho avuto una guida capace di darmi delle indicazioni. E poi ero giovane per le mie clienti, non avevano fiducia nelle mie competenze. Ho dovuto lavorare sulla mia immagine, assumere un’aria più seria». Dal 2012 è presidente degli acconciatori di Marostica e vicepresidente per Vicenza: crede nell’innovazione e nella formazione. «Il digitale può influire positivamente sulla vita imprenditoriale. Io per prima utilizzo i canali che offre per cercare informazioni e formarmi. I social sono uno strumento molto utile per relazionarsi con i clienti, capita spesso che arrivino nuove clienti dalla pagina Facebook, anche la clientela è cambiata».

francesca
Francesca è una delle storie raccontate sulla pagina del  progetto Brave! (nome che sottolinea il concetto di merito e che, letto in inglese, rappresenta il coraggio) varato dalla Confartigianato di Vicenza: obiettivo, sostenere e valorizzare l’imprenditorialità femminile del territorio offendo una rete di supporto che dia la consulenza di esperti attraverso un portale dedicato. Una formula unica nel suo genere, che nasce con un’anima web per dare consigli e informazioni operativi a tutte le imprenditrici o aspiranti tali, segnalando news ed eventi, bandi e finanziamenti, corsi di formazione e test di autovalutazione, e raccontando le storie delle “Brave” che ce l’hanno fatta.

Al centro ci sono i Tutor, figure professionali forti di una esperienza pluriennale sul territorio, capaci di seguire personalmente le imprenditrici durante il loro percorso, guidandole attraverso questioni tecniche, amministrative e burocratiche ed offrendo loro il giusto sostegno necessario allo sviluppo della loro idea.
La partecipazione al progetto è gratuita. Possono aderire tutte le donne, residenti in Veneto, che hanno un’idea di impresa, che hanno appena avviato la loro attività o che vogliono svilupparla.

gaspariniFra le storie da leggere per trovare il coraggio di buttarsi c’è anche quella di Sabrina, entrata nell’azienda paterna (produzione di pane per la grande distribuzione) nel 1992: oggi, con le due sorelle Giovanna ed Elena, ha portato l’azienda a quota sette punti vendita: «Abbiamo tutte due o tre figli – racconta -, e non è facile conciliare vita familiare e vita aziendale, ce la facciamo solo perché siamo un team. Credo inoltre che un’altra difficoltà sia stata quella di prendere consapevolezza del fatto che ci siano dei ruoli fissi nella società, che implicano che certe cose debbano essere necessariamente fatte dalle mamme. È una questione culturale, che deve essere superata».
Una storia di impresa al femminile, «eppure un particolare che ricordo con amarezza è legato al pregiudizio. Ricordo che da piccola soffrivo quando dicevano a mio padre che aveva delle figlie femmine rivolgendosi a lui con “povero Marco”, considerando quasi impossibile che un’attività come la nostra potesse essere portata avanti da donne».