L’azienda che cresce negli spazi lasciati vuoti dall’azienda che ha chiuso, e apre una corsia preferenziale per chi ha perso il lavoro

Una azienda chiusa da un anno, una delle tante lasciate sul terreno dalla crisi del Tessile che per la Olimpias di Valdagno, Vicenza, ha significato la perdita del lavoro per 85 persone. Un’altra azienda, la Cromaplast, ha l’esigenza opposta – crescere – e acquista lo stabilimento ex Olimpias per allargarsi. Grazie a un accordo innovativo con il sindacato, i 50 lavoratori ancora in mobilità potranno godere di una corsia preferenziale nelle future assunzioni di Cromaplast. “Il periodo appena trascorso ha significato per il nostro Tessile un momento di trasformazione che ha “lasciato per strada” grandi industrie e grandi professionalità operaie – spiega Giuliano Ezzelini Storti, Filctem Cgil – Non è stata solo la crisi economica a causare la fine di molte realtà di una storia gloriosa, ma le trasformazioni, la concorrenza sleale al ribasso di prezzo e quindi la scarsa marginalità, e anche alcune scelte di non investire e riqualificare valorizzando la manodopera e il territorio come valore aggiunto prezioso”.

Così molti sono rimasti a casa, alcuni accompagnate alla pensione da ammortizzatori sociali, altre – soprattutto donne – sono finite spesso nella disoccupazione permanente. “Ecco perché le organizzazioni sindacali hanno cercato e cercano tuttora di ancorare al territorio le aziende, chiamandole a una sorta di dovere sociale, scritto nella Costituzione Italiana e mai valorizzato abbastanza”.

La  firma dell'accordo Cromaplast-Olimpias

La firma dell’accordo Cromaplast-Olimpias

Nel caso Olimpias, azienda che si occupava della produzione di filati e pettinati, dopo un utilizzo di ammortizzatori sociali in pochi casi così massiccio nel tentativo disperato di salvare lavoro e lavoratori, la fabbrica in zona industriale a Valdagno oggi è chiusa.
Cromaplast nel territorio valdagnese opera fin dalla sua fondazione (1967, settore automotive, lavorazioni di stampaggio e di trattamenti galvanici) e pur fortemente internazionalizzata ha mantenuto un forte legame con il territorio e la comunità di origine. Per il biennio 2015-2016 ha programmato forti investimenti per la razionalizzazione e l’ammodernamento della struttura e degli impianti, che comprendono anche la realizzazione di un nuovo sito produttivo e logistico, “precondizione indispensabile per mantenere la competitività dell’impresa e assicurare il mantenimento dei volumi produttivi e dell’occupazione” spiega l’azienda.
Quando sono venute a conoscenza della vendita dello stabilimento Olimpias alla ditta Cromaplast, le organizzazioni sindacali Filctem CGIL – Femca CISL – Uiltec UIL hanno pensato di proporre, all’azienda stessa e al suo imprenditore, di investire ancora sul territorio valdagnese, in un legame sociale e ideale con quelle persone che per anni hanno fatto la ricchezza di quello stabilimento.
L’azienda ha accettato.

In base all’accordo – firmato da Stefano Tecchio per la Srl, sindacati, associazione industriali e dal sindaco Giancarlo Giuseppe Acerbi – “le parti intendono collaborare, di concerto con le Istituzioni regionali e locali, per sostenere azioni tese a ridurre e a contrastare l’impatto occupazionale negativo del territorio. Per questo, e ferma restando ogni altra azione posta in essere da soggetti pubblici e privati per favorire la riqualificazione e il reimpiego dei lavoratori collocati in mobilità, Cromaplast dichiara la propria disponibilità a considerare in via prioritaria, qualora si presenti la necessità di assumere ulteriore personale e a parità di requisiti professionali richiesti, lavoratrici e lavoratori già in forza presso l’ex stabilimento Olipias di Valdagno”.

In pratica la necessità di assumere ulteriore personale “sarà comunicata da Cromaplast alle Organizzazioni sindacali firmatarie, evidenziando i profili e requisiti professionali richiesti. Le lavoratrici e i lavoratori interessati dovranno attestare il possesso di tali requisiti e la permanenza dell’iscrizione nelle liste di mobilità ex L. 223/91”. La convenzione avrà durata fino al 31 dicembre 2016 e il suo andamento sarà oggetto di verifica periodica tra le parti firmatarie.

Come riconvertirsi da un settore a uno completamente diverso? Le istituzioni, a partire dal Comune di Valdagno, hanno sollecitato e ottenuto un tavolo di lavoro dalla Regione Veneto al quale si stanno progettando interventi di riqualificazione professionale delle maestranze, e la stessa azienda ha annunciato che potrebbe provvedere al proprio interno alla formazione necessaria.

(Qui altri casi di riconversione: anche dal settore legno alla produzione di tortellini)