A Mira la rinuncia alle ferie di Ferragosto – volontaria – si è trasformata in un bonus di mille euro (e zero polemiche)

Lo stabilimento ex Pansac International di Gambarare di Mira, in provincia di Venezia, ribattezzato PoliMira dopo l’ingresso della società lodigiana Poligof, è uno dei casi di salvataggi riusciti negli ultimi anni in Veneto. Ora è anche un caso di relazioni industriali capaci di confrontarsi con il periodo di ferie e l’arrivo di commesse dall’estero.

Sono tutti clienti – multinazionali straniere – persi dalla vecchia gestione, e che ora si stanno faticosamente recuperando.

“In questi giorni tutta l’attenzione è stata per quanto accaduto in Electrolux a Susegana, Treviso, come si stesse parlando della nuova frontiera del lavoro e delle relazioni industriali. Esistono, per fortuna, altri casi – racconta Massimo Meneghetti, Femca Cisl di Venezia – Polimira, che ha da poco chiuso l’intesa per una partnership finanziaria con la 21 Investimenti III di Alessandro Benetton, per l’arrivo di commesse da parte di nuovi clienti ha chiesto ai lavoratori di lavorare la settimana (compreso il giorno) di Ferragosto, prima prevista come settimana di ferie per il 70% dei lavoratori. Cosa abbiamo fatto come sindacato? Non abbiamo lasciato libera l’azienda di dividere i lavoratori, come è accaduto in Electrolux, ma abbiamo fatto quello che è il nostro mestiere, ovvero abbiamo contrattato. Le nostre Rsu hanno ottenuto 1000 euro in più a testa per quei lavoratori che hanno rinunciato alle ferie, facendole slittare di qualche settimana, facendole invece fare a quelle persone che avevano ormai pagato la vacanza e che non potevano rinunciarvi, visto che l’intesa prevedeva l’adesione volontaria (esattamente come a Susegana). Se il lavoro arriva non ci sputiamo sopra, anche perché più lavoro arriva meglio è e più assunzioni si fanno, tenuto conto che ancora 150 degli ex Pansac sono tuttora in mobilità”.

Hanno accettato trenta dipendenti a tempo indeterminato, che hanno ricevuto mille euro lordi di bonus: le ferie le faranno in un altro periodo dell’anno; altri 20 lavoratori somministrati hanno visto il contratto, in scadenza a fine luglio, prorogato al 31 ottobre. In tutto erano al lavoro la settimana scorsa 105 persone.

Lo stabilimento

Lo stabilimento

Poligof, società lombarda attiva nell’estrusione di film di polietilene e laminati per la cura della persona (pannolini e assorbenti), ha acquisito il ramo di attività di Pansac (con il portafoglio di brevetti sui film traspiranti, breathable, una delle attività fiore all’occhiello della ex Pansac) con l’intenzione di portare a Mira anche le attività di sviluppo e ricerca per il progetto del film biodegradabile per pannolini. L’accordo è stato firmato nell’ottobre del 2013; al suo arrivo, dopo il crac legato a una gestione finanziaria finita anche in tribunale, la nuova proprietà ha annunciato un piano di investimenti per circa 6 milioni di euro e la riassunzione di un centinaio di lavoratori, destinati a diventare 170 entro il terzo anno (2017).

Nel maggio 2014, quando al ministero dello Sviluppo economico (MiSE) si è fatto il punto sulla situazione di Polimira; dei 400 ex dipendenti Pansac 129 risultavano già assunti (l’accordo iniziale ne prevedeva 118), e in attesa di nuove assunzioni la Polimira aveva annunciato di voler utilizzare un certo numero di lavoratori della Pansac attraverso degli stage formativi con finanziamento previsto dalla legge regionale 702/2013. Nel frattempo Poligof è cresciuta investendo ulteriormente all’estero e acquisendo, attraverso la Airpack Spa (società partecipata da Poligof Spa) le attività europee dell’americana Pregis (produzione di imballaggi protettivi).

Altri siti, dell’ex gruppo Pansac, che hanno cambiato proprietà sono quelli di Marghera e Ravenna, mentre lo stabilimento di Portogruaro è chiuso ormai da anni perché non si è trovato un compratore; un salvataggio firmato dal commissario straordinario Marco Cappelletto (lo stesso che ha seguito la vicenda del polo di Torviscosa).