Per 14 mesi nella black list degli Usa: così la vicentina Dettin è tornata sul mercato

“La nostra percentuale di export è del 95%. Si può solo immaginare cosa siano stati questi 14 mesi dal punto di vista della ricaduta sui flussi finanziari e sulle commesse internazionali bloccate. Siamo riusciti a far fronte al problema grazie alla solidità finanziaria della famiglia e alla flessibilità della struttura produttiva, andata alla ricerca di commesse praticabili, in particolare sul territorio nazionale”.  Luca Dettin è amministratore delegato della Dettin Spa, azienda di Schio (VI) attiva nella produzione di apparecchiature per il settore chimico e petrolchimico e macchine tessili.

L’azienda era stata inserita nella blacklist americana per aver effettuato un’operazione di fornitura in Iran di apparecchiature destinate a impianti petrolchimici per più di 250mila dollari in un anno.

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L’Autorità di controllo degli scambi con l’estero (Office of Foreign Assets Control, ‘OFAC’) del dipartimento del Tesoro statunitense ieri ha annunciato la revoca, immediatamente efficace, delle sanzioni Usa imposte oltre un anno fa: si chiude così, positivamente, la complessa vicenda internazionale dell’azienda vicentina sanzionata dalle autorità statunitensi per avere effettuato, “in assoluta trasparenza e nel pieno rispetto della normativa europea e italiana in materia di misure restrittive nei confronti dell’Iran, un’operazione di fornitura di apparecchiature destinate a impianti petrolchimici”, spiega Dettin. L’operazione della Dettin non solo rispettava le norme italiane e Ue: la norma Usa che commina le sanzioni ha effetti extraterrioriali, ed è ritenuta illecita nel diritto europeo e internazionale, è la tesi sostenuta.

La decisione del governo statunitense era arrivata il 29 agosto 2014; la Dettin – 50 dipendenti, 13 milioni di fatturato nel 2013, 9,8 nel 2014: le sanzioni erano scattate da fine agosto dello stesso anno) era stata sanzionata e inserita nella Specially Designated Nationals List (SDN List) degli Usa ai sensi dell’Iran Sanctions Act del 1996, come modificato dall’Iran Threat Reduction and Syria Human Rights Act del 2012, legge ritenuta dall’Unione europea in violazione del diritto internazionale per i suoi effetti extraterritoriali. Il blocco aveva riguardato non solo le commesse con gli Usa, ma anche con aziende europee che per policy o altri timori avevano sospeso i rapporti con l’italiana nella “lista nera”.

L'avvovato Marco Padovan

L’avvocato Marco Padovan

La norma Usa di riferimento prevedeva una durata minima delle sanzioni di 24 mesi, riducibili a 12 mesi a discrezione delle autorità statunitensi. Nel corso dell’ultimo anno – comunica la Dettin – con il supporto delle autorità italiane e di Confindustria e assistita dagli avvocati Marco Padovan e Marco Zinzani dello Studio Legale Padovan (Milano) e Kay Georgi dello studio Arent Fox LLP (Washington, D.C.), l’azienda scledense ha svolto ampie e continue consultazioni con il Dipartimento di Stato Usa e ha fornito alle autorità statunitensi assicurazioni precise circa il rispetto, da parte della società, della normativa applicabile. Il lavoro  svolto ha consentito di limitare a poco più di 14 mesi la durata della sanzione”.

“Siamo molto soddisfatti della conclusione di una vicenda che è stata per noi molto pesante e ha messo in forte difficoltà la struttura finanziaria dell’azienda”, è il commento a caldo. Per sintetizzare gli “ingredienti” usati dall’azienda per tenere testa al periodo difficile, Dettin usa tre parole: forza, coraggio e determinazione.

C’è stata la forza dell’azienda che aveva spalle larghe per sostenere questo peso, il coraggio di volerne venir fuori sapendo di essere nel giusto e la determinazione nel farlo, considerando ogni giorno come una sfida da vincere per mandare avanti l’azienda. In 14 mesi siamo riusciti a ottenere la revoca delle sanzioni, grazie al pool di legali, all’interessamento di Confindustria Vicenza e del presidente Zigliotto e all’attenzione del ministero per lo Sviluppo economico e del ministro Guidi. E’ motivo di orgoglio per noi poter dire che in questi 14 mesi fornitori, stipendi e premi di produzione sono stati sempre pagati regolarmente, senza un giorno di ritardo. Ora comincia una nuova fase, il futuro possiamo guardarlo con più serenità e con la voglia di tornare da protagonisti sui mercati mondiali che per oltre un anno ci sono stati preclusi”.