Quando Alberto e Paolo hanno deciso di scommettere sul progetto della “Fattoria della Trota”, hanno voluto investire in qualità, rispetto del territorio e responsabilità sociale. Oggi “Trota blu” gestisce e controlla tutta la filiera dell’allevamento: dall’uovo di trota fino al pesce finito e trasformato in prodotti freschissimi, senza spine, pensati per la scuola d’infanzia e nidi. Già 160 istituti scolastici che hanno deciso di proporre in mensa i prodotti di Trota blu e PIT -Produttori Ittici Trevigiani: hamburger, polpette, salamelle e bastoncini. E’ una delle imprese presenti a Fiera 4Passi, una delle più importanti e partecipate fiere dell’economia e dello sviluppo solidale e sostenibile in Italia e il più significativo evento del Nordest sul tema: una grande festa di cittadini (70mila in due fine settimana nell’edizione 2015) e di espositori (quest’anno saranno oltre 180), supportata dall’impegno di oltre 300 volontari.
Tornando alla trota – bio, a Km 0 ma, soprattutto, freschissima – è frutto di un’organizzazione capillare e attenta fornisce pesce controllato, allevato non solo nel rispetto dei tempi biologici di crescita della trota, ma soprattutto con un’attenzione alla sua alimentazione. Dalla pesca al prodotto finito e consegnato passano solo poche ore; attualmente nel mercato nazionale non esiste alcun prodotto di pesce in grado di garantire freschezza e controllo di questo genere.
Uno degli allevamenti sorge proprio nell’oasi di Palù di Livenza, a Caneva in provincia di Pordenone, dove l’acqua periodicamente controllata risulta avere degli standard qualitativi molto alti, valore importante non solo per garantire la qualità del prodotto finito, ma anche per assicurare una crescita sana nel rispetto delle caratteristiche naturali e organolettiche della trota. Le ordinazioni vengono fatte con una settimana di anticipo in modo da poter selezionare la pezzatura delle trote adeguata al prodotto richiesto, limitare al massimo gli scarti ma soprattutto per assicurare i tempi necessari per il trasporto dei pesci dall’allevamento alle vasche del laboratorio seguendo un protocollo interno di rispetto del benessere animale, elemento fondamentale per la qualità e per il gusto del prodotto finito. La trota allevata non viene alterata e ingrassata per rincorrere i tempi commerciali.
La “Fiera 4passi verso un mondo migliore” si svolge al Parco San’Artemio di Treviso sabato 21 e domenica 22 Maggio, proseguendo poi anche il fine settimana seguente 28/29 Maggio (qui il programma). E’ organizzata dalla Cooperativa Pace e Sviluppo di Treviso con Altromercato, Contarina S.p.A., Novamont S.p.A. e società Mutuo Soccorso Cesare Pozzo.
Tema dell’edizione 2016 è “Il Mondo si fa piatto” con un giro del mondo attraverso i sapori e le tradizioni legate al cibo: a qualche mese dalla chiusura di Expo, una lettura del tema legata all’agricoltura biologica e sostenibile, ai prodotti del commercio equo, ai sapori e le tradizioni legate al cibo sano e giusto, dall’Italia al mondo, attraverso incontri di approfondimento, dimostrazioni, degustazioni, show cooking.
A proposito di mondo: in fiera ci saranno Suleman, Aboubakar, Cheick, Sidiki, Ismael, Modibo e Mauro, i ragazzi che hanno dato vita al progetto di microcredito Barikamà, per la produzione di yogurt biologico e ortaggi bio. Arrivano dal Mali, Senegal, Guinea, Benin, Gambia, Costa D’Avorio, hanno lavorato nei campi dei caporali a Foggia, Rosarno, Nardò, raccogliendo pomodori per dieci ore al giorno, a 15 euro. Il progetto nasce proprio dopo la rivolta di Rosarno, nel 2010, quando i ragazzi sono stati aiutati ad ottenere i documenti per il permesso di soggiorno e ora, attraverso L’Associazione di Promozione Sociale e fondando la Cooperativa Sociale Barikamà (che in lingua Bambara’ significa Resistente) portano avanti un progetto di micro-reddito nato nel Marzo 2011 che consiste nell’ inserimento sociale attraverso la produzione e vendita di yogurt e ortaggi biologici.
Per questi ragazzi, lo yogurt era uno dei prodotti più facili da realizzare, nei loro Paesi infatti lo producono senza fermenti e senza riscaldare il latte. In Italia però hanno imparato a produrre uno yogurt adatto al mercato italiano, con procedimento biologico, utilizzando latte intero biologico pastorizzato prodotto dal Casale Nibbi (Amatrice) e fermenti lattici, ma senza addensanti, conservanti, dolcificanti o coloranti. Oltre allo yogurt, i ragazzi di Barikamà coltivano dal 2014 un orto bio e hanno inserito nel progetto anche Mauro, giovane ragazzo autistico, che collabora a livello informatico, offrendo la possibilità di lavoro a soggetti che trovano grande difficoltà nell’inserimento professionale.
Oltre 200 litri di yogurt a settimana vengono consegnati in bicicletta, a Roma, a oltre 11 GAS (Gruppi Acquisto Solidale), quattro bar e due botteghe del Commercio Equo. Il progetto Barikama’ (Resistenza) è destinato a crescere come esempio di autogestione di ragazzi africani, una start-up agricolo sociale che crea lavoro reale, includendo altri soggetti a rischio o deboli, attuando così una vera e propria rete solidale.