Dopo la crisi economica, quella delle banche. Una situazione che preoccupa chi lavora per la promozione della salute sul territorio: per questo il servizio della Regione Veneto “InOltre” ( il numero verde antisuicidi 800334343 attivo dal 2012 per assistere sul piano psicologico gli imprenditori sopraffatti dalla crisi, la cui base operativa è presso l’Ulss 4 Alto Vicentino e la cui realizzazione è svolta con il Dipartimento di Psicologia applicata dell’Università di Padova) ha chiamato a rapporto gli esperti, con la collaborazione della Caritas Diocesana Vicentina.
Un appuntamento per fare il punto sul disagio espresso dalle persone colpite dalle crisi bancarie nel territorio.
Ai servizi di emergenza nati per occuparsi del disagio di tipo psicologico ed economico, infatti, hanno iniziano a rivolgersi anche persone in difficoltà a causa del dissesto della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Per loro è stata attivata una “Rete dei servizi territoriali” che parte dalla provincia di Vicenza e intende promuovere la salute dell’imprenditore attraverso la gestione delle ripercussioni della crisi economica. Una rete di cui fanno parte le associazioni di categoria, la Caritas e, appunto, il progetto “InOltre”.
Come si supera una crisi come questa, che ha danneggiato a più livelli la comunità? Secondo la Scienza Dialogica, il riferimento del servizio “inOltre” – spiegano al servizio -, le crisi (di qualsiasi natura: il servizio nasce per gli imprenditori, come risposta alla crisi economica) si superano promuovendo la coesione sociale di una comunità. Se cittadini, istituzioni, servizi pubblici e privati, aziende (tutti gli snodi comunitari) lavorano in un’ottica di squadra, allora si possono gestire le varie difficoltà e offrire risposte alle esigenze che i membri della comunità esprimono.
Qual è il grado di coesione sociale che la comunità esprime attualmente? Analizzando mass media e social network – spiegano i referenti della rete – emergono criticità cui i servizi sono chiamati a rispondere. Ad esempio, si delinea come le “banche” vengano viste nel 70% dei casi come “spettatori” della vicenda, la responsabilità del cambiamento in atto viene vista invece in mano prevalentemente alla Bce e ai decreti legislativi. La riorganizzazione delle banche sta permettendo un cambiamento della loro immagine? Secondo quanto rilevato no, serve procedere in modo diverso per consentire ai cittadini di vedere una banca effettivamente differente da quella che li ha portati al dissesto finanziario.
Anche il ruolo degli azionisti, in passato veniva considerato più determinante (4.2/10, comunque medio-basso) rispetto a quanto registrato nei primi mesi dell’anno, mentre ora si sta diversificando: il grado di contributo riconosciuto agli azionisti di VB è pari ai livelli pre-crisi (4.1/10), mentre per gli ex soci BPVI è sceso ulteriormente a livelli bassissimi (2.7/10). E i mass media come stanno contribuendo attraverso l’informazione pubblica? Secondo gli articoli analizzati, risulta carente il contributo dei giornali a fare chiarezza su quanto sta avvenendo e a capire come procedere.
A questo scenario di frammentazione sociale, dove la responsabilità di agire viene delegata sempre ad altri e ai cittadini viene riconosciuto un bassissimo margine d’intervento, il servizio inOltre – spiegano gli esperti – prova a trovare risposte, che la comunità può concretamente e rapidamente realizzare, in attesa che gli iter legali facciano il loro corso nel determinare responsabilità e danni subiti. “In questo momento caratterizzato dal riassetto delle banche popolari venete – spiega la responsabile del progetto InOltre, Emilia Laugelli – il nostro servizio sta mettendo a disposizione le proprie risorse scientifiche (la Scienza Dialogica, creata dal prof. Gian Piero Turchi, che è anche il responsabile scientifico del servizio) anche per supportare quanti sono coinvolti nel delicato rapporto tra risparmiatori e banche; vogliamo offrire un supporto nella gestione delle difficoltà e delle esigenze che la comunità locale esprime, con particolare riferimento ai risparmiatori delle banche popolari”.
Quali sono le ricadute per la comunità della crisi delle banche popolari? Che effetto hanno le comunicazioni mediatiche che ricevono i cittadini? Quale quota di responsabilità viene attribuita agli azionisti? “Il nostro servizio – sottolinea la dottoressa Laugelli – ha condotto una ricerca per rispondere a queste ed altre domande”. L’idea è infatti partire dai numeri per innescare azioni di rete per supportare i cittadini e le imprese in difficoltà economiche (e relazionali) per l’azzeramento dei risparmi, e anche per riflettere sull’etica della finanza e sulle dinamiche e le politiche comunitarie promuovendo la condivisione di obiettivi di “salute del territorio” tra le realtà coinvolte.
Dunque, i numeri: dall’inizio sono state gestite 2.952 chiamate al numero verde del servizio, di cui 428 da parte di cittadini fuori regione. Lo scorso 18 dicembre, durante la partecipazione al programma televisivo “A3 News”, il presidente Zaia ha invitato i risparmiatori di Veneto Banca e della Banca Popolare di Vicenza a contattare il servizio, presentato come “sos risparmiatori” per ricevere consulenza nella gestione della situazione.
Da quel momento, sono state ricevute 40 chiamate (dato aggiornato al 16 giugno 2016, delle quali sette solo nell’ultima settimana) da parte di piccoli/medi azionisti della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. A seguito della consulenza telefonica, nei casi più articolati viene attivato un percorso territoriale, in cui le persone vengono accompagnate nell’identificazione di strategie di gestione delle difficoltà, da realizzare insieme ai servizi disponibili sul territorio, e nella creazione di nuovi obiettivi di vita che consentano di “andare oltre” questo momento di difficoltà.
Da qui il nome dato in Veneto al servizio, “InOltre la salute dell’Imprenditore”: si tratta infatti di un servizio che si rivolge alla dimensione biografica, interattiva nelle sue varie sfaccettature (sia macrosociale che micro familiare) per promuovere la salute della persona, affiancandola per generare delle opportunità in grado di guardare oltre al circolo vizioso instaurato, oltre alle strade senza sbocco che sono visibili fino a quel momento, cambiando prospettiva. Ma è anche “in-Oltre”, entrare nell’oltre, nei nuovi percorsi che si sono tracciati, rivolgendosi alla Comunità ed ai servizi (formali e informali, sociosanitari e consulenziali, pubblici e privati ) che il territorio mette a disposizione, allacciando e riallacciando tutti quei legami che contraddistinguono la salute della persona
Finora 399 utenti sono stati seguiti sul territorio: 128 su VI, 102 su PD, 70 su Tv, 51 su VE, 34 su VR, 11 su RO e 3 su BL. Il progetto si è posto come punto di riferimento per i servizi – pubblici e privati – già presenti sul territorio, attraverso creazione e la co-gestione di una rete di servizi che sappia rispondere in modo sinergico alle richieste (siano queste di sostegno psicologico come anche consulenziale) poste dal cittadino in un’ottica di implementazione dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi stessi.
La “Rete territoriale di Vicenza” è attiva dal 2014 , in convenzione con Caritas Vicentina, Confindustria, Apindustria, CNA, Confartigianato, Coldiretti, Confcommercio, Confesercenti. Il progetto ha inoltre firmato un accordo di intesa con Unioncamere Veneto per la promozione del servizio. Nel 2015 il progetto ha inoltre realizzato una serie di incontri informativo-formativi con tutti i Comandi provinciali dei Carabinieri, per definire modalità di collaborazione/sollecitazione reciproca tra Arma e progetto. Sono infine attive una serie di collaborazioni non formalizzate, per seguire specifici utenti, con vari enti pubblici (servizi sociali e centri Caritas in primis) e privati (studi legali, commercialisti etc): circa il 40% dei percorsi territoriali attivati dal progetto vengono svolti in collaborazione con altri servizi.