“Siamo stanchi delle solite gite scolastiche preconfezionate, dove tutto è già pianificato e l’impegno richiesto è pari a zero. Abbiamo deciso di puntare all’impossibile“.
E l’impossibile è diventato reale: ricordate il crowdfunding lanciato dalla classe IV del liceo Fabio Filzi di Rovereto lanciato a fine 2015? Hanno raccolto fondi, allestito banchetti, contattato aziende, e il loro impegno è stato premiato. La classe parte oggi, mercoledì 20 luglio – alla volta delle isole Svalbard, arcipelago norvegese nel mare glaciale artico. Un viaggio alla scoperta di una delle frontiere della ricerca scientifica italiana e internazionale – non a caso il progetto, sostenuto anche dalla Provincia autonoma di Trento con l’ Assessorato all’università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo e il Dipartimento Istruzione, è stato supportato fin dalla sua ideazione dal Cnr-Consiglio nazionale delle ricerche – ma anche un viaggio autofinanziato, grazie principalmente ad una campagna di crowfunding che ha coinvolto tanti cittadini e anche numerosi sponsor privati, permettendo ai 20 partecipanti, accompagnati dai professori Matteo Cattadori e, e Domenico Fiorillo, a Federico Giglio del Cnr, di raccogliere i circa 30mila euro necessari; le famiglie degli studenti hanno coperto circa un terzo della spesa (pari a 500 euro ciascuna).
Ribattezzato “progetto Reset”, il viaggio vero e proprio, con la visita alle isole Svalbard, ai centri di ricerca del Cnr e del Norvegian polar institute, ma anche ai santuari naturalistici e ai luoghi delle prime esplorazioni storiche della regione polare, durerà in tutto una decina di giorni: esso però è solo la punta dell’iceberg, avendo alle spalle un percorso formativo avviato già nel novembre 2014.
Da un lato, quindi, l’esigenza di valorizzare la tradizionale gita scolastica, trasformandola in un vero e proprio viaggio di scoperta; dall’altro la necessità di avvicinare gli studenti alla ricerca scientifica, mostrandola per ciò che molto spesso essa è, un’avventura appassionate: il viaggio degli studenti del Filzi , 18 ragazze e 2 ragazzi, si colloca all’incrocio di queste due diverse esigenze, e promette di regalare a tutti coloro che in qualche modo ne sono coinvolti grandi emozioni.
I partecipanti si sono impegnati a divulgare i risultati di questa preziosa esperienza, attraverso i social network (qui la pagina Facebook) ma anche con mostre fotografiche, partecipazione a convegni, incontri con le associazioni e la cittadinanza e quant’altro. Uno dei canali previsti riguarda realizzazione di un documentario – sostenuto anche dall’Ufficio stampa e da Format della Provincia autonoma di Trento e realizzato assieme a due filmakers trentini – che parteciperà anche al festival di cinema per ragazzi Giffoni Film Festival 2017 e, auspicabilmente, al Trentino Film Festival edizione 2017.
“Un’intera classe, per di più in gran parte femminile (19 ragazze) – sottolinea l’assessora provinciale alla Ricerca Sara Ferrari – che si appresta a visitare i laboratori di ricerca nell’insediamento umano permanente più vicino al polo Nord: è la prima volta che accade, il che dimostra che questo è un progetto straordinario, che fa ben sperare anche sulle future scelte di questi studenti, i quali potrebbero essere i nostri ricercatori di domani. Anche così cresce l’amore per la scienza, per il sapere, e non da ultimo, vista la natura delle ricerche che si sviluppano alle Svalbard, per l’ambiente. Le ragazze non a caso sono state anche testimonial del rapporto donne-scienza in occasione dello scorso 8 marzo“.
Alcuni studenti avranno modo di visitare la stazione di ricerca ‘Dirigibile Italia’ del Cnr, presso le Isole Svalbard. Sono molti gli studi che vengono svolti presso questa base: i carotaggi nel ghiaccio ci danno informazioni sul clima del passato, ci aiutano a comprendere l’impatto dell’azione umana sul clima e a fare modelli affidabili per prevedere gli sviluppi futuri; si studiano poi le sostanze presenti nell’atmosfera, le acque, lo scioglimento dei ghiacci, le aurore e la biodiversità marina.
Il sito del progetto per seguirli: http://resetsvalbard.altervista.org/