Alice ha 21 anni e le piace disegnare. Silvia di anni ne ha 33, arriva al negozio in autobus ed ha imparato ad usare la macchina da cucire. A Matteo, 27 anni, piace fare cuscini che cuce con la macchina; ha una “morosa”, Tania, da 6 anni e sogna di sposarsi, avere un bambino e fare il viaggio di nozze.
Tre dei giovani del Dadi-Shop di Selvazzano Dentro (Padova, appena inaugurato): il primo negozio in Italia gestito da ragazzi con la sindrome di Down.
Sono 17 i giovani della Cooperativa Vite Vere – Down DADI che si alterneranno nella gestione del nuovo shop all’attività di laboratorio e produzione nell’atelier di Via Loredan a Padova.
Dalle mani di questi giovani escono borse, soprammobili, oggetti d’uso quotidiano, dipinti, bigiotteria e molto altro: tutti pezzi unici che saranno anche personalizzabili al momento, grazie alla versatilità degli spazi e all’abilità dei giovani neo-commessi, esercitata durante la frequenza del laboratorio creativo dell’associazione Down DADI. I prodotti in vendita, con un’offerta dedicata all’oggettistica e articoli da regalo, provengono infatti dal Laboratorio/Atelier Down Dadi del Portello a Padova, dove la Cooperativa fa emergere e coltiva le abilità artistiche e creative dei suoi giovani utenti: qui i ragazzi con disabilità intellettiva seguono percorsi di autonomia guidata, volti all’apprendere abitudini e a vivere emozioni che permettano loro, un domani, di essere cittadini autosufficienti e non un impegno per le loro famiglie e per la società.
La collocazione del negozio all’interno del centro commerciale segna quindi la volontà di mostrare la disabilità intellettiva come una risorsa in grado di inserirsi nel tessuto urbano e di vendita, senza sconti per nessuno. “Non più spazi modesti in luoghi poco attrattivi spesso prerogativa della disabilità – spiega la presidente della Cooperativa Vite Vere – Down DADI Patrizia Tolot – ma un luogo arioso, nuovo, di tendenza, dove la disabilità si inserisce con pari dignità e si confronta con le altre realtà commerciali presenti”.
La progettazione e realizzazione degli arredi originali in legno è stata curata dall’Associazione culturale Diversa-Mente di Verona, che ha anche donato parte della manodopera.