Social media a misura di concessionari d’auto: un corso che non c’era, a Vicenza

I social delle case automobilistiche hanno milioni di follower, mentre i concessionari sembrano ancora poco attenti al web. “Eppure siamo il luogo fisico dove si materializzano i sogni di acquisto di una nuova vettura – spiega Bruno Oliviero, presidente dell’Associazione concessionari ufficiali auto di Confcommercio Vicenza“.

Qui è nata l’iniziativa di portare i concessionari d’auto a scuola di social media. Da giovedì 23 febbraio, al Centro Formazione Esac Confcommercio, è iniziato l’originale percorso formativo finanziato da For.te (lo specifico fondo nazionale riservato alle imprese del Terziario), mirato ad accompagnare una decina di concessionari ufficiali a scoprire le opportunità di Facebook, LinkedIn, Instagram e Pinterest.

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“L’auto è certamente al centro delle attenzioni dei consumatori, basti pensare che in questo settore si nota una ripresa delle vendite pur in un momento economico difficile – conferma  Oliviero -. Abbiamo pensato di recuperare il terreno perduto e di formare il nostro personale all’utilizzo dei social come strumenti imprescindibili per una comunicazione moderna”.

Il corso ha una durata di 16 ore, in più serate, piene di esercitazioni pratiche e simulazioni. In cattedra c’è Dario Peroni, di Weble, web agency con sede a Vicenza che si occupa di web marketing e comunicazione digitale, web design, social media marketing, sviluppo di siti web ed e-commerce.

Obiettivo, raccontare la rivoluzione digitale nel mondo auto e mettere i partecipanti nelle condizioni di creare un proprio piano di comunicazione social, coerente con le politiche di marketing dell’azienda madre, e di costruirsi una visione chiara delle azioni da realizzare per aumentare la visibilità sulla rete. Non solo indicazioni pratiche per utilizzare le piattaforme più comuni, dunque, ma anche e soprattutto i segreti per coinvolgere il pubblico e per creare un proprio originale linguaggio sui nuovi media.

“Fra i partecipanti molti sono responsabili della propria concessionaria – spiega Peroni -. E hanno già una preparazione di base: spesso le concessionarie hanno una pagina Facebook, fanno un certo tipo di comunicazione. Il problema è trasformare i contatti in potenziali clienti, e anche cogliere tutte le opportunità degli elenchi di contatti che spesso la stessa casa madre fornisce”.

Visitando le sedi dei principali marchi dell’automobile, si viene coinvolti in innumerevoli occasioni nelle quali si lascia un a mail, un contatto: alla Bmw di Monaco, ad esempio, c’è coda per fotografarsi a bordo dell’ultimo modello e poi inviarsi la foto e condividerla sui social. In realtà, basta configurare un’auto online per lasciare traccia dei propri gusti e interessi, e con loro una serie di indicazioni di potenziale interesse, e recapiti. “Ai concessionari tocca la parte più difficile: trovare le persone residenti nella propria area di competenza, e promuovere in modo mirato la propria attività. Occorre essere visibili, ma anche chiari, interessanti, e molto smart, per trasformare i contatti di una lista in persone che visitano la concessionaria, magari provano un’auto”.

E alla lunga, su 100 nominativi, si arriva a una certa percentuale di visite e, soprattutto, di vendite.

“Facebook è il luogo dove si trovano già persone che hanno un certo interesse, per una marca ad esempio – spiega Peroni – Una strategia corretta su questo social prevede l’uso di advertising a pagamento, per raggiungere in modo mirato i potenziali clienti. Si può selezionare chi fa un certo tipo di mestiere, si trova in una certa fascia di età, ha o meno famiglia, perché la macchina prescelta alla fine rispecchia delle esigenze precise, e su questo social le persone danno spontaneamente informazioni utili“. Non ci sono regole valide per tutti – aggiunge l’esperto – nè formule già pronte da copiare: “Ecco perché durante le lezioni ciascuno ha lavorato su un progetto proprio, specifico: non basta prendere un sito o una pagina ben fatti e seguirne l’esempio”.

Fondamentale – e oggetto di parte del corso – è anche il calcolo di quanto abbia reso l’investimento in pubblicità programmato. Decisamente diverse sono le strategie da adottare sugli altri social, “come LinkedIn, più professionale, o Twitter, utile non tanto per raggiungere un pubblico ampio, ma piuttosto per capire quali sono gli influencer, dai politici agli attori”, sottolinea ancora Peroni.

Un corso pilota, quello vicentino, ma replicabile in altri contesti: intanto i concessionari d’auto vicentini ingranano la marcia e imparano a correre anche sul web.