Una sala in più: la cinema terapia entra in ospedale (e riduce noia e dolore)

I risultati preliminari di un recente studio italiano, tratto da un’esperienza del policlinico Gemelli di Roma dove sono stati coinvolti 240 pazienti (di cui 120 bambini), dicono che, misurando una serie di parametri psicologici e psicomotori, risulta un miglioramento tra il 20 e il 30 per cento nella percezione del dolore nei pazienti che hanno fatto esperienza della terapia con cinema.

A Castelfranco Veneto (Treviso) arriva “Una Sala in Più”, progetto di umanizzazione delle cure promosso dall’Ulss n. 2 Marca Trevigiana e dalla Fondazione “Altre Parole” onlus, sostenuto da Rai Cinema e patrocinato dalla Regione del Veneto.

cinema

Un progetto di cinema terapia d’eccezione, unico nel suo genere, grazie al supporto di Rai Cinema. Per tre venerdì una sala diventerà il cinema esclusivo per i pazienti in cura a Castelfranco e Montebelluna, per i loro famigliari e per i volontari. Perché una pellicola proiettata in un luogo di sofferenza come l’ospedale, oltre a mantenere l’importanza del messaggio culturale, rappresenta un importante momento di evasione e di distrazione dal dolore.

Chiunque abbia vissuto un ricovero ospedaliero si ricorderà della noia e della necessità di uscire dalla propria stanza per fare qualcosa di diverso, che non sia camminare per i corridoi, mangiare e aspettare le visite dei parenti. Ad oggi il numero dei ricoveri è in crescita e sempre più persone si sentono sole e isolate nella loro sofferenza, lontane dai loro cari.

Ma l’ospedale diventa anche luogo in cui si fanno amicizie, dove il compagno di stanza o di reparto conosciuto durante il ricovero entrano a far parte delle nostre telefonate e messaggi quotidiani, delle nostre amicizie su facebook e sugli altri social network. Il progetto “Una sala in più” diventa un’opera di empowerment degli aspetti positivi che l’ospedalizzazione offre, creando situazioni di socializzazione e di discussione che fanno scorrere velocemente le lancette dell’orologio.

A credere nell’iniziativa è l’Ulss 2 Marca Trevigiana: “E’ un orgoglio avere il supporto di Rai Cinema per una attività che entra a pieno titolo nei percorsi di umanizzazione che stiamo sviluppando su più fronti – spiega Francesco Benazzi, DG Ulss 2 Marca trevigiana – Un grazie di cuore alle associazioni che hanno aderito garantendo la buona riuscita di un progetto significativo per pazienti e famigliari”.

Il cinema – spiegano gli organizzatori – ha la capacità di arrivare in modo diretto ed immediato e l’attenzione che riesce a captare è spesso profonda e completa: pur essendosi moltiplicati i mezzi di comunicazione per effetto delle nuove tecnologie, il cinema rimane uno dei più efficaci.

“La Fondazione “Altre Parole” crede che una Buona Medicina non possa essere altro che la sintesi di progresso scientifico-tecnologico e dell’umanità – dice il presidente Fernando Gaion – Migliorare l’attitudine e le capacità di ascolto nel personale sanitario e dare alla persona ammalata la possibilità di esprimersi, anche in modo diverso dal convenzionale (le parole), sono strumenti essenziali per valorizzare al massimo la dimensione extra-fisica della sofferenza/benessere del paziente”.

Così un film proiettato ai pazienti nel corso di una degenza ospedaliera, con i suoi contenuti artistici e di attualità, può essere un potente mezzo per suscitare riflessioni ed emozioni e, aggiungendo note di leggerezza alla storia di un ricovero, contribuisce a rendere l’ambiente ospedaliero più amichevole, più vicino alla gente. E anche un ambiente ospedaliero “diverso” è in grado di favorire un miglior “ascolto” e maggiori possibilità di esprimersi.

E per Luca Riccardi, psicologo Fondazione Altre Parole, “il cinema è uno strumento importantissimo per la qualità della vita delle persone, a maggior ragione se sono pazienti ospedalieri. La Fondazione è riuscita ad inserire Giuliano Montaldo, uno dei maestri del cinema italiano, all’interno del suo comitato scientifico. Perché cinematherapy? Com’è possibile esprimere i propri sentimenti e stare meglio, se si è soltanto spettatori? Attraverso un meccanismo di difesa psicologico che si chiama “proiezione”: le nostre situazioni interne vengono rivissute al di fuori di noi, dove sentimenti inespressi e dolore non visibile vengono proiettati sullo schermo, prendendo forma nei personaggi e nelle scene dei film. Le immagini rappresentano, dunque, la chiave per favorire uno stato liberatorio e benefico per chiunque si immedesimi in una storia raccontata al cinema. Ognuno di noi al cinema ha senz’altro riso e pianto almeno una volta, magari in compagni della propria famiglia o della propria fidanzata, moglie o marito”.

Alla “sala in più” collaborano in tanti: l’iniziativa viene gestita in collaborazione con le associazioni del territorio che operano nel presidio castellano. Ci sono Lilt Lega italiana per la lotta contro i tumori, Amici del Cuore di Castelfranco Veneto, Associazione diabetici Fand, Acat Nord Est Onlus, Abio Associazione per il bambino in ospedale Castelfranco Veneto e CVC Coordinamento del volontariato della castellana. Coinvolta anche Coldiretti con il suo progetto Campagna Amica che curerà una merenda a km zero prima dei film targati Rai Cinema.